A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, il comunismo non è solo un ricordo

Di Emel Akan

Sono passati 30 anni da quando il mondo ha osservato, con meraviglia e commozione, le migliaia di persone che contribuivano all’abbattimento del Muro di Berlino con martelli e piccozze.

Lo sbarramento fisico – un muro costantemente sorvegliato, lungo 150 chilometri, che divideva la città di Berlino – si è sgretolato rapidamente, così come anche la Cortina di Ferro, simbolo della divisione ideologica che esisteva tra oriente e occidente.

Ma in molti sono stati troppo ottimisti quando credevano che il comunismo fosse ormai divenuto una reliquia del passato. Infatti, ancora oggi nel mondo, una persona su cinque vive in un regime comunista. Come se non bastasse il comunismo ha continuato ad accrescere la sua influenza a livello globale, divenendo una seria minaccia per le democrazie occidentali.

Il 9 novembre si celebra il 30esimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino, che ha reso possibile la riunificazione della Germania. Questo storico evento ha innescato cambiamenti radicali nel mondo, tra cui la scomparsa dei regimi comunisti in Europa, la caduta dell’Unione Sovietica e la conclusione pacifica della Guerra Fredda, che durava ormai da quasi mezzo secolo.

Durante il convegno «30 anni dopo: Lezioni dalla caduta del Muro di Berlino», organizzato dal Consiglio Atlantico il 6 novembre, l’ex segretario di Stato James Baker ha dichiarato che i presidenti americani, da Harry Truman a George H.W. Bush, hanno giocato un ruolo importante nella disfatta del comunismo.

«Ogni presidente americano, da Truman in poi, ha svolto un ruolo cruciale, ma soprattutto è stato lo spirito resiliente dei cittadini delle nazioni prigioniere a far sì che il mondo volgesse le vele verso la libertà».

Nello scorso secolo il comunismo ha imposto dittature di massa in Unione Sovietica e in Cina, che nel nome di questa ideologia hanno causato la morte innaturale di oltre 100 milioni di persone. Attualmente Cina, Laos, Vietnam, Corea del Nord e Cuba sono ancora governati da una dittatura comunista a partito unico.

Peraltro, il mese scorso la Cina ha superato l’Unione Sovietica, divenendo il regime comunista più longevo della storia.

Trent’anni dopo il crollo del Muro di Berlino «siamo ancora alle prese» con la crescita di un «regime totalitario e antidemocratico», ha dichiarato Marion Smith, direttore esecutivo della Victims of Communism Memorial Foundation, riferendosi all’attuale regime comunista cinese.
Secondo Smith, una delle lezioni chiave apprese dal crollo del muro è che le persone di tutto il mondo desiderano vivere libere, e che ovunque la libertà può trionfare, così come è accaduto 30 anni fa per i tedeschi e gli europei.

Tuttavia, ha aggiunto che non sarà sufficiente limitarsi a desiderare la libertà e la democrazia.

«Dobbiamo essere molto chiari: il partito comunista cinese – e lo vediamo in tutta la Cina continentale – è ancora disposto a uccidere il proprio popolo per restare al potere», ha dichiarato, riferendosi in particolare agli eventi che si sono verificati quest’anno nello Xinjiang e a Hong Kong.

Pochi mesi prima del crollo del muro di Berlino, i manifestanti cinesi, soprattutto gli studenti, erano scesi in piazza Tiananmen per chiedere al governo una svolta democratica, ma, come è ben noto, sono stati schiacciati da una grande repressione militare. In tal modo i movimenti per la democrazia in Cina non avuto lo stesso esito dei movimenti dell’Est Europa.

Smith ha anche criticato la politica estera che gli Stati Uniti hanno adottato nei confronti della Cina negli anni ’80, poiché ha accresciuto notevolmente il potere di Pechino.

Berlinesi riuniti lungo il lato Est del Muro di Berlino per celebrare il nuovo anno e la fine effettiva della divisione della città, il 31 dicembre 1989. Uno striscione recita: “Buona fortuna e pace per una nuova Germania – L’Est saluta l’Ovest”. (Steve Eason/Hulton Archive/Getty Images)

«Gli Stati Uniti negli anni ’80 hanno accettato una sorta di accordo secondo cui il nostro principale avversario era l’Unione Sovietica, mentre la Repubblica Popolare Cinese era un Paese amico per necessità».

«E’ una vergogna che dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, non ci siamo preoccupati di rivedere le nostre relazioni con la Repubblica Popolare Cinese».

Il ritorno di fiamma

Recenti sondaggi mostrano che la popolarità del comunismo sta aumentando negli Stati Uniti. Oltre un millennial su 3 ha una visione positiva del comunismo e percepisce il capitalismo e il comunismo come ugualmente violenti.

Il sostegno al comunismo tra le giovani generazioni è cresciuto di quasi 10 punti percentuali nell’ultimo anno.

«Penso che sia un problema di educazione. Certamente una delle prerogative principali di una buona educazione dovrebbe essere l’apprendimento di alcune di quelle terribili lezioni impartiteci a caro prezzo dal 20esimo secolo, nel quale le idee sbagliate, le ideologie violente del fascismo e del marxismo, hanno fallito».

I pezzi del muro

Un numero crescente di persone negli Stati Uniti immagina che il socialismo e il comunismo siano gloriosi; ma naturalmente si tratta in genere di persone che non sono mai state nei Paesi che li hanno praticati, ha dichiarato Art Harman, che nel 1989 ha assistito personalmente al crollo del muro di Berlino.

Ispirato dalla diretta televisiva degli eventi di Berlino del 9 novembre, Harman e due dei suoi amici decisero di volare in Germania da Washington per unirsi alle folle di Berlino. In un clima festoso, hanno contribuito a fare a pezzi il muro con martelli e scalpelli.

«Era come una musica magica. La musica della libertà», ha scritto più tardi nel suo blog.

Stando alle sue dichiarazioni, Harman ha riportato con sé, negli Stati Uniti, migliaia di frammenti di quel muro, che ha poi venduto a persone provenienti da tutto il mondo, anche ai tedeschi stessi.

Un particolare che ha profondamente colpito Harman è stato il drastico cambiamento nell’atteggiamento delle guardie di frontiera della Germania dell’Est, che in quei giorni avevano «grandi sorrisi sui loro volti».

«Il loro lavoro era sempre stato quello di vigilare, con il dito pronto sul grilletto. Per la prima volta non dovevano più farlo. Penso che per loro sia stata una liberazione, e addirittura una sorta di elevazione spirituale».

Secondo Harman si possono imparare molte lezioni dal crollo del muro di Berlino.

«Non importa quanto sia repressivo il vostro governo oggi, le cose potrebbero cambiare in un batter d’occhio», ha dichiarato.

«Un paio d’anni prima dell’abbattimento del muro, l’Unione Sovietica sembrava forte come l’acciaio». Vederla «sbriciolarsi senza spargimenti di sangue è stato una sorta di miracolo», ha osservato, aggiungendo che lo stesso potrebbe accadere oggi ai regimi di Cina, Venezuela, Cuba e Iran.

 

Articolo in inglese: Communism Is Still With Us 30 Years After Fall of the Berlin Wall

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