Perché Huawei ha citato in giudizio gli Stati Uniti?

Questo articolo è di James Gorrie, scrittore texano e autore del libro ‘The China Crisis’ 

Il gigante tecnologico cinese Huawei, di recente accusato di spionaggio e di aver violato le sanzioni contro l’Iran, ha deciso di intentare causa contro il governo statunitense. Dopo l’arresto di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria del colosso orientale, e il pagamento da parte di Huawei di una multa da 1 miliardo di dollari, questa causa risulterebbe quasi ridicola, se la posta in palio non fosse cosi alta; ma in effetti è veramente alta.

Una seria minaccia per gli Stati Uniti e per tutti gli utenti

Huawei sta guidando lo sviluppo del 5G in gran parte del mondo, e vorrebbe condurre le danze anche negli Stati Uniti. Per di più c’è il sospetto che, in quanto principale produttore di strumentazioni per le telecomunicazioni al mondo, possa aver installato dei software spia all’interno dell’hardware venduto alle infrastrutture statunitensi, che includono infrastrutture di comunicazione, centrali elettriche, centrali nucleari, sistemi di controllo del traffico aereo, e altre.

Agli occhi del governo statunitense Huawei rappresenta una minaccia talmente concreta che il vicepresidente Mike Pence, e il segretario di Stato Mike Pompeo, hanno avvisato le nazioni che usano le strumentazioni fornite da Huawei che questo renderà molto difficile la collaborazione con gli Stati Uniti. Anche alcuni Paesi in Europa e nel resto del mondo stanno guardando con diffidenza a Huawei; Germania e Polonia ad esempio hanno recentemente arrestato due dipendenti Huawei – uno è un ex diplomatico cinese – per spionaggio.

Il confine tra pubblico e privato è molto sfumato

Huawei e il Partito Comunista Cinese (Pcc) negano di essere unite da un qualsivoglia legame. Questo fatto potrebbe sembrare inverosimile – e in effetti lo è – ma il regime cinese sta continuando ad agire come se Huawei fosse un’azienda isolata, che sta combattendo da sola la sua ‘retta’ battaglia contro gli Stati Uniti. Dal canto suo Huawei sostiene di essere un’impresa indipendente, di proprietà dei propri impiegati.

Tuttavia queste affermazioni contano poco e costituiscono semplicemente una negazione della realtà. C’è veramente qualcuno che pensa che un’azienda delle dimensioni, capacità e potenziale di Huawei possa agire indipendentemente [in Cina], senza essere influenzata dal Pcc?

In realtà il Pcc usa un’ampia varietà di mezzi per controllare l’operato delle aziende ‘private’. Alcuni dei più noti sono le associazioni di settore, che sono tipicamente dirette da ex ministri o altri membri del Partito, con lo scopo di mantenere le imprese fedeli ai diktat del Pcc. Anche i colloqui regolari con la Ndrc, la commissione addetta alla pianificazione economica della Cina, sono molto efficaci. Inoltre il Pcc ha il potere – e lo usa – di obbligare le aziende private a cooperare con i programmi diretti dallo Stato.

Per quanto riguarda Huawei, così come ogni altra impresa, persona o gruppo all’interno della Partito Comunista Cinese, il suo operato è senz’altro controllato e punito dal Pcc. Questo è particolarmente vero nel caso di Huawei, dato l’enorme impatto diplomatico e strategico delle sue azioni. Questa azienda privata sta in effetti agendo come un ente sponsorizzato dallo Stato sulla scena mondiale.

La strategia di Huawei per conoscere le tecniche di monitoraggio statunitensi

Dal momento che diversi Paesi in tutto il mondo stanno suonando l’allarme per proteggersi dal rischio di spionaggio (e dalla perdita dei posti di lavoro), posto dall’operato di Huawei, cosa spera di ottenere il gigante cinese da un procedimento legale che sembra destinata a perdere?

Innanzitutto lo scopo non è vincere; l’intera causa è una specie di tela sulla quale la Cina intende ritrarre gli Stati Uniti, sotto una luce negativa davanti alla comunità internazionale, in particolare davanti all’Unione Europea. È un’opportunità di propaganda per creare divisioni tra gli Stati Uniti e i suoi alleati europei, sotto un profilo politico e in particolare economico. Dato che gli Stati Uniti stanno tentando di convincere l’Unione Europea a fare meno affari con la Cina e più con l’America, la reazione della Cina è comprensibile.

Nello specifico il bersaglio principale della causa sono le leggi statunitensi sulla sicurezza: Huawei sostiene che il governo statunitense stia usando la sicurezza nazionale solo per giustificare la guerra commerciale contro la Cina. Naturalmente se la causa riuscisse in qualche modo a ostacolare la politica commerciale del governo Trump nei confronti della Cina tanto meglio.

Fondamentalmente la strategia di Huawei ha lo scopo di spingere gli Stati Uniti a rivelare i suoi segreti. La Cina vuole sapere come fa l’America a monitorare l’operato delle aziende tipo Huawei. Perciò il valore della causa per Huawei risiede nel processo di trasparenza.

Naturalmente il capo dell’ufficio legale dell’azienda, Song Liuping, ha parlato di ben altri argomenti durante una recente conferenza stampa, dichiarando che la diffida nei confronti di Huawei da parte degli Stati Uniti è «basata su asserzioni false, infondate e non provate» e che Huawei ha un programma e degli standard eccellenti per la tutela della sicurezza.

In realtà il loro obbiettivo è vedere le ‘prove’ che gli Stati Uniti hanno contro di loro e testare le ‘asserzioni’. In essenza la Cina spera che il procedimento legale spinga gli Stati Uniti a rivelare come hanno saputo ciò che sanno circa le attività e le strumentazioni di Huawei.

Con ogni probabilità la Cina non è interessata e non si aspetta nemmeno di vincere la causa, o almeno non nel senso comune del termine. Tuttavia se riuscissero a scoprire le tecniche adoperate dall’intelligence statunitense, allora avrebbero ‘vinto’ molto di più. Sarebbe una vittoria strategica e tecnologica dal momento che permetterebbe alle aziende cinesi di comprendere meglio le tecniche dell’intelligence statunitense e capire come evitare quel tipo di monitoraggio in futuro.

 

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times. 

Articolo in inglese: China’s ‘Huawei Strategy’ is to Bypass US Intelligence

 
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