La natura incorruttibile di Atena e della saggezza – parte seconda

di Redazione ETI/James Sale
25 Settembre 2025 17:48 Aggiornato: 25 Settembre 2025 17:48

In questa seconda parte dedicata alla dea greca della saggezza, Atena, esaminiamo gli attributi essenziali della saggezza.

Nella prima parte abbiamo visto come il mondo occidentale abbia abbandonato la ricerca della saggezza per perseguire ciò che alcuni chiamano “autorealizzazione”. Abbiamo detto che l’essenza della saggezza è la moralità. Come scriveva lo statista romano Cicerone, è la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato, e questa capacità permea tutte le nostre attività.

Le intuizioni dei Greci sulla natura della saggezza derivavano dalla loro considerazione verso la dea Pallade Atena. Forse, vedere cosa possiamo imparare da Atena può aiutarci a diventare più saggi, persone in grado di distinguere più chiaramente tra giusto e sbagliato.

L’ORIGINE DI ATENA

James Thornhill, Allegoria di Apollo e Minerva (Atena) come saggezza e arti, fine XVII – inizio XVIII secolo. Royal Museums Greenwich, Londra. Pubblico dominio.

Il padre di Atena, Zeus, era il re degli dei e il sovrano supremo del Cosmo. Ma non lo era stato sempre: suo nonno Urano, dio originario del cielo, era stato detronizzato dal figlio, il titano Crono (o la divinità romana Saturno), che a sua volta era stato detronizzato dal figlio, Zeus. Questa progressione non era un semplice cambio della guardia, ma comportava un cambiamento fondamentale nella natura dell’universo. I Titani, governati da Crono, erano esseri primitivi e caotici, mentre Zeus e gli dei dell’Olimpo portarono nel cosmo ordine e giustizia: ridefinirono e riformarono completamente il cosmo.

Si può immaginare questo cambiamento di potere come un big bang: movimenti massicci di gas, esplosioni, buchi neri e tutto il resto; eppure da esso emergono ordine, organizzazione e vita. Non si avverte mai che Urano o suo figlio Saturno stiano pensando, si limitano ad agire e reagire. Ma con la comparsa di Zeus, percepiamo una mente in grado di comprendere tutto, di governare e di tenere insieme le cose, compresa la distruzione del male (come il drago Tifone).

Quando Zeus sta per sposare Hera, regina degli dei, ha una relazione con Metis, la Titanessa il cui nome significa “astuzia”, “intelligenza scaltra” o “saggezza”. Si amano, ma sono anche diffidenti l’uno verso l’altra. Zeus conosce la profezia secondo cui il figlio di Metis sarà più grande di suo padre. In breve, Zeus inganna Metis trasformandola in una mosca mentre lui si trasforma in una lucertola e la mangia immediatamente! Missione compiuta: niente più Metis e nessuna possibilità di un figlio ancora più grande di lui. Ma alla fine, l’astuzia di Metis si rivela più forte dell’inganno di Zeus.

Infatti, Metis ha creato la situazione che desiderava: non un accoppiamento con Zeus, ma l’incorporazione nel suo essere attraverso l’ingestione. Zeus torna al banchetto nuziale felice e sicuro che Metis non sia più una minaccia. Qualche tempo dopo, un forte mal di testa inizia letteralmente a lacerarlo: il re degli dei urla di dolore e nessuno sembra in grado di alleviare la sua sofferenza, finché Prometeo non consiglia a Efesto cosa fare.

Si noti che ogni personaggio di questa storia ha un significato simbolico. Innanzitutto Prometeo, un Titano, si schiera con Zeus contro i Titani. Perché? Beh, il suo nome fornisce un indizio, significa “prevedere”. Prometeo aveva previsto che Crono avrebbe perso nella battaglia contro suo figlio e quindi si schiera con i vincitori: la previsione è, ovviamente, una forma di saggezza.

In secondo luogo, Efesto (il dio romano Vulcano) è il dio zoppo figlio di Zeus e Era. Ma, cosa fondamentale, è l’armaiolo degli dei, forgia il metallo ed è un maestro nella lavorazione dei metalli. In altre parole, è il difensore degli dei.

Prometeo ordina a Efesto di prendere l’ascia e gli spiega cosa fare. Zeus viene convinto a farsi spaccare la testa in due dall’ascia di Efesto, mentre tutti gli dei assistono alla scena. All’inizio, quando vedono il cranio aprirsi ne sono inorriditi, ma poi rimangono completamente stupiti nel vedere apparire dalla ferita la punta di una lancia, seguita dalla dea Atena in armatura completa.

NASCITA VERGINALE

Pallas Athena, 1655 ca, attribuita a Rembrandt. Museo Calouste Gulbenkian, Lisbona. Pubblico dominio.

Esistono diversi parallelismi tra questo mito greco della saggezza e la saggezza di cui parla la Bibbia. La saggezza non nasce dalla carne, dal sesso e dalla biologia, ma in modo partenogenetico, o, nel linguaggio comune, attraverso una nascita vergine.

Straordinariamente, la saggezza è sui generis, ossia unica nel suo genere. Una delle sue caratteristiche è che è già completamente “armata”, non ha bisogno né di armarsi né di prepararsi, perché nella sua natura essenziale è già armata: Atena è completa in se stessa, pienamente sufficiente, pienamente capace, pienamente potente.

Tornando alla Bibbia, un aspetto raramente notato della vita di Gesù è che era costantemente oggetto di attacchi verbali e sfide. Eppure non c’è un solo caso documentato in cui abbia avuto difficoltà nel dare una risposta efficace e decisiva. I farisei e i maestri del tempo si domandavano dove avesse ricevuto quell’uomo la sua istruzione. Chi gli aveva insegnato? Non era istruito, quindi come poteva rispondere in quel modo – con tale sapienza?

Il mito di Atena dice che istruzione e saggezza non sono la stessa cosa, e potrebbero benissimo essere in contrasto tra loro. La saggezza ha un potere assiomatico; è fondamentale, precede quello che potremmo definire «riflettere sulle cose». In altre parole, la saggezza è intuitiva; nasce dal profondo della nostra psiche. Riconosciamo che questo è vero quando vediamo persone comuni mostrare più saggezza – talvolta potremmo definirla buon senso – rispetto alle persone istruite del nostro tempo.

Un esempio lampante di qualche tempo fa illustra questo punto: le testimonianze universitarie davanti al Congresso. In questo caso i saggi del mondo, l’élite intellettuale, si sono dimostrati inadeguati nel contesto della vera saggezza, che consiste nel distinguere tra il bene e il male. Particolarmente eclatante è stata la testimonianza della professoressa Claudine Gay, che in seguito ha dovuto dimettersi dalla carica di presidente di Harvard. Di lei, la deputata repubblicana Elise Stefanik ha detto: «Le sue risposte sono state assolutamente patetiche e prive della leadership morale e dell’integrità accademica richieste al presidente di Harvard».

Come può una persona così istruita essere talmente priva di saggezza? Purtroppo, oggi l’istruzione è stata separata dalla saggezza.

Giovanni Antonio Pellegrini, Una persona colta e nobile ha bisogno di saggezza, Nobiltà con statua di Atena, fine XVII – inizio XVIII secolo. Museo delle Belle Arti di Boston. Pubblico dominio.

C’è un ultimo punto da considerare riguardo alla nascita verginale di Atena: una delle prime cose che la dea fa dopo la nascita è chiedere a Zeus di rimanere vergine per sempre, ed egli acconsente. C’è un significato profondo dietro questa richiesta: la volontà della Saggezza di restare pura, incontaminata, non corrotta dalla carnalità; di mantenere inoltre un punto di vista indipendente e obiettivo, perché non verrà condizionata da relazioni o da una relazione particolare che potrebbe spingerla alla parzialità. Lei è la Vergine Eterna che non può essere contaminata.

Chiaramente, l’idea sottesa è che la conoscenza è oggettiva, mentre la soggettività subisce l’influenza della realtà quotidiana. E il suo essere oggettiva costituisce un antidoto per gran parte del pensiero contemporaneo.

Nel terzo articolo di questa serie, passeremo dalla nascita di Atena alla considerazione di alcune delle sue azioni più significative e di come, attraverso la comprensione di Atena, lei possa aiutarci a tornare “a casa”.