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Pro Vita & Famiglia: sindaco di Genova presenta progetto dell’ideologia gender all’asilo

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Tempo di lettura: 2 Min.

Pro Vita & Famiglia, associazione per difendere la vita umana dal concepimento alla morte naturale, promuovere la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e tutelare la libertà educativa dei genitori, ha scritto su X: «Silvia Salis fuori controllo a Genova, l’ideologia gender entra all’asilo “in nome della lotta alla violenza sulle donne”. Il sindaco di Genova ha presentato, ieri 25 novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, un progetto di “educazione sessuale e affettiva” rivolto ai bambini delle scuole materne, dai 3 ai 6 anni. Sono coinvolte 4 scuole dell’infanzia, per un totale di circa 300 bambini. Si introducono nelle scuole le solite teorie con il chiaro obiettivo di indottrinare bambini e ragazzi alla teoria gender e alle rivendicazioni del mondo Lgbt, proprio nell’età più sensibile, quando il senso critico non è ancora sviluppato. Ma ormai la maschera è caduta, alle belle parole di “rispetto”, “parità” e “affettività” non crede più nessuno. I genitori pretendono di mantenere il diritto di educare i propri figli, senza appaltarlo ad attivisti, pseudo professionisti e politici ideologizzati, che hanno come unico credo il progressismo woke. E purtroppo il sindaco Salis è tra questi, non è un caso che il Comune di Genova abbia appena stanziato 156 mila euro per un consulente esterno dedicato all’attuazione e all’incremento delle “politiche Lgbt”. Questa vergognosa decisione della Salis conferma quanto sia urgente approvare il ddl Valditara sul consenso informato obbligatorio dei genitori. E anche questa volta non resteremo a guardare, abbiamo già inviato una pec al dott. Antimo Ponticiello, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Liguria, chiedendo il pieno rispetto della nota ministeriale del 2018 sul consenso informato, preventivo, specifico e scritto dei genitori per ogni ampliamento dell’offerta formativa. Non vi permetteremo di decidere sui nostri figli. Fuori dalle scuole».

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