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Il "nuovo Medio Oriente” visto dalla stampa araba

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Il giornalista Faisal Al-Qassem, conduttore del programma "Opposite Direction" su Al Jazeera | Screenshot

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Faisal Al-Qassem, autore siriano-britannico e volto di punta del programma The Opposite Direction su Al Jazeera, ha pubblicato il 28 giugno un importante articolo sul quotidiano qatariota Al-Quds Al-Arabi, in cui analizza i profondi cambiamenti che Stati Uniti e Israele starebbero imponendo al Medio Oriente.
Conduttore dal 1996 del celebre talk show, noto per il suo stile tagliente e per affrontare questioni politiche controverse, Al-Qassem è spesso stato associato alle posizioni ideologiche di Fratelli Musulmani (un movimento politico-religioso islamico, fondato in Egitto nel 1928), pur non essendone un membro ufficiale, per via del lavoro che ha svolto per Al Jazeera (organo di propaganda legato agli interessi del Qatar e forte sostenitore del movimento).
Da anni, Al-Qassem appoggia le rivoluzioni della “Primavera Araba”, in particolare quelle che hanno favorito l’ascesa di gruppi islamisti in Egitto e Tunisia, e attacca regolarmente i governi di Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, tutti Stati nemici dei Fratelli Musulmani. Nel suo articolo, Al-Qassem sostiene che il Medio Oriente stia attraversando una trasformazione radicale dichiarata apertamente da Usa e Israele: «Non servono teorie complottiste: americani e israeliani annunciano chiaramente l’intenzione di rimodellare il Medio Oriente», scrive, sottolineando che guerre e violenze non sono serviti ai popoli in cerca di libertà, ma sono stati guidati dagli interessi di potenze straniere.
Benjamin Netanyahu e Donald Trump sarebbero alleati in questo processo, che mira a consolidare la supremazia di Israele e l’influenza americana, soprattutto contro la crescente presenza cinese. Al-Qassem ha elencato i cambiamenti in atto in Medio Oriente: la Siria, un tempo un Paese belligerante, potrebbe diventare un protetto americano con un esercito riqualificato; il Libano si ritrasformerà dopo l’eliminazione di Hezbollah; l’Iraq, già cambiato dall’invasione americana del 2003, potrebbe evolversi ulteriormente; la Giordania teme di accogliere rifugiati palestinesi dopo la guerra a Gaza e Cisgiordania e Gaza vivono un periodo di grande incertezza, con il futuro palestinese a rischio e altri Paesi vicini a Israele che corrono il rischio di dividersi.
Anche la Turchia, membro Nato, teme di diventare un obiettivo di questo “piano” israelo-americano. Secondo il giornalista arabo, in Medio Oriente non esistono veri alleati, a parte Stati Uniti e Israele, mentre gli altri Paesi ricoporono il ruolo di pedine in una scacchiera più grande: persino il Pakistan è un Paese vulnerabile. L’obiettivo finale sarebbe non solo l’egemonia regionale, ma il dominio mondiale direttamente in chiave anticinese.
Secondo alcuni esperti l’articolo rifletterebbe le preoccupazioni dei Fratelli Musulmani per la normalizzazione tra Paesi arabi e Israele dopo il cessate il fuoco con l’Iran. Il Qatar (che rifiuta di normalizzare i rapporti con Israele) utilizzerebbe i suoi giornali, come Al Jazeera, proprio per screditare questo processo e rallentarne l’avanzata.
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