La Storia del bambino di Charles Dickens
Mentre siamo impegnati nelle nostre frenetiche attività quotidiane, è facile dimenticare di riflettere sulla vita. Nel racconto breve The Child's Story (La Storia del bambino), Charles Dickens vuole dirci che, invece di limitarci a vivere la vita, dovremmo riflettere su di essa, perché la vita è un viaggio magico, ricco di insegnamenti e cose preziose che non potremmo trovare da nessun'altra parte

William Shayer, "Viaggiatori a riposo”. Pubblico dominio.
Mentre siamo impegnati nelle nostre frenetiche attività quotidiane, è facile dimenticare di riflettere sulla vita. Nel racconto breve The Child’s Story (La storia del bambino), Charles Dickens vuole dirci che, invece di limitarci a vivere la vita, dovremmo riflettere su di essa, perché la vita è un viaggio magico, ricco di insegnamenti e cose preziose che non potremmo trovare da nessun’altra parte.
Il racconto narra di un viaggiatore che un giorno si mette in cammino per un viaggio magico inoltrandosi in un oscuro sentiero e, per un po’ di tempo non incontra nessuno, finché si imbatte in un bambino e gli chiede cosa ci fa nella foresta. «Gioco sempre. Vieni a giocare con me!» risponde il bambino.
Così il viaggiatore e il bambino giocano insieme felici nella foresta: il cielo è blu, il sole splendente, intorno hanno il canto degli uccelli e i colori; osservano la pioggia, il vento e i fiocchi candidi della neve e ascoltano il silenzio dei sentieri innevati, meravigliandosi di tutto il creato. Hanno tantissimi giochi e libri meravigliosi. Finché un giorno, all’improvviso, il viaggiatore non riesce più a trovare il bambino, per quanto lo chiami.
Rattristato, il viaggiatore prosegue il suo viaggio attraverso la foresta, fino a che incontra un bel ragazzo e gli chiede che cosa faccia lì. «Imparo sempre.Vieni a imparare con me» risponde il ragazzo. Il viaggiatore accetta e impara da lui ogni sorta di cose: studiano Giove, Giunone, i Greci e i Romani, senza dimenticare anche di giocare, in estate remano sul fiume e in inverno pattinano sul ghiaccio, hanno amici tanto cari e numerosi da non potersi contare. Ma anche questa volta il bel ragazzo scompare e invano l’uomo lo chiama.
Rattristato, il viaggiatore prosegue il suo viaggio attraverso la foresta, fino a che incontra un bel ragazzo e gli chiede che cosa faccia lì. «Imparo sempre.Vieni a imparare con me» risponde il ragazzo. Il viaggiatore accetta e impara da lui ogni sorta di cose: studiano Giove, Giunone, i Greci e i Romani, senza dimenticare anche di giocare, in estate remano sul fiume e in inverno pattinano sul ghiaccio, hanno amici tanto cari e numerosi da non potersi contare. Ma anche questa volta il bel ragazzo scompare e invano l’uomo lo chiama.
Il viaggiatore riprende il cammino, questa volta incontra un giovane e quando gli chiede che cosa faccia lì, il giovane risponde: «Sono sempre innamorato. Vieni ad amare con me». Il viaggiatore allora lo segue, incontrano una bella ragazza e il giovane si innamora, li vede ridere, litigare e fare la pace; si scrivono lettere, stanno sempre insieme e si preparano a sposarsi. È un periodo gioioso, ma un giorno il viaggiatore perde anche il giovane e la sua amata, spariscono e nemmeno loro rispondono ai suoi richiami. Triste, ma imperterrito, continua a camminare nel bosco da solo per un po’, finché incontra un signore di mezza età con moglie e figli e anche a lui chiede: «Cosa ci fai qui?». «Sono sempre indaffarato. Vieni a darti da fare con me!» risponde il signore.
Il viaggio prosegue nel bosco insieme al signore e alla sua famiglia, sono molto impegnati: tagliano gli alberi, aprono sentieri tra i rami e le foglie cadute, e intanto vede bambini che arrivano e altri che se ne vanno, in viali diversi e boschi più fitti; vede i capelli del signore diventare lentamente grigi mentre i suoi figli se ne vanno. Anche il bosco si trasforma col passare delle stagioni, e a ogni cambiamento il viaggiatore vede il signore alzare lo sguardo al cielo, che annuncia l’arrivo del tramonto. I bambini sono tutti andati via, ma il viaggio continua e anche la signora a un tratto se ne va. Il signore di mezza età lo accompagna ancora per un po’, fino al margine del bosco, dove splende il rosso del tramonto, poi, anche il vecchio amico scompare senza rispondere ai suoi richiami e il viaggiatore rimane nuovamente solo.
Infine, arrivato alla fine del bosco, il viaggiatore incontra un vecchio che sta seduto su un albero caduto. Gli chiede: «Cosa fai qui?» e il vecchio risponde: «Ricordo sempre. Vieni a ricordare con me!». Così il viaggiatore si siede accanto al vecchio, di fronte al sereno tramonto colorato di viola e allora tutti i suoi amici tornano silenziosamente mettendosi intorno a lui: vede di non aver perso nulla, è contento di vederli, li ama tutti e tutti lo amavano.
Percorrendo questa storia e assistendo alle tante sofferenze e gioie della vita, alle diverse stagioni dell’esistenza, Dickens ci dona la possibilità di unirci al vecchio nel ricordare. Come scriveva Aristotele: «Il valore ultimo della vita dipende dalla consapevolezza e dal potere della contemplazione piuttosto che dalla semplice sopravvivenza».
E, con Dickens, pensiamo anche noi che il viaggiatore sia proprio tu, caro nonno, perché questo è proprio quello che fai per noi e che noi facciamo per te.
E, con Dickens, pensiamo anche noi che il viaggiatore sia proprio tu, caro nonno, perché questo è proprio quello che fai per noi e che noi facciamo per te.
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