La Cina, disperata, cerca di non far rieleggere Trump

Di James Gorrie

James Gorrie è uno scrittore texano, autore di The China Crisis.

 

Sembra proprio che la Cina non possa sopportare l’idea che Donald Trump abiti per altri quattro anni alla Casa Bianca. E per assicurarsi che l’attuale presidente degli Stati Uniti non riceva il secondo mandato, il Partito Comunista Cinese (Pcc) si sta avvalendo dell’aiuto di tutte le forze americane schierate contro Trump, da Washington a Wall Street, e persino oltre.

Coloro che nel 2016 erano infuriati per la presunta ‘collusione con la Russia’ del presidente Trump saranno disposti a tollerare l’interferenza cinese nelle presidenziali del 2020?

Se le elezioni di metà mandato del 2018 possono fornirci un indicazione, allora la risposta è affermativa.

L’interferenza della Cina nelle elezioni del 2018

Ebbene si, la Cina ha ficcato il naso nelle elezioni di metà mandato del 2018. Il China Daily, un quotidiano statale, ha comprato quattro pagine per pubblicare un inserto pro-Cina, nonché ostile alle politiche commerciali di Trump, nel quotidiano Des Moines Register, molto popolare nello Stato dell’Iowa. Lo scopo dell’inserto era quello di influenzare l’opinione degli elettori in merito al conflitto commerciale tra Usa e Cina e di ‘rammentare’ ai lettori il profondo e storico legame tra l’Iowa e il leader cinese Xi Jinping (sebbene in realtà lo Stato dell’Iowa sia stato tra i principali sostenitori di Trump nelle elezioni del 2016).

Naturalmente, il piccolo tentativo di propaganda della Cina ha avuto un impatto pressoché nullo, ma è significativo che nessuno a sinistra se ne sia preoccupato. Non ci sono state inchieste speciali della Cnn, e nemmeno articoli del New York Times per mettere in guardia dai tentativi cinesi di influenzare le elezioni americane [contrariamente a quanto avviene quando si tratta della Russia, ndr]

La Cina non può vincere contro le politiche di Trump

Con l’avvicinarsi delle elezioni del 2020, la Cina ha deciso di fare tutto il possibile per impedire che Trump venga rieletto, ed è facile capirne il perché. I pesanti dazi imposti sulle merci cinesi hanno assestato un duro colpo all’economia di Pechino. Infatti, i risultati economici della Cina sono crollati al livello più basso dal 1992.

Inoltre, non sembra che che l’economia cinese sia destinata a migliorare da oggi alle elezioni. I consumi interni continuano a diminuire, il volume degli scambi commerciali con l’Eurozona è in calo, e i nuovi dazi di Trump sulle merci cinesi entreranno in vigore il primo ottobre. Le immediate prospettive per la continua crescita dell’economia cinese sono dunque tutt’altro che rosee.

Per andare dritti al punto: la Cina ha realizzato che il miglior modo per vincere i negoziati commerciali con gli Stati Uniti è trattare con un presidente democratico. Xi Jinping ha un piano per riuscirci; di certo che non si limiterà ad acquistare alcune pagine sul Des Moines Register e andrà ben oltre le false pagine Facebook promosse dalla Russia. In realtà sembra che il piano sia operativo già dalle elezioni del 2018.

Secondo un’intervista del Washington Free Beacon al miliardario cinese in esilio Guo Wengui, un convinto anticomunista, «in vista delle elezioni presidenziali americane del 2020 il comitato di sicurezza (del Pcc) ha dato istruzioni molto chiare: non è ammissibile che Trump vinca le elezioni del 2020».

Guo ha dichiarato che è stato il vice presidente cinese Wang Qishan in persona a rivelargli questi dettagli durante un loro recente incontro a Pechino. Un fatto interessante è che sia lo stesso Xi Jinping a tentare di impedire la rielezione di Trump, attraverso la strettamente controllata Commissione di Sicurezza Nazionale del Pcc. Verrebbe quasi da pensare che per Xi si tratti di una questione personale.

I quattro punti del piano della Cina per sconfiggere Trump

Secondo Guo, la Cina ha «quattro armi» per sventare la rielezione di Trump, e tutte includono l’impiego delle forze pro-Cina presenti negli Stati Uniti.

1. I leader finanziari di Wall Street: il vicepresidente Wang e l’ex segretario del Tesoro statunitense, nonché grande capo della Goldman Sachs, Hank Paulson, si conoscono molto bene, e sono entrambi determinati a mantenere al potere il corrotto Pcc e l’annesso flusso economico.

2. I lobbisti e i leader politici corrotti di Washington: sono da anni sul libro paga del Pcc, e per sconfiggere Trump verrà certamente richiesto tutto il loro aiuto.

3. La stampa mainstream e i social media: queste forze anti-Trump sono ben note e hanno svolto un ruolo importante nel perpetrare la narrazione cinese contro Trump alla popolazione americana. Tra loro ci sono Google, Facebook, il New York Times e il Wall Street Journal.

4. Gli influenti cinesi e asiatici americani: si tratta di un gruppo di persone che ha grande influenza economica e potere politico negli Stati Uniti.

C’è un punto su cui bisogna essere molto chiari: Xi Jinping e il Pcc hanno stabilito che non «è ammissibile» che l’attuale presidente degli Stati Uniti ottenga un secondo mandato.

La stagnazione dei negoziati commerciali

Questo spiega come mai sembra che la Cina non abbia alcuna fretta di siglare un accordo commerciale con gli Stati Uniti. A fine luglio l’accordo sembrava imminente, ma poi Pechino ha rifiutato di acquistare la soia americana al contrario di quanto aveva promesso, e gli Stati Uniti hanno quindi annunciato nuovi dazi sui restanti 300 miliardi di dollari di merci cinesi, stroncando di fatto i negoziati.

Trump ha compreso le reali intenzioni del suo avversario e ha schernito i cinesi affermando: «Il problema del loro attendere, tuttavia, è che quando e se vincerò, l’accordo che otterranno sarà molto peggiore di quello che stiamo negoziando oggi… o addirittura non ci sarà nessun accordo».

In effetti, se le informazioni fornite da Guo sono attendibili, è quasi certo che non verrà raggiunto alcun accordo prima delle elezioni.

Il piano della Cina mostra quanto disperato sia il Pcc

Il piano delle quattro armi, per come è strutturato, è tanto impressionante quanto rivelatore. Indubbiamente, la Cina può far leva su tutte le attività sopracitate e probabilmente anche di più. Ma sarà sufficiente?

Basti pensare che tutte e quattro le cosiddette ‘armi anti-Trump’ del Pcc sono state in realtà impiegate sin da quando Trump è divenuto il candidato repubblicano alla presidenza. I finanzieri di Wall Street, i politici corrotti, la stampa mainstream e certi tecno-fascisti che lavorano per Facebook e Google hanno lavorato tutti contro Trump, incessantemente, dal 2016. Ed è presumibile che anche alcuni potenti cinesi-americani siano scesi in campo già allora.

Ma Trump ha vinto comunque le elezioni.

Inoltre, la Cina deve ora far fronte a una crescente carenza di cibo e all’aumento dei prezzi. La peste suina africana ha ridotto le forniture di carne suina, un alimento di base cinese, del 20 per cento in tutte le regioni autonome e le province della Cina. Come se non bastasse, i raccolti stanno subendo i terribili effetti di una infestazione di lombrichi, che secondo le previsioni diventerà un problema nazionale entro la metà del 2020. La realtà è che la Cina ha bisogno dell’aiuto del cuore pulsante dell’agricoltura americana – di quegli stessi Stati che hanno sostenuto Trump nel 2016 – per sfamare la sua popolazione.

In generale è ormai noto quanto siano state, e continuino ad essere, devastanti le politiche di Trump per la Cina. Stanno spingendo la Cina, sempre di più, verso una condizione di instabilità interna. Ecco perché il Pcc vuole spezzare il sostegno della popolazione americana verso Trump – per fermare le sue politiche anti-Pcc – anche a costo di creare grandi difficoltà per il popolo cinese. Infatti la stessa sopravvivenza del Partito Comunista Cinese potrebbe dipendere da questa vicenda.

Per la Cina è questo il grave contesto in cui si svolgono le presidenziali americane del 2020. Per gli americani si tratta invece di una macchinazione internazionale, volta a manipolare il risultato delle prossime elezioni presidenziali.

 

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la visione di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: Look Who’s Interfering With the 2020 Election

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