Usa, Senato approva risoluzione per «andare a fondo» sull’origine del virus del Pcc

Di Tom Ozimek

Venerdì il Senato ha approvato una risoluzione bipartisan che invita l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ad agire con «estrema urgenza» per indagare sulle origini del virus del Pcc, chiedendo l’accesso completo e trasparente ai documenti in Cina.

La risoluzione, introdotta dai senatori Roger Marshall (repubblicani) e Kirsten Gillibrand (democratici), chiede una immediata, completa e trasparente indagine da parte dell’Oms, con accesso a tutti i documenti, ai campioni e al personale pertinente in Cina.

L’indagine «deve esplorare completamente tutte le possibili origini della pandemia di Covid-19, compresa la zoonosi esclusivamente ‘naturale’ in natura, la contaminazione umana in un ambiente animale e un incidente correlato alla ricerca», afferma la risoluzione, chiedendo inoltre che gli Stati Uniti e i partner globali siano coinvolti nell’indagine, «se la Cina continua sulla sua strada dell’insabbiamento e dell’offuscamento».

«È scandaloso che non sia stata ancora condotta un’indagine completa sulle origini di Covid-19», ha dichiarato Marshall. Nel frattempo l’Assemblea mondiale della sanità si sta riunendo virtualmente per una serie di incontri che vanno dal 24 maggio al 1 giugno.

Senatore Roger Marshall, (R-Kan.) Parla durante un’audizione al Senato, a Washington, il 3 febbraio 2021. (Susan Walsh / Afp tramite Getty Images)

«Dobbiamo ottenere un’indagine completa sull’epidemia», ha chiarito Marshall, aggiungendo, «se la Cina continua nel suo percorso di insabbiamento, dobbiamo iniziare a pianificare un’indagine completa, anche con partner in tutto il mondo. I cinesi devono mostrarci i dati ed essere trasparenti con il mondo, e se non lo faranno, lotteremo per arrivare al fondo di questa epidemia».

Gillibrand ha institito sul fatto che «l’ostruzione di Pechino è completamente inaccettabile»: «La nostra risoluzione chiarisce che gli Stati Uniti ritengono che la precedente indagine dell’Oms fosse errata, che ci debba essere responsabilità e che tutte le potenziali origini di questo virus, inclusa la fuga da laboratorio, debbano essere indagate a fondo».

Senatrice Kirsten Gillibrand (Dn.Y.) parla con i giornalisti a Capitol Hill, a Washington, il 10 marzo 2020. (Samuel Corum/Getty Images)

Il primo studio dell’Oms sulle origini del virus del Pcc si è concluso con un rapporto di marzo in cui si afferma che il virus è probabilmente passato alle persone mediante un animale sconosciuto, ma secondo il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus gli inviati non hanno condotto bene le loro indagini, perché devono essere approfondite anche le altre teorie: «Per quanto riguarda l’Oms, tutte le ipotesi restano sul tavolo. […] Non abbiamo ancora trovato la fonte del virus», aveva affermato all’epoca Ghebreyesus.

Il 25 maggio, gli Stati Uniti hanno esortato l’Oms a lanciare una nuova indagine sull’origine del virus del Pcc, sottolineando la necessità di trasparenza: «La fase 2 dello studio sulle origini del virus deve essere avviata con termini di riferimento trasparenti, basati sulla scienza e che diano agli esperti internazionali l’indipendenza per valutare appieno la fonte del virus e i primi giorni dell’epidemia», ha affermato il segretario alla Salute e i Servizi Umani Xavier Becerra, in un intervento alla 74a Assemblea mondiale della sanità.

La virologa cinese Shi Zhengli all’interno del laboratorio P4 a Wuhan, la capitale della provincia cinese dell’Hubei, il 23 febbraio 2017. (Johannes Eisele/Afp via Getty Images )

Più di una decina di nazioni, tra cui Stati Uniti e Unione Europea, hanno sollevato preoccupazioni sullo studio di fase uno dell’Oms sull’origine del virus, indicando il significativo ritardo del rapporto e il rifiuto della Cina di condividere dati grezzi cruciali.

Il presidente Joe Biden ha annunciato il 26 maggio di aver ordinato una più attenta revisione dell’intelligence di quelli che ha caratterizzato come due scenari ugualmente plausibili delle origini del virus del Pcc: uno naturale, l’altro una fuga da laboratorio.

Il laboratorio che è al centro della controversia è ospitato presso il Wuhan Institute of Virology, a Wuhan, in Cina, ed è salito alla ribalta tra le preoccupazioni che il virus del Pcc possa aver avuto origine lì, piuttosto che facendo un salto naturale dai pipistrelli agli umani.

Vista generale che mostra il Wuhan Institute of Virology a Wuhan, nella provincia centrale cinese dell’Hubei, il 3 febbraio 2021. (Hector Retamal/Afp via Getty Images)

I membri repubblicani dell’House Intelligence Committee hanno sostenuto nel rapporto del 19 maggio che è più probabile che il virus sia fuggito dal laboratorio.

Il Pcc ha però negato qualsiasi legame tra l’origine del virus e il laboratorio di Wuhan, spingendo per l’ipotesi «zoonotica naturale», ovvero che il virus sia stato trasmesso all’uomo da un animale ospite. Tuttavia, finora Pechino non è riuscita a identificare la specie animale originale che avrebbe trasmesso il virus all’uomo.

Inoltre, In una conferenza stampa del 24 maggio il regime cinese aveva affermato che il virus abbia avuto origine al di fuori della Cina. Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, aveva accusato gli Stati Uniti di aver rilasciato il virus dalla base militare di Fort Detrick nel Maryland, ma di fronte alle domande sulle origini del virus del Pcc, l’Istituto di virologia di Wuhan si è rifiutato di condividere i suoi dati grezzi, i registri di sicurezza e i registri di laboratorio sul loro lavoro sui coronavirus nei pipistrelli.

 

Articolo in inglese: Senate Passes Resolution Urging Probe to ‘Get to the Bottom’ of CCP Virus Origin



 
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