Al Servizio (Segreto) di Sua Santità

Per il Servizio Segreto degli Stati Uniti il massimo livello di allerta è un ‘Evento nazionale a sicurezza speciale’, una condizione riservata ai massimi eventi, come l’insediamento del presidente o un summit Nato.

A rendere la visita di Papa Francesco negli Stati Uniti unica dal punto di vista della sicurezza è il fatto che il massimo livello di allerta sia stato imposto a ogni frangente della sua permanenza. «Probabilmente si tratta di uno dei più imponenti preparativi di sicurezza che il Servizio Segreto abbia mai effettuato finora» ha dichiarato Anthony Chapa, ex vicedirettore del Servizio Segreto.

Chapa conosce bene questo genere di eventi e sa che genere di lavoro si dispieghi dietro le quinte.  Era operativo quando Giovanni Paolo II nel 1987 faceva un bagno di folla per le strade di San Antonio in Texas, e collaborava alla sicurezza della visita a Washington di Benedetto XVI nel 2008.

Il Servizio Segreto normalmente non dispiega più forze del necessario. Secondo Chapa, il livello di sicurezza stabilito per ogni individuo dipende dalle informazioni acquisite dal precedente lavoro di intelligence: quando, ad esempio, in settembre tutti i vari capi di Stato del mondo si riuniscono a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a ognuno di questi è assegnato il livello di sicurezza valutato necessario.

«Se dalle informazioni risulta che vi sia un soggetto intenzionato a fare del male a una certa persona, il livello di sicurezza diventa ancora maggiore» spiega Chapa.

La valutazione del pericolo corso da un determinato individuo determina anche la mole di lavoro che il Servizio Segreto deve svolgere in anticipo. E questo è il fattore di particolare unicità del livello di sicurezza relativo alla visita di Papa Francesco.

La qualifica di Evento nazionale a sicurezza speciale dal ministro per la Sicurezza agli Interni. Questo significa che ognuna delle numerose apparizioni pubbliche del Papa programmate in tutto il Paese sarà sottoposta allo stesso livello di sicurezza imposto alla cerimonia di insediamento del Presidente degli Stati Uniti.

In più, la visita coincide con l’Assemblea Generale annuale dell’Onu, alla quale – a complicare ulteriormente le operazioni di sicurezza a New York – anche il Papa ha partecipato il 25 settembre.

«Sono incarichi molto rari, che quando vengono assegnati comportano la necessità di riunire tutte le risorse e collaborare» spiega Chapa.

IL COORDINAMENTO

Quando viene decretato un Evento nazionale a sicurezza speciale, sono coinvolte anche l’Fbi (la polizia Federale, con giurisdizione su tutto il territorio degli Stati Uniti) e la polizia locale, e si crea una specifica catena di comando, nella quale il Servizio Segreto svolge il ruolo di coordinamento operativo sul personale di questi dipartimenti.

La fase di pianificazione di dispiega come una complessa partita a scacchi, in cui la squadra antagonista può attaccare da ogni angolo. Il compito della squadra difensiva è quello di prevedere ogni possibile attacco e dare la priorità alla difesa del ‘re’ e, al tempo stesso, di assicurarsi che tutti gli altri ‘pezzi’ siano in grado di superare indenni eventuali attacchi.

In questo caso, secondo Chapa «ogni movimento del Papa è stato pianificato e calcolato. Ho un’esperienza del genere dalla morte dell’ex presidente Reagan», aggiunge in riferimento ai funerali di Reagan qualificati come Evento nazionale a sicurezza speciale nel 2004.

Chapa racconta di come gli fosse stato assegnato il ruolo di coordinamento di diversi dipartimenti e che, nonostante non fosse il loro capo, sapeva chi chiamare. Ad esempio, poteva chiamare il capo delle operazioni dell’Fbi in un certo luogo e dirgli che uno sceriffo da un’altra parte aveva bisogno di aiuto, ed era molto probabile che l’aiuto sarebbe arrivato senza problemi.

«Ero una specie di ombrello» ricorda in riferimento che al suo essere il responsabile del flusso informativo e a capo delle squadre di pronto intervento.

LA COMUNICAZIONE

Per il Servizio Segreto, preparare un evento del genere significa considerare ogni possibile minaccia, progettando la risposta a ogni evenienza, setacciando ogni luogo sensibile, controllando ogni persona e, allo stesso tempo, mantenere la flessibilità necessaria a non pestare i piedi della persona che stai proteggendo.

«Non possiamo lasciare nulla al caso» sottolinea Chapa. «Se il Servizio Segreto è responsabile per la sua sicurezza, lo è dall’attimo in cui arriva al momento in cui riparte».

Dietro le quinte l’Fbi e altre agenzie controllano le comunicazioni elettroniche (incluse interferenze radio o le frequenze usate dai piccoli droni) e altre cose che potrebbero cambiare il livello di sicurezza oggi o domani, oppure nel percorso dal luogo A al luogo B».

Gli agenti del Servizio Segreto sono scelti singolarmente uno a uno per ogni posizione. Questo significa decidere chi deve coprire il loro incarico ordinario (come la protezione del Presidente) e chi viene trasferito a nuovo incarico in occasione dell’evento. Alcuni agenti vengono addestrati specificamente in occasione di un evento ad alto rischio.

Nel passato ci sono stati agenti messi a guidare autobus o addirittura a guidare la Papamobile. «Se abbiamo il controllo sull’equipaggiamento lo facciamo.

Ma nonostante tutta questa preparazione, si cerca di fare in modo di non doversi occupare di ogni cosa. Nel caso del Papa, è la Chiesa che organizza l’evento, e il Servizio Segreto fa il massimo per assecondarla: «so che gli agenti per preparare l’arrivo hanno lavorato dalle 12 alle 18 ore al giorno negli ultimi 10 giorni» commenta Chapa, «non hanno solo pianificato il tutto solo tra di loro, le agenzie federali e la polizia locale ma anche insieme alla Chiesa, perché lo staff di questo evento è rappresentato dalla Chiesa.

Chapa fa un altro esempio ricordando quando era a capo della sicurezza di Bill Clinton quando l’ex presidente era in visita in Sud America: la nazione ospitante non era ben disposta perché un agente del Servizio Segreto aveva detto che la guardia d’onore non avrebbe potuto presentare le armi con le baionette cromate innestate nei fucili. Il pericolo era che, mentre ci si poteva accertare che le armi fossero scariche, restava la possibilità che un soldato abbassasse il fucile e infilzasse il Presidente.

A quel punto Chapa, piuttosto che inimicarsi la nazione ospite o contrariare uno dei suoi agenti, decise per una via di mezzo: «perché non disponiamo questi soldati due metri più indietro?» aveva suggerito risolvendo la questione.

Il concetto fondamentale dietro eventi di questa enormità e la coordinazione a ogni livello è la comunicazione, sostiene l’ex vice capo del Servizio Segreto. Che continua: «senza quel tipo di comunicazione si inizia a litigare tra colleghi» spiega, aggiungendo che dietro le quinte di simili eventi «gli eroi senza riconoscimento sono quelli che trovano il tempo di parlare alle persone, per scoprire che genere di aspettative vi siano, e poi trovano il modo di far funzionare il tutto».

 
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