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Orbán: l’Ungheria non sosterrà l’adesione dell’Ucraina all’Ue

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Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, in risposta all’attacco di Zelensky sul veto posto dall’Ungheria sull’ingresso di Kiev nell’Ue, ha scritto ieri su X: «oggi il presidente Zelensky ha attaccato nuovamente l’Ungheria e il Governo ungherese durante una conferenza a Bruxelles, con una serie di accuse. Vediamo cosa ci dicono i fatti. Per quanto riguarda il sostegno, l’Ungheria ha accolto rifugiati dall’Ucraina, con oltre 14 milioni di attraversamenti di frontiera dall’inizio della guerra. Gestiamo tre scuole ucraine nel nostro Paese, ci siamo presi cura di soldati e bambini feriti, abbiamo ospitato oltre diecimila bambini ucraini in campi estivi in Ungheria, formato personale medico, ricostruito scuole e asili in Ucraina e l’anno scorso siamo stati il principale fornitore di elettricità per l’Ucraina. Finora abbiamo speso complessivamente 200 milioni di euro in aiuti umanitari agli ucraini. È deplorevole se per il presidente Zelensky questo non significa nulla. Ricordo inoltre al presidente che gli aiuti che l’Ucraina riceve dall’Unione europea includono anche denaro ungherese. Non ci fa piacere, ma è un dato di fatto. Respingo l’insinuazione che l’Ungheria debba qualcosa all’Ucraina. L’Ucraina non difende l’Ungheria da nessuno né da nulla. Non lo abbiamo chiesto e non lo chiederemo mai. La sicurezza dell’Ungheria è garantita dalle nostre capacità di difesa nazionale e dalla Nato, di cui l’Ucraina (per fortuna) non fa parte. Infine, ricordo al presidente che la decisione sull’adesione di un Paese all’Ue spetta agli Stati membri, all’unanimità. Ogni Stato membro ha il diritto sovrano di appoggiare o opporsi all’ingresso di un nuovo membro. L’Ungheria non sostiene né sosterrà l’adesione dell’Ucraina all’Ue, perché porterebbe la guerra in Europa e trasferirebbe denaro degli ungheresi in Ucraina. Riteniamo che l’Unione debba instaurare una partnership strategica con l’Ucraina senza adesione. Questa è la nostra proposta. Manterremo questa posizione anche in futuro, come abbiamo pieno diritto di fare».
 
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