Xi Jinping fa pulizia anche a Hong Kong

Una fonte vicina agli ambienti politici cinesi ha rivelato che l’attuale leader del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, sarebbe il responsabile della situazione che ha sconvolto Hong Kong.
Il 9 dicembre, infatti, il capo dell’Esecutivo di Hong Kong, Leung Chun-ying, ha annunciato improvvisamente che non intende ricoprire un secondo mandato, e da allora il presidente dell’ufficio di collegamento cinese (Zhang Xiaoming) ha disertato alcuni importanti eventi pubblici e meeting finanziari.

La stessa fonte ha poi affermato che Xi ha preso di mira Leung e Zhang per aver messo in imbarazzo Pechino con delle azioni che starebbero portando Hong Kong sull’orlo del collasso. Epoch Times aveva precedentemente appreso di un’epurazione in corso (ordinata da Xi Jinping) di tutti i funzionari corrotti di Hong Kong rimasti legati a Jiang Zemin, ex capo del Partito Comunista Cinese e principale rivale di Xi.

FARLA FINITA

La fonte che ha parlato con Epoch Times è vicina alla leadership cinese, e ha rivelato che la sera dell’8 dicembre due «inviati speciali» di Pechino avrebbero incontrato Leung Chun-ying riportandogli l’ordine di Xi Jinping di «farla finita». La sera successiva Leung ha indetto una conferenza stampa in cui ha annunciato che non aveva intenzione di proseguire (come invece sarebbe consuetudine) per un secondo mandato, «a causa di problemi familiari».

Xi ha ordinato a Leung di farsi da parte affinché «il sistema politico di Hong Kong rimanga invariato rispetto agli ultimi cinquant’anni»; vale a dire affinché l’ordinamento speciale della regione autonoma, descritto dall’espressione ‘un Paese due sistemi’, non sia minato.
Diversamente dalla Cina continentale, Hong Kong – ex colonia britannica – è una regione della Cina a statuto democratico, status che deriva dall’accordo di passaggio dell’ex colonia britannica alla Cina nel 1997.
«La comunità internazionale non deve dire che il regime cinese usa le maniere forti per reprimere l’opinione pubblica e mantenere al potere Leung Chun ying», ha riportato la fonte.

Leung Chun-yin ha ottenuto la sua carica di capo dell’Esecutivo nelle elezioni del 2012, con un limitatissimo margine di voti. La rosa di candidati alle cariche pubbliche è selezionata da un gruppo ristretto di persone appartenenti a una sorta di comitato pro-Pechino, fattore che riduce il livello di democraticità della regione.

Come capo dell’Esecutivo, Leung è alquanto impopolare a Hong Kong, per via di alcune misure prese durante il mandato, come l’imposizione della ‘educazione patriottica’ nei libri di testo per le scuole, che i cittadini hanno definito «indottrinamento comunista»; la polizia della città, sotto la sua direzione, ha inoltre lanciato lacrimogeni contro i migliaia di manifestanti riunitisi davanti al palazzo del governo nel 2014, atto che ha dato il via a 79 giorni di proteste in richiesta di  vera democrazia; in ultimo Leung ha suscitato parecchio clamore sul caso di un gruppo politico della città chiamato ‘Hong Kong Indipendence’.

Recentemente Leung e il suo governo hanno denunciato diversi nuovi parlamentari, affermando che non avevano reso il dovuto giuramento. In questa situazione l’assemblea legislativa ha messo in atto un provvedimento basato su un’insolita interpretazione della legge, che ha portato due parlamentari pro-indipendenza a perdere i loro seggi.

Sebbene i media di Hong Kong abbiano speculato sul fatto che l’attuale capo dell’Esecutivo Leung Chun-yin potrebbe continuare a occuparsi di politica, la fonte conferma la riluttanza di quest’ultimo a esercitare questo privilegio, aggungendo: «La commissione indipendente anti-corruzione di Hong Kong non sta forse indagando su Leung per un caso di corruzione? Dopo che saranno fornite tutte le prove verrà sicuramente arrestato».
Un giornale australiano ha sostenuto che nel 2014 Leung, dopo aver assunto l’incarico politico, non avrebbe dichiarato un pagamento di 6 milioni di dollari ricevuto da una compagnia privata, omissione che a Hong Kong costituisce reato. La fonte ha aggiunto che «l’amministrazione di Xi affronterà il caso di Leung quando verrà eletto il nuovo capo dell’esecutivo» con le elezioni previste nel marzo del 2017.

RIMPROVERI DA PECHINO

Zhang Xiaoming, un alto funzionario cinese di stanza a Hong Kong, è stato platealmente assente agli eventi della sfera pubblica e privata, dopo che Leung ha inaspettatamente ritirato la sua candidatura per le prossime elezioni: il 10 dicembre ha saltato una fiera campionaria, il 13 dicembre è stato assente a un evento pubblico in memoria del massacro di Nanchino e il 15 dicembre ha disertato una cena ufficiale del governo. Un uomo d’affari di Hong Kong, che vuole rimanere anonimo, ha rivelato a Epoch Times che Zhang non si è presentato neanche a una cena di incontro con la comunità d’affari della città, e che avrebbe inoltre saltato l’incontro del 10 dicembre per la promozione degli investimenti della Cina continentale.

Secondo la nostra fonte, Zhang non ha potuto rispettare gli impegni presi del suo programma, perché assente: «Il gruppo di Xi lo avrebbe convocato per un ammonimento». Zhang a quanto pare è infatti accusato della gestione disastrosa di Hong Kong ed è stato chiamato a fornire aiuto alle indagini sulla corruzione.

La fonte ha poi riferito che Zhang e Leung Chun-Yun «sono corresponsabili della devastazione di Hong Kong» sin da quando hanno assunto le rispettive cariche nel 2012. L’ufficio di collegamento Cina-Hong Kong è infatti diventato il ‘burattinaio’ che ha interferito con la politica di Hong Kong, mandando all’aria gli accordi relativi al principio ‘un Paese due sistemi’. Nel 2015 Zhang ha affermato pubblicamente che Leung fosse al di sopra della legge e rappresentasse un «potere superiore», e gli ha fatto eco nelle critiche contro i sostenitori di ‘Hong Kong indipendence’.

Inoltre alcuni gruppi comunisti hanno turbato la società di Hong Kong: negli ultimi quattro anni la Youth Care Association di Hong Kong (HKYCA) ha molestato i praticanti del Falun Gong in numerosi e rilevanti episodi. La fonte ha aggiunto che l’HKYCA «potrà essere punita in futuro […] quando i piani alti manderanno il segnale, dovranno fare i bagagli e rendere conto di tutto».

Pechino spera inoltre che Zhang possa aiutare nelle indagini anti-corruzione riguardanti Song Lin, ex presidente dell’azienda statale China Resources. Song, che aveva operato fuori Hong Kong ed è stato arrestato nel 2014, è conosciuto come persona vicina a Zeng Qinghong ex vice capo del regime e intermediario politico di lunga data di Jiang Zemin. Gli organi di informazione di Hong Kong rappresentano Zhang Xiaoming e Song Lin legati personalmente e sostengono che Zhang abbia aiutato Song a trasferire all’estero i suoi beni quando quest’ultimo è finito nel mirino dell’opinione pubblica a causa della sua condotta .

L’informatore di Epoch Times ha riferito anche che Pechino sta tenendo d’occhio alcune «attività illegali di Zhang», come la recente vendita all’asta di una sua calligrafia per la cifra di oltre 2 milioni e 400 mila dollari a una cena organizzata da politici pro-Pechino, e potrebbe mettterlo sotto indagine in futuro.

L’attuale leader Xi Jinping sta servendosi della campagna anti-corruzione per eliminare la fazione politica dell’ex capo del partito Jiang Zemin, e portare fuori il partito stesso dalla cultura di corruzione che Jiang ha a suo tempo istituito e consolidato. L’ente anti-corruzione del Pcc ha infatti arrestato oltre un milione di criminali e più di duecento alti funzionari.

PULIZIE A HONG KONG

Negli ultimi mesi Xi Jinping sta mirando agli elementi legati alla fazione di Jiang Zemin a Hong Kong: le istituzioni rappresentanti il regime cinese a Hong Kong, come l’Ufficio di collegamento e l’Ufficio per Hong Kong e Macao, sono stati a lungo allineati a Jiang Zemin, ed è quindi possibile che Xi Jinping abbia mandato degli «inviati speciali» da Leung Chun-ying, per assicurarsi che il messaggio non andasse perduto attraverso i canali ufficiali.

Dall’inizio di agosto, tuttavia, il Sing Pao Daily, un giornale pro-Pechino di Hong Kong, ha pubblicato diversi pungenti editoriali contro Leung Chun-yin e Zhang Xiaoming, e altri leader di alto livello di Hong Kong, definendoli «portatori di calamità»; il Sing Pao Daily ha poi insinuato che la ragione per cui questi funzionari sono scampati alle indagini sulla loro condotta, è il fatto di trovarsi sotto l’ala protettrice di Jiang. Si tratta di commenti alquanto inusuali per un giornale schierato con Pechino, che di solito si guarda bene dal criticare i funzionari provenienti dalla Cina continentale. Questa inusuale linea editoriale, ha perciò portato molti analisti a pensare che Xi abbia usato il Sing Pao per mandare un messaggio.

Il 15 dicembre, in aggiunta, il Sing Pao ha pubblicato un articolo in cui affermava che il ‘Leader massimo’ del Partito’ (Xi ha assunto il titolo di ‘Leader massimo del Partito’ ad ottobre), non vuole imporre a Hong Kong un sentiero di lacrime e sangue, quasi a voler sottolineare che Pechino non ha intenzione di seminare il panico a Hong Kong, ma che l’intenzione è di eliminare solo gli elementi più ‘facinorosi’.

L’articolo ha mandato il messaggio che la leadership di Xi non vuole destrutturare tutto ad Hong Kong, vuole solo eliminare quegli elementi che creano disordini e spaccature, così come hanno già in precedenza riportato sia la nostra fonte Epoch Times stesso.

Gli investigatori anti-corruzione a ottobre avevano attaccato l’Ufficio per Hong Kong e Macao per non aver eseguito gli ordini del Partito Centrale; Epoch Times aveva appreso in novembre che Xi aveva creato una task force per indagare sui funzionari corrotti di Hong Kong, e alla conclusione delle indagini centinaia di funzionari verranno eliminati.

La fonte sostiene inoltre che Pechino abbia recentemente mandato diversi membri alternativi della Comissione centrale per indagare su Hong Kong e capire «che aria tira in loco». Questi ‘membri alternativi’ sono una sorta di ‘secondo livello’ delle organizzazioni più influenti cinesi, e tra questi risultano le figure emergenti del partito, candidate a occupare in futuro posti di massima leadership. La fonte di Epoch Times ha concluso spiegando che questi funzionari hanno inoltre mandato e potere «assoluti in termini di capacità di indagine» e che riportano tutto quello che scoprono direttamente a Xi Jinping.

 

Articolo in inglese: Exclusive: Xi Jinping Behind Unexpected Political Changes in Hong Kong, Insider Says

Traduzione di Fabio Cotroneo

 

 
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