Pancia piatta e intestino irritabile, il segreto è negli zuccheri

Oggigiorno è risaputo quanto i problemi intestinali siano correlati all’alimentazione. Ma non tutti sanno che spesso il gonfiore addominale, la costipazione o la flatulenza sono causati da una particolare tipologia di carboidrati naturalmente presenti nei cibi.

Per approfondire questa questione Epoch Times ha intervistato Cinzia Cuneo, ingegnere che in un libro di recente pubblicazione (scritto in collaborazione con l’equipe di nutrizionisti che lavorano nel suo sito) ha spiegato come eliminare temporaneamente questi zuccheri per ritrovare forma e benessere. La Cuneo è anche presidente e cofondatrice di SosCuisine, sito che aiuta le persone a pianificare in modo intelligente i pasti, conciliando il mangiare rapido e gustoso con le esigenze specifiche di chi ha problemi di salute.

Dottoressa Cuneo nel suo libro si parla dei Fodmap, un termine generalmente sconosciuto ai lettori. Cosa sono?

Innanzitutto ci tengo a precisare che in rete si trovano centinaia di articoli e secondo l’Us Today questo argomento rappresenterà il nuovo ‘senza glutine’. Fodmap è un acronimo che dall’inglese significa Fermentable oligo-disaccharides and mono-saccharides and polyols (Oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi, polisaccaridi e polioli fermentescibili). La prima parola significa fermentabile e si riferisce a degli zuccheri naturalmente presenti nell’alimentazione che fermentano nell’intestino: monosaccaridi, disaccaridi e polioli.

Quali effetti produce una assunzione eccessiva?

Occorre fare una premessa. I Fodmap per buona parte della popolazione non creano alcun problema. Per invece il 10-15 per cento, questi zuccheri fermentano e alimentano in modo abnorme dei batteri che si trovano nel loro microbiota – la flora intestinale – dando origine a gas e creando notevoli problemi come pancia gonfia, crampi intestinali, diarrea e costipazione. Per queste persone è indicata la dieta Fodmap.

Anche per chi soffre di sindrome dal colon irritabile?

Sì. Come ha detto lei è una sindrome e non una malattia grave, ma la persona ne soffre per tutta la vita. Secondo alcuni studi, i dolori intestinali sono la seconda causa di assenteismo dal lavoro poichè dolorosi, fastidiosi e a volte imbarazzanti. Se si consulta uno specialista, questi problemi possono essere sintomi di un problema molto più importante, come la celiachia o la colite ulcerosa. Attarverso una diagnosi ad esclusione, si può concludere se si soffre di questa sindrome in base a certi indicatori. Gli studi condotti sulla dieta Fodmap – una dieta scientifica nata in ambiente universitario e non da una star di Hollywood o da una persona improvvisata – indicano che per chi soffre di sindrome da colon irritabile funziona nel 75 per cento dei casi.

In quali cibi si trovano i Fodmap?

In molti alimenti naturali che vengono considerati salutari. Per esempio nel grano, nelle mele, nelle pere, nell’aglio, nelle cipolle, nel latte. La lista è abbastanza lunga. Comunque sono sempre alimenti di origine vegetale.

La manipolazione umana del cibo influisce sulla quantità di Fodmap?

Si e no, nel senso che sono naturalmente presenti. Ma è anche vero che la manipolazione può aumentarne la concentrazione.

Si può limitarne il consumo leggendo le etichette dei cibi?

Sì, ma per esempio una mela non ha l’etichetta eppure è ricca di Fodmap. Se una persona vuole provare a praticare questo approccio alimentare, oltre a eliminare una lunga lista di alimenti, occorre prestare attenzione a certi cibi trasformati. Per esempio per comprare del pane che non contenga il grano, ci si può orientare in quello senza glutine. Ma tra i primi ingredienti non deve comparire il miele, che è ricco di fruttosio e deve essere eliminato per un certo periodo. Oppure si deve evitare la farina di ceci. Quindi è importante leggere l’etichetta degli alimenti trasformati.

I Fodmap vanno eliminati per sempre?

Assolutamente no e viene ribadito molte volte nel libro. Innanzitutto, non esiste alcun motivo poiché molti alimenti che li contengono sono prebiotici e quindi per evitare problemi a lungo termine, l’eliminazione dura solo per un certo periodo; in questo modo si riescono a capire quali alimenti determinano un problema e in che misura. Quindi non è una dieta restrittiva. Quando si soffre di intestino irritabile è difficile comprendere l’alimento che causa il fastidio. L’eliminazione può durare anche solo due settimane o più a lungo fino alla scomparsa dei sintomi, in seguito l’alimento viene reintrodotto. Conosco alcune persone che mi hanno riferito di aver compreso la causa della loro irritazione: le spezie della cucina indiana. Ma poi, si è scoperto che queste spezie non erano la causa, ma la cipolla e l’aglio contenute nel piatto.
Tra l’altro, la buona notizia è che in generale non si è sensibili a tutti i fodmap. Semplicemente eliminando temporaneamente certi alimenti, si può riuscire a capire quali alimenti sono problematici.

Una volta scoperti i cibi che causano l’irritazione, si presta attenzione al suo consumo?

Sì. E poi c’è da aggiungere che generalmente le persone che soffrono di intestino irritabile o problemi analoghi, hanno una forte emotività e potrebbero trovare vantaggio nel praticare tecniche di rilassamento, tipo meditazione o yoga.

Quindi è un approccio flessibile

Non è una dieta a vita. Inoltre nel libro sono state scritte numerose e semplici ricette da seguire durante la fase di eliminazione dei Fodmap, corredate da foto. Dopo questa fase, alcuni cibi vengono reintegrati e si scopre per esempio che si può mangiare di tutto, evitando di includere nello stesso pasto troppe fonti Fodmap, che si sommerebbero tra loro.

Ha parlato di emotività. Secondo lei le tecniche di meditazione o rilassamento possono aiutare nella cura di questa sindrome?

Certamente. Ho letto anche di studi con ipnosi che, se condotta da esperti, può determinare risultati comparabili a quelli della dieta Fodmap. Ma non è facile trovare degli esperti in questo settore. Il libro è un complemento al servizio online sul nostro sito, che già di suo offre dei menù a bassi livelli di Fodmap. Questi menù vengono offerti singolarmente oppure con un supporto personalizzato di un nutrizionista o dietista che aiuta durante il percorso. E i lettori del libro e gli acquirenti dei menù possono partecipare gratuitamente a un apposito gruppo Facebook di supporto.
Quando le persone ci dicono che vorrebbero intraprendere questo percorso nutrizionale ma stanno attraversando un periodo emotivamente difficile, consigliamo di aspettare.

Tra l’altro intestino può essere letto come ‘in-testino’, ossia una piccola testa all’interno del corpo.

Esattamente, è proprio così. La dieta Fodmap aiuta a ritrovare un maggiore benessere ma le cause esatte di questi problemi sono ancora sconosciute.

Quindi un lavoro sulla mente aiuta

Sì, lavorare sul distacco aiuta in generale in tutti i problemi di salute e in particolare in quelli legati all’intestino.

La dieta Fodmap può essere utile anche per uno sportivo?

Sì. Sul sito abbiamo anche un menù per fare la ricarica di carboidrati prima di un allenamento di sport resistenza, come la maratona, il triathlon o l’Ironman. Stiamo lavorando per comporre dei menù specifici per sportivi, come l’hockey che in Canada è lo sport nazionale. Ogni sport ha le sue esigenze specifiche in termini di alimentazione e anche il momento di assunzione riveste la sua importanza, cioè prima, durante e dopo l’allenamento.
Nel nostro sito siamo molto precisi e scientifici. Stiamo conducendo altri test su differenti tipologie di sport. Cerchiamo inoltre di democratizzare la giuste scelte alimentari, in modo tale che non tutti debbano spendere eccessivamente per una consulenza con un nutrizionista o un dietista. E i nostri menù tengono anche conto delle allergie.

La dieta Fodmap ha degli effetti dimagranti?

Non è intesa per questo scopo, ma può dare questo risultato in base al punto di partenza dell’individuo. Questo perchè è una dieta molto sana che fa consumare meno alimenti preconfezionati e quindi può fare perderere peso. Inoltre, soprattutto per chi soffriva di pancia gonfia, questa dieta aiuta a sgonfiarsi e quindi a ritrovare una pancia piatta.

Quindi il grasso non si riduce, ma lo specchio appare migliore grazie una riduzione del gonfiore addominale.

Sì.

Prima ha parlato di allergie. Al giorno d’oggi si parla molto di intolleranze. Qual è la differenza?

L’allergia è un’ipersensibilità del sistema immunitario e riguarda una piccola percentuale di persone. Generalmente si è allergici a una proteina presente in un cibo e gli effetti sono molto localizzati, come un prurito o uno starnuto. Per alcune persone l’effetto può essere mortale e si stima che ne soffra il 2 per cento della popolazione.
Invece nelle intolleranze una persona non riesce a digerire bene un alimento o un suo componente, e questo riguarda il metabolismo e non il sistema immunitario. I sintomi possono a volte essere simili a quelli dell’allergia. Nell’allergia la dose scatenante è molto bassa, contrariamente all’intolleranza. Si stima che le intolleranze colpiscano il 20 per cento della popolazione.

L’assunzione di pochi Fodmap può ridurre le intolleranze?

Questa dieta è molto specifica per chi soffre di problemi gastrointestinali e permette di capire a quali cibi si è intolleranti. Questo perchè a volte i test per le intolleranze non sono precisi e le risposte non sono valide.
Questa dieta adotta un metodo scientifico in cui vengono eliminati selettivamente certi cibi. L’effetto iniziale è che dopo due settimane una persona sta già meglio e in seguito, una volta eliminati i sintomi, vengono reintrodotti i vari alimenti.

La sensibilità a un cibo o l’intolleranza può cambiare nel tempo?

Sì, è per questo motivo che può valer la pena riprovare a distanza di tempo ad assumere un Fodmap che abbia dato un risultato negativo la prima volta.

Questo approccio è anche utile per chi soffre del morbo di Crohn?

Sì. In effetti in certi casi, anche quando il morbo di Crohn è ben trattato, le persone continuano ad avere dei sintomi digestivi. Il tali casi l’approccio Fodmap è consigliato.

Esiste una relazione tra ‘il senza glutine’ e la dieta Fodmap?

Molte persone che non soffrono di celiachia sembrano ciononostante avere fastidiose reazioni quando consumano grano e quindi adottano spontaneamente un’alimentazione senza glutine. In effetti alcuni dati recenti suggeriscono che queste persone sono forse sensibili non tanto al glutine ma allo zucchero fruttano, che è uno dei Fodmap. Queste persone avrebbero dunque interesse a provare questa dieta.

Una persona vegetariana o vegana può incorrere in maggiori difficoltà nell’adottare la dieta Fodmap?

Sicuramente è una maggiore sfida, soprattutto per i vegani, perchè devono eliminare i legumi, poichè ricchi di Fodmap, e limitare le noci per ridurre il consumo totale di questi zuccheri, e le fonti proteiche variano poco, in pratica tofu e tempeh. Comunque possono anche loro seguire questa dieta con successo.

Quindi è solo più difficile.

Sì e in questo caso l’aiuto di un nutrizionista che conosca i Fodmap può essere molto utile.

 
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