L’Iran ammette: i raid Usa hanno distrutto le strutture nucleari

di Redazione ETI/Jack Phillips
26 Luglio 2025 7:44 Aggiornato: 26 Luglio 2025 13:48

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha riconosciuto che i bombardamenti americani del 22 giugno hanno inflitto danni gravissimi alle infrastrutture nucleari dell’Iran, la cui entità è ancora in fase di valutazione. Il 21 luglio ha dichiarato a Fox News: «Le nostre strutture sono state colpite, gravemente colpite. Le strutture sono distrutte», riferendosi ai siti di arricchimento dell’uranio di Fordow, Natanz e Isfahan, colpiti dall’aviazione statunitense. Sempre il 21 luglio, su Truth, Trump ha confermato quanto dichiarato da Araghchi e ha preannunciato nuovi attacchi in caso di necessità.
Nell’intervista a Fox News, Araghchi ha chiarito che Teheran non rinuncerà al programma nucleare: «È fermo perché, sì, i danni sono gravi. Ma non possiamo abbandonare l’arricchimento, frutto del lavoro dei nostri scienziati. Ora, più che mai, è una questione di orgoglio nazionale». Niente a che vedere con la produzione di “energia elettrica”, insomma.

Prima del conflitto, Iran e Stati Uniti avevano tenuto cinque incontri per negoziare sul nucleare, mediati dall’Oman, senza raggiungere un accordo sui limiti all’arricchimento. Washington e Israele sostengono che Teheran fosse vicina a ottenere uranio a livello militare, mentre l’Iran continua a ribadire la natura civile del programma. Nell’intervista, Araghchi ha smentito le voci sullo stato di salute della guida suprema Ali Khamenei, definendolo «in buona salute», e ha aperto a nuovi colloqui con Washington, escludendo però per il momento trattative dirette.

 

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