Trump risponde alla stretta sulle terre rare: nuovi dazi del 100% alla Cina

di Giovanni Donato/Emel Akan
11 Ottobre 2025 1:37 Aggiornato: 11 Ottobre 2025 1:37

Tra Stati Uniti e regime cinese è guerra (commerciale) aperta. Donald Trump ha annunciato ieri che gli Stati Uniti imporranno, a partire dal primo novembre, un dazio aggiuntivo del 100 per cento sui prodotti cinesi e ulteriori controlli alle esportazioni di software strategici.
Il presidente degli Stati Uniti accusa il regime cinese di aver assunto nuove condotte commerciali «aggressive» sulle esportazioni delle merci di quasi tutti i settori, riferendosi alle recenti modifiche normative con cui il Partito comunista cinese limita ulteriormente l’esportazione delle terre rare.
In un nuovo messaggio pubblicato su Truth, Trump ha quindi dichiarato che gli Stati Uniti «imporranno un dazio del 100% alla Cina, in aggiunta a qualsiasi altro dazio già in vigore». E il presidente americano ha avvertito Pechino che i dazi potrebbero entrare in vigore anche prima, a seconda della reazione di Pechino.

Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre comunicato l’annullamento del previsto incontro con il segretario generale del Partito comunista cinese Xi Jinping. Trump e il dittatore cinese avrebbero dovuto incontrarsi in occasione del viaggio ufficiale del presidente americano in Corea del Sud, nell’ambito del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico previsto per la fine del mese: «Avrei dovuto incontrare il presidente Xi tra due settimane, in Corea del Sud, durante l’Apec, ma ora non sembra esserci alcuna ragione per farlo».
Donald Trump sottolinea come il regime cinese – che è un quasi monopolista delle terre rare – rischi non solo di danneggiare gli Stati Uniti ma anche e soprattutto di causare la paralisi dell’economia mondiale e della stessa economia cinese, precisando che diverse nazioni hanno espresso irritazione per questa «ostilità commerciale» cinese.
«Ho sempre pensato che stessero aspettando il momento opportuno per colpire, e come al solito, avevo ragione» ha anche commentato The Donald.

Donald Trump accusa la dittatura comunista cinese di aver reso il mondo proprio «ostaggio», costruendo (in modo del tutto spregiudicato, peraltro) un monopolio di fatto su metalli e materie prime di importanza vitale per praticamente tutte le moderne tecnologie. Il presidente americano ha inoltre precisato che gli Stati Uniti possiedono posizioni di forza analoghe su diverse risorse strategiche, ma che finora non le hanno mai usate come strumento di pressione. E ha inquadrato in chiave geo-politica il momento in cui il Pcc ha deciso di annunciare le nuove restrizioni all’esportazione di terre rare, accusando Pechino di tempistiche particolarmente inopportune, visto che l’annuncio è arrivato proprio nel giorno in cui «la pace era finalmente stata raggiunta in Medio Oriente».

«Sarò costretto, in qualità di presidente degli Stati Uniti, a reagire con delle contromisure economiche – ha anche detto Trump – Non avrei mai pensato che si arrivasse a questo punto ma […] il momento è arrivato». E «anche se potrà essere doloroso – ha osservato Trump – sarà un bene per gli Stati Uniti».

 


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