La politica Zero-Covid si aggiunge alle varie incertezze sulla ‘rielezione’ di Xi

Di Justin Zhang

La dura politica anti-Covid della Cina ha esacerbato la disunione nel Partito Comunista e intensificato le lotte tra le diverse fazioni del Partito, aggiungendo ulteriore incertezza nel percorso di rielezione del leader Xi Jinping al prossimo ventesimo Congresso del Partito.

Nonostante le misure sempre rigorose di tolleranza zero sulla trasmissione del virus, il regime comunista cinese ha difficoltà a mantenere il controllo su Shanghai. La più grande metropoli cinese «si trova ad affrontare una sfida epidemica di gravità e complessità senza precedenti, da quando c’è stata la normalizzazione della tolleranza zero nella prevenzione e nel controllo dell’epidemia locale», ha affermato Wu Jinglei, direttore della Commissione sanitaria municipale di Shanghai in una conferenza stampa del 23 marzo su Cctv.

Il 27 marzo Shanghai ha segnalato 50 nuovi casi confermati e 3.450 casi asintomatici. Al 22 marzo erano stati registrati 25.587 contatti stretti e altri 60.883 contatti stretti di questi precedenti contatti stretti, secondo quanto ha annunciato la Commissione sanitaria locale.

Si ritiene da tempo che i dati ufficiali cinesi siano seriamente inferiori ai dati reali, in particolare quelli sulle vittime. L’opinione pubblica suggerisce che l’epidemia reale in Cina potrebbe essere molto peggiore di quanto viene detto; tuttavia mancano i dati per dimostrarlo.

In una riunione del Politburo del 17 marzo, Xi Jinping ha sottolineato la sua determinazione nel punire i funzionari responsabili dell’epidemia fuori controllo e ha dichiarato che bisogna «indagare immediatamente e punire coloro la cui inosservanza del dovere ha portato a uno scoppio incontrollato dell’epidemia, nel rispetto della disciplina e dei regolamenti».

Lo stesso giorno, le autorità della provincia dello Jilin, nel nord-est della Cina, hanno annunciato che 16 funzionari e funzionari pubblici sono stati puniti per «prevenzione e controllo inefficaci dell’epidemia». Da febbraio, più di 60 funzionari locali sono stati ritenuti responsabili, in cinque province e comuni, e alcuni di loro sono stati destituiti.

La banda di Jilin

Secondo Radio Free Asia, l’ex leader del Partito Comunista Cinese (Pcc) Jiang Zemin all’inizio degli anni ’90 ha sostenuto la «Banda di Jilin». Uno dei massimi funzionari promossi da Jiang fu Zhang Dejiang, allora segretario del Comitato del Partito Provinciale di Jilin, che in seguito divenne anche capo del Gruppo di Coordinamento Centrale del Pcc per Hong Kong e Macao e vicepresidente della Commissione Centrale per la Sicurezza dello Stato.

Nella primavera del 2003, Zhang è stato coinvolto nell’occultamento dell’epidemia di Sars, un’epidemia che ha provocato 1.755 contagiati e 299 morti, inclusi otto operatori sanitari morti in servizio, secondo quanto ha riferito Apple Daily nel 2016.

Finora, nessun funzionario di Shanghai è stato ritenuto responsabile dell’epidemia fuori controllo di Covid. Il governatore della città, Li Qiang, in qualità di segretario del partito e membro del Politburo centrale, è considerato un membro della fazione di Xi dagli osservatori degli affari cinesi. E sarà probabilmente scelto per essere uno dei potenziali successori di Xi.

Lotte interne e la presa di Xi sul potere

Una serie di politiche dell’amministrazione Xi, volte a epurare i nemici politici, gettano un’ombra sulla rielezione di Xi che sarà decisa al XX Congresso del Partito Comunista che si terrà in autunno.

Da quando ha preso il potere nel 2012, Xi è stato coinvolto nelle lotte interne al Pcc. Il 28 gennaio, pochi giorni prima del capodanno cinese, Xi è apparso in tuta militare al Centro di Comando Centrale come comandante in capo dell’esercito, affermando così il suo potere e intimidendo i suoi oppositori politici.

Quest’anno è il momento in cui i vertici del Pcc verranno decisi di nuovo, il che costituisce di solito il periodo più intenso per le lotte politiche e di potere tra le varie fazioni. Secondo la Costituzione del Pcc, oggni comitato di partito a livello centrale e locale sarà rimescolato ogni cinque anni.

La fazione Jiang, una banda nata dal potere politico dell’ex leader Jiang Zemin, è il più grande e pericoloso rivale politico di Xi, che ha lanciato un colpo di Stato contro Xi alla vigilia del suo governo nel 2012, fallendo.

Nella successiva epurazione di rappresaglia, Xi non è stato in grado di rimuovere le forze di Jiang, lasciandosi esposto a potenziali difficoltà.

Entro la fine di quest’anno, quando si terrà il ventesimo Congresso del Partito Comunista, la maggior parte degli alti funzionari della fazione di Jiang saranno in età pensionabile, il che significa che saranno esclusi dal nucleo del potere, cosa che le forze di Jiang non possono accettare.

Sarà anche un momento di feroce competizione per il potere tra le forze nel gruppo, stando alla storia recente del Pcc.

Inoltre, il trattamento differenziato di Xi nei confronti dei funzionari locali potrebbe rendere insoddisfatti i quadri del Pcc, suscitare più conflitti tra di loro, rendere più intense le lotte e Xi potrebbe trovare problematico sostenere i propri alleati.

Zhang Tianliang, editorialista di Epoch Times, ha affermato che Xi sta per incontrare ulteriori ostacoli sulla sua strada per la rielezione, visto che alcune politiche di Xi hanno infastidito molte persone con dei particolari interessi all’interno del Pcc, compresi i vertici che hanno sostenuto Xi in passato.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: COVID-Zero Policy Adds to Xi’s Re-Election Uncertainty

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