Ambasciatore cinese: Taiwan subirebbe una ‘rieducazione’ se Pechino la occupasse

Il rappresentante di Pechino afferma che il regime è pronto ad usare «tutti i mezzi necessari» per prendere Taiwan

La Cina farà di tutto per conquistare Taiwan. E non solo: ovviamente, la popolazione dovrà essere rieducata. Lo ha detto chiaro e tondo l‘ambasciatore cinese in Australia, Xiao Qian, rivolgendosi a una stanza piena di giornalisti occidentali.

L’ambasciatore ha fatto questi commenti ​​durante un discorso al National Press Club il 10 agosto, dopo che i giornalisti australiani hanno rivolto domande pressanti al rappresentante del regime cinese per le attuali tensioni nello Stretto di Taiwan.

Alla domanda su quante possibilità ci siano che la Cina invada Taiwan, Xiao ha risposto che sebbene l’uso della forza fosse l’ultima cosa che Pechino voglia, non si potrebbe «mai escludere la possibilità di usare altri mezzi».

«Quindi, quando necessario, quando siamo costretti a farlo, siamo pronti a utilizzare tutti i mezzi necessari», ha risposto. «Per quanto riguarda quale sia il significato di “tutti i mezzi necessari”, potete usare la vostra immaginazione umana».

Taiwan subirebbe una ‘rieducazione’

L’ambasciatore del Pcc ha anche affermato che era sua personale comprensione che se l’invasione avrà avuto successo, i suoi cittadini sarebbero sottoposti a ‘rieducazione’.

Ha affermato che Taiwan è stata governata da «un regime regionale per molti decenni» e che «la loro prospettiva» sulla Cina continentale potrebbe avere punti di vista diversi; di conseguenza questo richiederebbe «un processo affinché il popolo di Taiwan abbia una corretta comprensione della Cina».

Questa è la seconda volta che un rappresentante del Partito Comunista Cinese afferma che Taiwan avrebbe bisogno di sottoporsi a una qualche forma di rieducazione se passasse sotto il governo di Pechino. 

Via Dihua a Taipei, Taiwan, 10 febbraio 2021. (An Rong Xu/Getty Images)

I commenti dell’ambasciatore rispecchiano quelli fatti il ​​7 agosto dall’ambasciatore cinese in Francia, Lu Shaye, che ha detto al media francese Lci che se Pechino dovesse conquistare Taiwan, i suoi 23 milioni di residenti verrebbero rieducati, facendo eco alla situazione affrontata dagli uiguri nello Xinjiang.

Pechino cerca di giustificare l’aggressione nello Stretto di Taiwan

Xiao ha anche dichiarato che Taiwan non è uno Stato indipendente, e che quindi la questione è una faccenda interna. A tal fine ha fatto riferimento alla Dichiarazione del Cairo del 1943.

La Dichiarazione del Cairo era un accordo stipulato tra il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, il presidente cinese Chiang Kai-shek e il primo ministro britannico Winston Churchill, al Cairo, in Egitto, durante la campagna del Pacifico nella seconda guerra mondiale. La dichiarazione ha riconosciuto la Cina come alleato e ha convenuto che i territori presi alla Cina dal Giappone, inclusi Manciuria, Taiwan e Pescadores, sarebbero stati restituiti al controllo della Repubblica di Cina dopo la fine del conflitto.

I commenti di Xiao sono stati espressi sulla scia delle esercitazioni militari cinesi a fuoco vivo nei mari che circondano Taiwan, in un’apparente rappresaglia alla visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi nell’isola democratica.

In risposta, il ministero della Difesa di Taiwan ha definito le esercitazioni militari «altamente provocatorie» e ha schierato aerei, navi militari e sistemi missilistici terrestri per monitorare la situazione.

«Non cerchiamo escalation, né inimichiamo gli altri», ha affermato su Twitter il ministero della Difesa di Taiwan, aggiungendo che le sue forze armate erano impegnate a difendere l’isola autonoma.

I soldati sparano con obici da 155 mm durante un’esercitazione militare annuale a fuoco vivo nella contea di Pingtung, nel sud di Taiwan, il 9 agosto 2022. (Reuters/Ann Wang)

Secondo Reuters, le esercitazioni militari, con 11 missili balistici lanciati finora, sono le più grandi mai tenute dalla Pla (Esercito Popolare di Liberazione), l’ala militare del Pcc.

Si dice che cinque dei missili siano atterrati nella Zona Economica Esclusiva (Zee) del Giappone, che si estende per 200 miglia nautiche dalla costa del paese.

Il Pla ha anche schierato 22 caccia cinesi, che hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan. Sono stati lanciati anche droni aerei senza pilota che hanno sorvolato le isole Kinmen, a 1,3 miglia dalla costa cinese, costringendo le truppe taiwanesi a lanciare razzi di avvertimento per allontanare almeno quattro aeromobili.

Tre droni hanno sorvolato le acque vicino alla costa orientale di Taiwan, secondo un annuncio del ministero della Difesa giapponese.

 

Articolo in inglese: Taiwan Would Undergo ‘Re-Education’ If Beijing Were to Take Over: Chinese Ambassador

 
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