Isis fa stragi a Tikrit e Yarmouk

Le squadre forensi irachene hanno iniziato a scavare nelle fosse comuni ritrovate a Tikrit, la città irachena appena liberata. Potrebbero contenere i cadaveri di circa 1700 soldati massacrati dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS), secondo quanto dichiarato dall’Isis stesso, riporta Ansa. L’inviata Cnn Arwa Damon ha contato in tutto dieci fosse: otto nel palazzo presidenziale e due fuori dalla città.

L’esumazione dei corpi è iniziata ieri, lunedì 6 Aprile, dopo che i combattenti jihadisti sono stati cacciati dalle forze irachene e paramilitari sciite. «Abbiamo scavato nelle prima fossa e finora abbiamo trovato almeno 20 corpi. Le indicazioni iniziali mostrano che si tratta indiscutibilmente delle vittime del campo Speicher», queste le parole dell’ufficiale sanitario iracheno riportate da Al Jazeera, che aggiunge: «la scena che ci siamo trovati davanti era straziante. Chi può uccidere 1.700 persone a sangue freddo?».

La stessa cifra di morti era stata svelata un mese fa dall’Onu in un resoconto, nel quale diceva che circa «dai 1.500 ai 1.700 membri dell’esercito iracheno da Camp Speicher sono stati uccisi il 12 giugno dall’Isis, presumibilmente dopo essere stati catturati». Le uccisioni di massa dei soldati iracheni sciiti avvenute lo scorso giugno vicino alla base statunitense Camp Speicher sono diventate simbolo della violenza e brutalità dei combattenti Isis, che il 12 giugno 2014 avevano pubblicato su internet video e audio delle esecuzioni. Human Rights Watch aveva definito l’episodio Il massacro di Camp Speicher.

Il 1 aprile lo Stato Islamico ha lanciato un attacco al campo profughi siriano di Yarmouk, prendendone quasi il controllo totale. A oggi la situazione del campo, situato a sud di Damasco, è peggiorata. Le parole di Chris Gunnes, dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (Unrwa), diventano portavoce della criticità della situazione nel campo profughi palestinese: «non c’è cibo, non c’è acqua e ci sono pochissime medicine. Le persone rimangono rintanate nelle loro case, ci sono ancora combattimenti in corso per le strade. Sono stati registrati dei bombardamenti. Tutto questo deve finire e i civili devono essere evacuati».

Secondo quanto riportato da Ansa i jihadisti hanno ucciso 9 militanti palestinesi che stavano difendendo il campo. Oggi – mentre i miliziani palestinesi e i combattenti dell’Esercito siriano libero fronteggiano i jihadisti che stanno cercando di occupare completamente il perimetro – l’Onu ne richiede l’accesso per poter fornire aiuti umanitari. Internazionale riporta che Ahmed Majdalani, funzionario dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, ha parlato della partenza di una delegazione per discutere la creazione di un corridoio umanitario.

 
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