L’attacco in Qatar è un messaggio di Israele al Medio Oriente

di Redazione ETI/Epoch Israele
10 Settembre 2025 10:18 Aggiornato: 10 Settembre 2025 12:53

Alti funzionari della sicurezza israeliana definiscono l’operazione di attacco in Qatar come una «sorpresa perfetta»: l’operazione era stata pianificata per mesi ed era stata tenuta in sospeso fino a quando non si fosse presentata l’opportunità operativa appropriata. La maggior parte delle informazioni di intelligence che hanno spianato la strada all’operazione provengono dallo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, che risponde direttamente al primo ministro.
Netanyahu stesso e il ministro della Difesa Yisrael Katz hanno dichiarato: «ieri, dopo i sanguinosi attacchi a Gerusalemme e Gaza, il primo ministro Netanyahu ha incaricato tutti i responsabili della sicurezza di prepararsi alla possibilità di colpire i capi di Hamas […] Oggi a mezzogiorno, alla luce di un’opportunità operativa e in consultazione con tutti i vertici dell’apparato di difesa e con il pieno appoggio, il primo ministro e il ministro della Difesa hanno deciso di attuare la direttiva impartita ieri sera alle forze armate e allo Shin Bet».
Fonti di sicurezza hanno affermato che prima della “luce verde” all’operazione, erano state ricevute informazioni su un incontro dei vertici di Hamas a Doha per discutere la proposta americana di cessate il fuoco. E Israele “ha colto l’attimo”. Le modalità operative ricordano l’assassinio del capo del governo Houthi in Yemen due settimane fa.

Questa mattina, un portavoce delle forze armate israeliane ha diramato un ordine di evacuazione urgente in arabo per i residenti di Gaza, che devono spostarsi a sud, nella zona umanitaria di Al-Mawasi.

Hamas dichiara che i suoi dirigenti sono salvi, ma alti funzionari israeliani definiscono l’attacco un successo, e dicono che l’intelligence militare e lo Shin Bet ne stanno ancora esaminando i risultati.
I palestinesi sostengono di essere stati vittime di una trappola americana-israeliana: la proposta di Trump, dicono, serviva solo a far riunire i vertici di Hamas per poterli eliminare facilmente.
Alti funzionari militari israeliani confermano a Epoch Israele che un’operazione del genere non avrebbe potuto essere condotta in Qatar senza un coordinamento con gli Stati Uniti, per due motivi principali: primo, l’area dell’attacco si trova a soli 20 km dalla base americana di Al-Udeid e l’operazione richiedeva evidentemente l’attraversamento del suo spazio aereo; secondo, è improbabile che Israele avrebbe agito senza l’approvazione diretta di Donald Trump, vanificando così la sua proposta diplomatica.
Fonti politiche di spicco ricordano che pochi giorni dopo il massacro del 7 ottobre, il primo ministro, in una conferenza stampa con l’allora capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e il capo del Mossad, Dedi Barnea, si impegnato a eliminare tutte le figure di spicco di Hamas, ma che all’epoca Israele era stato costretto dall’amministrazione Biden a non agire contro Hamas sul suolo del Qatar. Ora, Israele si è liberato da questo impegno e ha scelto di adottare la misura attuale.

Nella Striscia di Gaza e nel mondo arabo, si registra un diffuso sgomento all’indomani del raid che ha decapitato Hamas, mentre Israele chiarisce che l’Operazione Gideon Chariots II prosegue come previsto: Netanyahu si conferma inesorabile, al limite della spietatezza, nel voler difendere il proprio popolo.

Questo attacco è una grave umiliazione per il Qatar, uno Stato leader del movimento dei Fratelli Musulmani (come la Turchia) che ora ha dimostrato di non essere capace di proteggere le preziose figure di spicco di Hamas che trovano ospitalità sul suo territorio.
Ma oltre alla pessima figura per il Qatar, l’azione israeliana invia un messaggio chiaro a tutto il Medio Oriente: il Qatar è uno Stato-sponsor del terrorismo, che per anni ha fornito rifugio e finanziamenti per centinaia di milioni di dollari a Hamas (soldi utilizzati anche per pianificare il massacro del 7 ottobre). Israele, per almeno altri tre anni, può permettersi di andare avanti a colpire umiliare in questo modo quelle nazioni arabe che tengono in piedi il terrorismo (da ricordare anche l’umiliazione inflitta all’Iran, due mesi fa, sempre in coordinamento con gli Stati Uniti). Per chi vuole l’annientamento di Israele, questo è il peggiore degli incubi.

 


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