Ricercatori italiani: la musica influenza il modo in cui mangiamo

Di Susan C. Olmstead

I commensali che ascoltano musica più lenta si avvicinano al pasto con più calma, masticano il cibo più a fondo e trascorrono più tempo a tavola.

In un nuovo studio presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, i ricercatori hanno eseguito un esperimento per determinare in che modo il ritmo della musica influenzi i comportamenti alimentari dei commensali, evocando emozioni.

I loro risultati, pubblicati di recente sulla rivista Food Quality and Preference, mostrano che la musica ha il potenziale di aiutare le persone a cambiare le proprie abitudini alimentari, con possibili benefici per chi soffre di disturbi alimentari e per coloro che sono a dieta o semplicemente desiderano limitare o moderare l’assunzione di cibo.

Musica e umore

Abbiamo tutti avuto l’esperienza del nostro umore che cambia improvvisamente  quando ascoltiamo un certo tipo di musica e gli scienziati hanno ripetutamente osservato, confermato e quantificato questo fenomeno.

Un recente intervento di musicoterapia  per pazienti geriatrici ricoverati in un ospedale australiano ha scoperto che la musica era «confortante» e «calmante» per i pazienti e che li aiutava a dimenticare le loro preoccupazioni. Il personale ospedaliero ha affermato che le sessioni di musicoterapia hanno rallegrato e calmato l’umore dei pazienti anziani.

È stato dimostrato che la musica classica, in particolare, promuove negli ascoltatori il rilascio del neurotrasmettitore dopamina, portando a  una riduzione della sensazione di ansia e stress e ad un effetto positivo sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna.

I ricercatori italiani, guidati da Riccardo Migliavada, dottore in ecogastronomia, educazione e società, affermano che oltre alla sua capacità di influenzare l’umore, la musica ha anche il potere di influenzare il nostro comportamento mentre mangiamo, inclusa la nostra «percezione del gusto, appetito e scelte alimentari». Fanno notare che esiste un corpus di ricerche che mostra che la musica di sottofondo nei ristoranti influisce sulla quantità di cibo che i clienti mangiano, sulla velocità con cui lo mangiano e persino sul modo in cui ne percepiscono il sapore.

I ricercatori indicano uno studio in particolare in cui i soggetti percepivano il cibo (in questo caso, il gelato al cioccolato) come più dolce quando lo mangiavano ascoltando la musica che piaceva loro. I ricercatori hanno etichettato questo fenomeno come «interazione audio-gustativa» e sostengono che il genere musicale influenzi il «sapore emotivo» del cibo e delle bevande che le persone mangiano mentre ascoltano, e quindi il modo in cui le persone sperimentano e descrivono ciò che assaggiano.

Anche le persone in cura ospedaliera per disturbi alimentari hanno mostrato miglioramenti nei comportamenti alimentari mentre ascoltavano musica.

Secondo una ricerca pubblicata a gennaio sul Journal of Eating Disorders, le 51 donne coinvolte nello studio hanno riferito che sia la musica rilassante del pianoforte che la musica pop hanno migliorato il loro umore durante i pasti, che altrimenti possono essere stressanti per le persone con disturbi alimentari.

I dietisti che hanno osservato i pazienti hanno anche riferito che i pazienti hanno mostrato un miglioramento dei comportamenti durante i pasti (lasciando meno cibo non consumato ed eseguendo meno «rituali» alimentari disordinati) quando veniva suonata la musica.

Sintonizzazione sul tempo

Il nuovo studio in Italia ha indagato gli effetti particolari del ritmo, piuttosto che del genere musicale, del volume o di altri fattori. Gli autori hanno scelto di isolare questa componente perché «tra le tante variabili tecniche, il ritmo della musica è una di quelle che sembrano influenzare maggiormente il comportamento alimentare, influenzando la velocità di mangiare e bere e la durata del pasto».

Migliavada e i suoi ricercatori hanno diviso casualmente 124 soggetti in due gruppi: uno che ascoltava musica a un ritmo veloce di 145 battiti al minuto (Bpm) e un altro che ascoltava musica a 85 Bpm mentre mangiava focaccia.

Hanno osservato i comportamenti alimentari dei soggetti analizzando le registrazioni video dei loro pasti, misurando gli avanzi dopo aver mangiato e somministrando un questionario.

I soggetti che ascoltavano la musica più veloce (145 Bpm) hanno riferito di sentirsi più «attivi, energici ed entusiasti» rispetto a quelli che ascoltavano musica più lenta. Quelli del gruppo con musica più lenta hanno riferito di sentirsi più «calmi e pacifici» rispetto ai soggetti del gruppo con musica più veloce.

I ricercatori hanno scoperto che, oltre a sentirsi più rilassati, coloro che ascoltavano musica più lenta trascorrevano più tempo a mangiare e masticavano il cibo più a fondo rispetto a coloro che ascoltavano musica più veloce. Ciò «conferma l’influenza del ritmo musicale sul comportamento alimentare».

«In particolare», riferiscono, «questo è il primo studio a segnalare che la musica a ritmo lento può aumentare il numero di masticazioni e la durata totale della masticazione». La masticazione, una parte spesso trascurata di un’alimentazione sana, è un elemento importante nella digestione. Secondo i ricercatori, aiuta l’assimilazione dei nutrienti e anche la salute del cervello.

Al contrario, quando i Bpm della musica aumentavano, il consumo di cibo da parte dei soggetti dello studio aumentava mentre il tempo trascorso a mangiare diminuiva. Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna differenza nella quantità totale di cibo consumato dai soggetti dei due gruppi.

Masticare il cibo più lentamente e a fondo, trascorrendo così più tempo a mangiare, influisce sulla rapidità con cui le persone si sentono «piene» o soddisfatte e può essere una strategia utile per perdere peso.

Come affermano i ricercatori, «Un transito orale più lungo durante la masticazione consente alle proprietà sensoriali del cibo di interagire con i recettori sensoriali, agendo come segnali sensoriali rilevanti per la sazietà».

Sentirsi sazi riduce la fame dopo un pasto e può anche prevenire l’eccesso di cibo al pasto successivo, portando a abitudini alimentari migliorate in modo sostenibile.

 

Versione in inglese: Researchers Find That Music Affects How We Eat

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