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Israele rifiuta la proposta di Hamas e va avanti con l’occupazione di Gaza

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Veicoli militari israeliani a Gaza

Photo: foto REUTERS/Amir Cohen.

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Tempo di lettura: 5 Min.

Hamas ha rilasciato ieri sera una dichiarazione ufficiale in cui afferma di essere ancora “in attesa” della risposta di Israele alla proposta dei mediatori del 18 agosto, secondo cui dieci dei venti ostaggi ancora in vita sarebbero stati rilasciati. L’organizzazione terroristica afferma di essere pronta a un «accordo globale», che includerebbe «il rilascio di tutti i prigionieri israeliani in cambio di un numero concordato di prigionieri palestinesi, nell’ambito di un accordo che porti alla fine dei combattimenti, al ritiro dei militari israeliani da Gaza, all’apertura dei valichi e all’inizio della ricostruzione».
Ma fonti di israeliane sentite da Epoch affermano che Hamas stia cercando di impedire l’occupazione di Gaza City da parte di Israele e, che quindi la propaganda mediatica dell’organizzazione che controlla la Palestina sia volta a manipolare la situazione per rallentare i negoziati per la liberazione di tutti gli ostaggi e il raggiungimento di una tregua stabile; questo per ritardare l’occupazione di Gaza e guadagnare qualche altro mese. Hamas starebbe anche cercando di allargare la frattura interna nella società israeliana e di mobilitare l’opinione pubblica contro le decisioni del governo. Un alto funzionario di Hamas all’estero, Izzat al-Rashq, ha infatti dichiarato a Al Jazeera: «Noi stiamo dicendo al presidente degli Stati Uniti Trump che Hamas ha accettato il 18 agosto la proposta dei mediatori, basata sulla proposta di Witkoff, e Netanyahu non ha ancora risposto. Abbiamo espresso la nostra disponibilità a un accordo globale, ma Netanyahu è il vero ostacolo agli accordi e vuole una guerra senza fine».
Il mediatore palestinese-americano Bishara Bahabah, che agisce da collegamento tra l’organizzazione terroristica e gli Stati Uniti, ha dichiarato ieri sera al canale saudita Al-Arabiya che «Hamas ha offerto tutto quello che poteva, e in passato ha sempre rimandato. La risposta di Hamas all’offerta odierna è razionale e responsabile. Trump farà pressione su tutti affinché pongano fine alla guerra di Gaza, che può concludersi entro due settimane se c’è una reale intenzione. Ci sono più segnali positivi che mai verso una soluzione permanente per Gaza».
Ma Israele ha già respinto categoricamente la proposta di Hamas. L’ufficio del primo ministro ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma: «Purtroppo, questa è l’ennesima versione di Hamas che non ha nulla di nuovo. La guerra può finire immediatamente alle condizioni stabilite dal governo: il rilascio di tutti gli ostaggi, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia, il controllo di sicurezza israeliano su Gaza e l’istituzione di un governo civile alternativo che non fomenti terrorismo, non invii terrore e non minacci Israele. Solo queste condizioni impediranno a Hamas di riarmarsi e di ripetere il massacro del 7 ottobre» come peraltro Hamas ha giurato di voler fare.
Anche il ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz ha risposto all’annuncio di Hamas: «Hamas continua a chiudere gli occhi e a dire parole vuote, ma presto si renderà conto che deve scegliere tra due alternative: accettare le condizioni israeliane per porre fine alla guerra (in primo luogo il rilascio di tutti gli ostaggi e il disarmo) oppure vedere Gaza diventare l’equivalente di Rafah e Beit Hanoun». E i soldati sono «già pronti», ha poi avvisato il ministro.
Diverse ore prima dell’annuncio di Hamas, Donald Trump ha confermato in parte la risposta israeliana, via Truth, dicendo che Hamas deve rilasciare tutti e venti gli ostaggi, non solo alcuni, e che dopo «le cose cambieranno subito».
Fonti israeliane di Epoch affermano che non vi sia alcun cambiamento nella decisione già presa dal Gabinetto di Sicurezza israeliano di occupare Gaza City, e che Benjamin Netanyahu sia del tutto determinato a procedere come già più volte preannunciato. Il capo di stato maggiore delle forze armate israeliane, generale Eyal Zamir, ha dichiarato che «l’Operazione Gideon Chariots II è iniziata». L’ala militare di Hamas ha annunciato tramite Al Jazeera di aver lanciato una controffensiva denominata “Quartier Generale di Mosè” per resistere all’operazione Gideon Chariots II. Tra Israele e Palestina, purtroppo la guerra continua.

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