Il 28 settembre, ancora prima dell’annuncio ufficiale del piano americano per la pace a Gaza, Hamas aveva rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui affermava che l’ex primo ministro britannico Tony Blair è «una figura indesiderata» in Palestina.
Hosem Badran, membro dell’ufficio politico del movimento, ha commentato in un post su Telegram la notizia secondo cui Blair avrebbe preso parte all’amministrazione provvisoria della Striscia di Gaza affermando che «integrare qualsiasi piano con questa persona indesiderabile è un brutto segno per il popolo palestinese», e descrivendo Blair come una “figura negativa” che potrebbe finire processato da un tribunale internazionale per crimini di guerra, per il suo ruolo nella seconda guerra in Iraq. Hosem Badran ha poi definito Tony Blair un «fratello del diavolo» accusandolo di «non aver portato nulla di buono alla questione palestinese, né agli arabi né ai musulmani« e dicendo che «il suo ruolo criminale e distruttivo è noto da molti anni».
Badran ha sottolineato che la gestione degli affari palestinesi a Gaza o in Cisgiordania è una questione interna palestinese che richiede il consenso nazionale e che nessuna parte regionale o internazionale può imporre al popolo palestinese come gestire i propri affari. Ha inoltre osservato che il popolo palestinese è in grado di autogestirsi: «Abbiamo le capacità e l’esperienza palestinesi che ci permetteranno di gestire i nostri affari e le nostre relazioni con la regione e il mondo».
Il piano americano pubblicato dalla Casa Bianca prevede che Gaza sia gestita da un governo di transizione temporaneo apolitico, composto da un comitato palestinese, responsabile della gestione dei servizi pubblici e municipali e che agisca con l’obiettivo di portare beneficio alla popolazione. Il Comitato sarebbe composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, sotto la supervisione di un nuovo organismo internazionale – il “Consiglio per la Pace” – che sarà istituito e guidato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, insieme ad altri capi di Stato tra cui, appunto, l’ex primo ministro britannico Tony Blair.
E non è solo Hamas a opporsi a Blair: anche alti funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese dichiarano di opporsi a qualsiasi ruolo di Blair nella Striscia, accudendolo di essere smaccatamente filo-israeliano e un criminale di guerra per il suo ruolo nella guerra in Iraq. Negli ambienti dell’Anp sembra prevalere l’idea che l’obiettivo del piano americano – contrariamente a quanto dichiarato – sia quello di imporre un controllo israelo-americano su Gaza, deportandone la popolazione e trasformandola in un’area utile ai loro interessi.