I prodotti progettati per proteggerci potrebbero effettivamente compromettere la salute del nostro cervello?
Una nuova ricerca indica che dei prodotti chimici domestici comuni che utilizziamo come ritardanti di fiamma e disinfettanti, potrebbero essere dannosi.
In un recente studio, gli scienziati hanno testato migliaia di sostanze chimiche potenzialmente pericolose e hanno scoperto due tipi specifici che danneggiano le cellule cerebrali, secondo quanto ha spiegato a Epoch Times Paul Tesar, che ha conseguito un dottorato in biologia delle cellule staminali e dello sviluppo ed è il ricercatore principale dello studio.
Milioni di persone colpite da malattie neurologiche per cause sconosciute
Anche se i disturbi neurologici colpiscono milioni di persone – e il numero è in aumento – solo una frazione dei casi deriva da cause genetiche, il che porta ad ipotizzare che i fattori ambientali contribuiscono al loro aumento.
Per identificare questi fattori di rischio, il team di Tesar si è concentrato sulle sostanze chimiche che influiscono negativamente sugli oligodendrociti, cellule nervose cruciali che creano la guaina mielinica isolante attorno ai nervi nel cervello e nel midollo spinale, consentendo una corretta trasmissione del segnale.
Analizzando gli effetti di oltre 1.800 sostanze chimiche sullo sviluppo degli oligodendrociti di topo in colture cellulari, i ricercatori ne hanno identificati 292 che uccidono queste cellule e 49 che ne inibiscono la crescita.
Un recente studio pubblicato su Nature Neuroscience ha identificato due gruppi chimici dannosi: i ritardanti di fiamma organofosfati, utilizzati nei coloranti e nella plastica, e i composti di ammonio quaternario (Qac), presenti nei disinfettanti. I ritardanti di fiamma sono comunemente usati nei mobili, nei prodotti in schiuma, nei materiali da costruzione e nell’elettronica.
I Qac sono utilizzati in detergenti per superfici, disinfettanti per le mani, saponi, shampoo, balsami e ammorbidenti.
Oggetti di uso quotidiano che espongono i bambini a sostanze chimiche dannose per il cervello
I Qac, presenti in molti prodotti per la cura personale e disinfettanti il cui utilizzo è aumentato durante la pandemia di Covid-19, e i ritardanti di fiamma organofosfati, presenti nei dispositivi elettronici e nei mobili, rappresentano potenziali rischi.
«Queste sostanze chimiche possono essere trovate nei prodotti che usiamo nelle nostre case, dove svolgono un ruolo importante», ha affermato Tesar, «ma dobbiamo considerare quali livelli di esposizione sono sicuri e quali potrebbero influenzare la salute del cervello».
Gli oligodendrociti continuano a svilupparsi dallo stadio fetale fino all’età adulta, il che li rende suscettibili ai danni chimici tossici. I ricercatori hanno collegato l’esposizione a un metabolita ritardante di fiamma, il bis (1,3-dicloro-2-propil) fosfato (Bdcipp), a scarsi risultati neurologici nei bambini a livello nazionale negli Usa.
Analizzando i dati dal 2013 al 2018, il team ha trovato il Bdcipp in 1.753 su 1.763 campioni di urina di bambini di età compresa tra 3 e 11 anni.
Rispetto al quartile più basso, i bambini con i livelli più alti di Bdcipp nelle urine risultavano avere il doppio delle probabilità di aver bisogno di un’istruzione speciale e sei volte il rischio di diagnosi di disturbo grosso motorio.
Esistono già prove che collegano le sostanze chimiche alla sclerosi multipla
Una ricerca del 2020 ha rilevato un aumento mondiale dei casi di sclerosi multipla a partire dal 2013. Questa malattia cronica e debilitante causa danni alla mielina, portando a debolezza muscolare, problemi di vista, intorpidimento e problemi di memoria. «La perdita di oligodendrociti è alla base della sclerosi multipla e di altre malattie neurologiche», ha affermato Tesar in un comunicato stampa.
Le prove già collegano le tossine ambientali come il piombo e l’alluminio alla sclerosi multipla. Nel 2023, gli scienziati hanno pubblicato un articolo editoriale su Frontiers in Molecular Neuroscience sostenendo che l’esposizione al fumo di sigaretta, all’inquinamento atmosferico e ai pesticidi potrebbe compromettere la salute del cervello, aumentando il rischio di declino cognitivo e malattie neurodegenerative.
Le scoperte del team di Tesar mostrano che specifiche sostanze chimiche presenti nei prodotti di consumo possono danneggiare direttamente le cellule produttrici di mielina, rappresentando un fattore di rischio per le malattie neurologiche precedentemente non riconosciuto. «Tuttavia, è necessario fare più lavoro per valutare i livelli di esposizione e la durata prima di poter tracciare connessioni chiare tra esposizione e malattie umane».
È necessario ulteriore lavoro per stabilire livelli sicuri delle sostanze chimiche necessarie
Tesar ha spiegato che la sua ricerca mira a comprendere meglio i potenziali effetti delle sostanze chimiche ambientali sulla salute del cervello. «Abbiamo testato rigorosamente queste sostanze chimiche in laboratorio per dimostrare che, a livelli specifici, possono danneggiare le cellule del cervello. È interessante notare che abbiamo scoperto che queste sostanze chimiche non prendono di mira le cellule nervose, ma altre cellule del cervello».
Tesar ha affermato che il suo studio evidenzia che alcune sostanze chimiche presenti nei prodotti domestici di uso quotidiano possono danneggiare la salute umana. Tuttavia, ha anche avvertito che questi risultati non specificano che queste sostanze chimiche debbano essere rimosse dal nostro ambiente o dalle nostre case.
Lo studio getta le basi per il lavoro futuro che identificherà i livelli di esposizione pericolosi per informare meglio le pratiche e le politiche. È l’inizio, e non un invito a eliminare immediatamente queste sostanze chimiche.
George Citroner riferisce su salute e medicina, coprendo argomenti che includono cancro, malattie infettive e condizioni neurodegenerative. Nel 2020 gli è stato assegnato il premio Media Orthopaedic Reporting Excellence (MORE) per un articolo sul rischio di osteoporosi negli uomini.
Versione in inglese: Common Household Chemicals Attack Critical Brain Cells, Research Warns