Bugiardino: perché il foglietto illustrativo dei farmaci si chiama così

Tutti noi almeno una volta abbiamo letto il foglietto illustrativo di un medicinale, il bugiardino. Ma perché si chiama così? Sarà che dice un sacco di bugie? Andiamo a scoprirlo.

Innanzitutto la parola bugiardino deriva proprio dall’unione dell’aggettivo bugiardo con il suffisso -ino. Nella zona di Siena alcuni potrebbero chiedere ai loro nonni il significato del termine bugiardo, e probabilmente vi risponderanno che il bugiardo era la locandina dei giornali esposta fuori dalle edicole. Probabilmente da qui si può capire l’origine del termine bugiardino, date le dimensioni ridotte di un foglio.

Ma ancora non si spiega l’utilizzo del termine bugiardino e il suo collegamento con la parola bugiardo. L’Accademia della Crusca sul suo sito ha fatto chiarezza sostenendo che i bugiardini «negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia. Non erano quindi vere e proprie ‘bugie’ quelle che vi si potevano leggere, ma nell’insieme il foglietto risultava un ‘bugiardino’ che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importanti ma che potevano essere compromettenti per il prodotto». In breve il bugiardino diceva delle piccole bugie.

Certamente nel tempo, per esempio inserendo gli effetti indesiderati e collaterali dei farmaci, il bugiardino è diventato più completo e veritiero rispetto a una volta. Ma come mai allora è chiamato ancora bugiardino?

Ancora una volta l’Accademia della Crusca fa luce sulla questione, ma prima proviamo a farci una domanda: quante volte abbiamo rinunciato a leggere un bugiardino a causa dei caratteri minuscoli e di quell’insieme di informazioni troppo tecniche e scritte con un linguaggio spesso incomprensibile? Da qui possiamo comprendere e giustificare il suo appellativo. «La mancata trasmissione di informazioni dovuta e alla qualità e alla quantità delle indicazioni (non far capire è quasi come non dire), continua a giustificare l’appellativo di bugiardino», si legge sul sito dell’Accademia della Crusca.

Ad ogni modo il riconoscimento ufficiale compare da poco più di vent’anni. Bugiardino compare per prima sugli Annali del Lessico Contemporaneo ItalianoNeologismi 1993-94, nell’edizione del 97 del vocabolario  Sabatini-Coletti e infine sull’edizione 1999-2000 del GRADIT (Grande Dizionario dell’Italiano dell’Uso di Tullio De Mauro), secondo la Crusca.

Insomma tra ironia e qualche ‘inganno’, il bugiardino non è proprio bugiardo, ma…bugiardino.

 

 
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