Spalletti torna a Roma. L’uomo giusto al posto giusto

ROMA — Tra la Roma e Spalletti sboccia di nuovo l’amore, o forse sarebbe meglio dire che non si è mai appassito. Infatti, in questi 7 anni trascorsi dalle sue dimissioni, i tifosi non hanno più dimenticato quello che il ct toscano ha fatto per la squadra, e lo stesso Spalletti, anche dal lontano gelo di Russia, ha sempre portato il calore di Roma nel cuore.

Per un allenatore soprattutto, è difficile non innamorarsi di questa tifoseria, capace di ripagare con grande affetto ed entusiasmo ogni goccia di sudore scesa dalla fronte di allenatore e giocatori; e questo Spalletti lo sa bene, dopo aver vinto qui due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, essere arrivato secondo per tre volte — una delle quali sfiorando lo scudetto — e aver espresso sul campo un gioco invidiabile anche dai più grandi club europei. Quindi l’amore tra società e tifoseria è indubbiamente reciproco.

Ma dalle vicende di quest’ultimo periodo, come le proteste-sciopero della Curva Sud per la divisione in settori ad esempio, ci si potrebbe essere accorti che quella capitolina è al contempo una tifoseria esigente e che non riesce a nascondere il suo dissenso verso la società. Gli ultimi risultati della squadra poi, hanno solo contribuito a far disinnamorare i tifosi e a rendere lo stadio Olimpico ancora più vuoto.

Garcia ha fatto da capro espiatorio in tutto ciò, e la scelta di Pallotta di avere Luciano Spalletti come nuovo allenatore della Roma quindi non è di certo casuale, e ha una duplice funzione. Di solito, assegnare un nuovo nome alla panchina è la mossa più veloce per rigenerare l’ambiente nello spogliatoio, dare una scossa alla squadra e provare a ripartire. Ma un nome qualsiasi si sarebbe probabilmente limitato a fare solamente questo, con il rischio di non farlo neanche bene.

Spalletti, visto il suo trascorso a Roma e allo Zenit, è prima di tutto una garanzia di successo in termini di risultati, e permette di non avventurarsi in acque sconosciute in un momento in cui la Roma non può proprio permetterselo; ma soprattutto, è l’allenatore che negli ultimi anni è riuscito a far avvicinare società e tifoseria come nessun altro era riuscito. Il ritorno di Spalletti a Roma è come il ricongiungimento di un matrimonio tra un marito e una moglie che si erano tanto amati, ma che per un motivo o per un altro si erano dovuti separare. C’è qualcosa di incompiuto nella loro storia, che deve essere ancora finalizzato.

È su quest’ultimo fattore emozionale che Pallotta ha fatto leva e, sicuro di quello che la Roma di Spalletti ha significato per i tifosi, consapevole della solidità di quella storia d’amore tutt’altro che finita e semmai solo iniziata, ha riportato l’allenatore a Roma per provare a ricongiungere società e tifoseria. E sicuramente quello di Pallotta è uno sforzo che va apprezzato, perché capire le esigenze di Roma e i sentimenti dei romani non è affatto una cosa semplice.

 

 
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