Il Pcc «ha le mani sporche del sangue di decine di milioni di cinesi»

WASHINGTON—Il numero di cinesi che hanno interrotto i loro legami con le organizzazioni comuniste cinesi ha superato i 400 milioni il 3 agosto, secondo il Global Center for Quitting the Pcc (un’organizzazione dedicata all’elaborazione e al monitoraggio delle dichiarazioni online che denunciano l’appartenenza al Pcc). E la cosa non è sfuggita a parlamentari ed esperti statunitensi.

«Il Partito Comunista Cinese ha le mani sporche del sangue di decine di milioni di cinesi, quindi non c’è da meravigliarsi se oltre 400 milioni di civili cinesi hanno lasciato il Pcc negli ultimi due decenni», ha commentato il parlamentare americano Tim Burchett (R-Tenn.) in una dichiarazione via e-mail.

«La grande carestia di Mao, Piazza Tienanmen, la persecuzione del Falun Gong e il genocidio dei musulmani uiguri sono tutte prove che il Pcc si preoccupa solo della sua presa al potere», ha affermato Burchett, che siede nel sottocomitato asiatico della Commissione Affari Esteri della Camera degli Stati Uniti.

«Il popolo cinese sarebbe servito meglio da un governo aperto e veramente rappresentativo, quindi spero che il movimento Tuidang prenda piede».

Il rappresentante Tim Burchett (R-Tenn.) (S) stringe la mano al sottosegretario della Difesa per l’intelligence e la sicurezza Ronald Moultrie, dopo un’audizione sui fenomeni aerei non identificati a Washington il 17 maggio 2022 (Jose Luis Magana/AFP tramite Getty Images)

Un movimento di «autoguarigione»

Secondo Ryan (pseudonimo di uno degli autori dei Nove Commentari sul Partito Comunista, un libro pubblicato da Epoch Times cinese che ha ispirato il movimento Tuidang), negli ultimi decenni, un numero crescente di cinesi ha messo in dubbio il fatto che il Pcc rappresenti il popolo.

Ryan (il cui vero nome non viene rivelato per proteggere la sua famiglia in Cina) descrive Tuidang come un movimento di «autoguarigione» e «auto redenzione». Dice che i Nove Commentari stanno aiutando il popolo cinese a districare decenni di propaganda del Pcc che hanno instillato l’idea che il Partito sia la stessa cosa della Cina e della civiltà cinese.

Secondo Ryan prima della pubblicazione del libro, che illustra sistematicamente la storia dell’inganno del Partito e dell’uso della lotta di massa per consolidare il suo potere sulla società, il Pcc aveva controllato il popolo cinese e dettato la sua mentalità all’insaputa del popolo. 

Essendo cresciuto anche lui in questo ambiente, Ryan attribuisce alla sua fede nel Falun Gong il merito di averlo aiutato a trascendere l’indottrinamento del regime.

Il Falun Gong è una pratica spirituale che prevede esercizi meditativi e una serie di insegnamenti morali sostenuti dai principi di verità, compassione e tolleranza.

Mettere in pratica questi principi lo ha aiutato a districarsi dalla presa del Pcc sulla psiche delle persone, secondo le sue parole.

Il Partito è stato in grado di manipolare e controllare la popolazione facendo appello alle parti ignobili della natura umana: avidità, paura e gelosia. Tale tattica è mostrata più chiaramente nei continui sforzi del Pcc nei suoi 100 anni di storia per mettere una parte di società contro un’altra allo scopo di consolidare la propria presa al potere ed eliminare le minacce al suo dominio.

Lo stesso Falun Gong è diventato un obiettivo del Pcc nel 1999, dopo che il Partito ha ritenuto l’enorme popolarità della disciplina spirituale – con ben 100 milioni di persone che praticavano nel 1999 – una minaccia al suo potere. Il Pcc ha cercato di spazzare via la disciplina spirituale con una campagna di arresti, torture e diffamazione a livello sociale negli ultimi 23 anni e oltre.

«Indipendentemente dal fatto che i cinesi abbiano letto o meno i Nove Commentari, hanno iniziato a discutere di questioni sociali usando il modo di parlare e la logica presentate nel libro», ha detto Ryan. «Il loro cambiamento di mentalità è importante quanto l’azione di dimettersi dal Partito».

I cinesi stanno lasciando il Partito o le sue organizzazioni affiliate presentando dichiarazioni online al Centro globale per le dimissioni dal Pcc. La maggior parte usa un nome fittizio per farlo.

«I cinesi stanno riscoprendo la loro identità come gruppo, separandosi dal Pcc», ha detto Ryan.

Andrew Bremberg, presidente della Victims of Communism Memorial Foundation. Washington, 3 febbraio 2022. (Bao Qiu/The Epoch Times)

«Esemplare»

Andrew Bremberg, presidente del gruppo di difesa delle vittime del comunismo Memorial Foundation ed ex ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha elogiato il movimento Tuidang come un modello di resistenza pacifica contro l’oppressione comunista.

«Congratulazioni al movimento Tuidang per aver raggiunto una nuova pietra miliare. Tuidang è un esempio di un movimento pacifico della società civile in cui gli attivisti raggiungono la coscienza dei loro concittadini e li convincono a rinunciare all’ideologia e al controllo comunisti», ha affermato in una dichiarazione inviata via email.

«Gli sforzi del movimento per porre fine al dominio comunista sono ammirevoli e il mondo libero deve stare con il popolo cinese in tali coraggiosi atti di resistenza contro la tirannia del Partito Comunista Cinese».

Il rappresentante Bill Johnson (R-Ohio), che siede nel comitato per l’energia e il commercio della Camera e il comitato per il bilancio, ha accolto con favore gli ultimi progressi del movimento Tuidang, in una dichiarazione via mail.

Questa «pietra miliare è un chiaro segnale per il Pcc che i suoi modi oppressivi non dureranno per sempre e che la libertà personale finirà per trionfare, anche nel loro Paese. Questo è un progresso per coloro che si oppongono al comunismo e al danno che le sue politiche hanno recato in tutto il mondo», ha scritto Johnson.

Ryan ha detto di aver visto gli effetti del movimento anche negli Stati Uniti. Per esempio, è ormai la norma per i funzionari statunitensi chiarire che non si riferiscono al popolo o alla nazione cinese quando criticano il Pcc.

Membro del Partito Comunista si dissocia dal Pcc

Cai Xia, un’ex professoressa presso la Scuola d’élite del Partito Centrale del Pcc a Pechino, era un membro ufficiale del Partito.

Cai, che ora vive a Washington, ha descritto il suo viaggio di allontanamento dal Pcc, in un’intervista con Ntd Television.

La prima volta che Cai ha pensato di lasciare il Partito è stato nel 2016, dopo che si era ritirata dalla sua carriera di insegnante e viveva a Pechino. L’impulso per il suo cambiamento di pensiero è nato ascoltando le dichiarazioni di Ren Zhiqiang, uno schietto magnate dell’immobiliare cinese, che si è chiesto se il governo fosse la stessa cosa del Partito e ha criticato il Pcc per il suo «prendere i soldi dei contribuenti ma non lavorare per loro».

Questa è stata la sua risposta alla dichiarazione del segretario generale del Pcc Xi Jinping secondo cui «il cognome dei media è ‘Partito’»,

Conosciuto come ‘Il cannone’ perché molto esplicito nel criticare il Partito, il magnate immobiliare è un ‘principe rosso’, un termine usato per i discendenti di ex alti funzionari del Pcc. A causa di questo, in molti pensavano che Ren si sarebbe cacciato nei guai ma che non avrebbe pagato un prezzo elevato. Tuttavia, è stato condannato a 18 anni a settembre 2020 per presunta corruzione dopo aver criticato il Pcc per la cattiva gestione dell’epidemia di Covid-19 a Wuhan, che ha portato alla pandemia globale.

Cai ha detto a Ntd che il suo ex datore di lavoro l’ha rimproverata nel 2016 per aver pubblicato un articolo a sostegno di Ren: «Non avevo voce in capitolo perché la disciplina del Partito mi legava, e prima di tutto ero considerata un membro del Pcc», ha detto. «Avrei preferito abbandonare la mia identità di membro del Pcc per mantenere il mio diritto di parola».

Così Cai ha scritto una domanda formale per dimettersi dal Pcc, anche se i suoi amici l’hanno persuasa a non presentarla a causa della prevista ritorsione finanziaria, inclusa la perdita della pensione. Quando Ren è stato condannato a 18 anni nel 2020, Cai ha pensato nuovamente di lasciare il Partito. A quel punto era negli Stati Uniti, ma ancora una volta i suoi amici negli Stati Uniti l’hanno convinta a non dimettersi in modo da poter mantenere la sua pensione.

Tuttavia, alla fine, la decisione è stata presa per lei. Il Partito l’ha espulsa il 17 agosto 2020.

Cai ha detto di essersi sentita «completamente sollevata» dopo aver ricevuto la notizia.

«Mi sono completamente distaccata dal Partito. Da quel momento in poi, non avrei più avuto alcun rapporto, coinvolgimento economico o di interesse, con il Partito», ha detto.

Il suo passaggio da membro del Partito a cittadina cinese ordinaria le ha portato un senso di felicità mista a sollievo. Ha riconosciuto di aver dovuto affrontare alcune difficoltà finanziarie a causa della perdita della pensione, ma sapeva che era qualcosa che avrebbe potuto superare.

«Una volta che ti sei iscritto al Partito, non hai la libertà di abbandonarlo. Proibiscono rigorosamente ai membri di dimettersi dal Partito», ha detto Cai a Ntd, aggiungendo che ciò equivaleva a rendere le persone complici delle attività criminali del Pcc.

Cai esorta quindi le persone ad avere il coraggio di rompere questo legame, sostenendo che un tale atto porta alla liberazione della mente e dello spirito di una persona. Inoltre «offrirà a una persona un ulteriore livello di protezione quando la Cina attraverserà una transizione in futuro».

«Il Partito è malvagio; ma non significa che i 90 milioni di membri siano tutti così».

Centinaia di persone marciano in una parata nel centro di Toronto il 6 agosto 2022, per celebrare 400 milioni di cinesi che hanno lasciato il Partito Comunista Cinese e le sue organizzazioni affiliate (Evan Ning/The Epoch Times)

Rinuncia al giuramento

Molti cinesi che hanno lasciato le organizzazioni comuniste dichiarano che la loro motivazione è liberarsi del controllo del Pcc ed evitare di esserne considerati affiliati se o quando il Pcc dovrà assumersi le proprie responsabilità per i suoi crimini all’interno o all’esterno della Cina.

Queste persone includono anche coloro che un tempo erano membri delle organizzazioni minori del Pcc: i Giovani Pionieri per i bambini delle scuole elementari e medie e la Lega della Gioventù Comunista per coloro che sono in età di scuola media o superiore.

Sebbene l’appartenenza a queste organizzazioni non sia obbligatoria sulla carta, in pratica lo è. Gli studenti che non sono entrati a far parte di questi due gruppi entro una certa età devono affrontare infatti crescenti pressioni e persino discriminazioni nell’ambito scolastico.

Con ogni livello che si supera, dai Giovani Pionieri fino al diventare membro del Partito a pieno titolo, l’impegno degli iniziati aumenta, dal «contribuire a» al «combattere per» e, infine, all’essere «pronto a sacrificare tutto per» il Pcc.

Anche se l’appartenenza ai Giovani Pionieri presumibilmente termina a 14 anni e alla Lega della Gioventù a 28, i membri non seguono un processo formale per revocare la loro promessa al Pcc. 

Chiunque sia mai stato membro di queste organizzazioni giovanili è invitato quindi a presentare una dichiarazione di ritiro della propria affiliazione presso la piattaforma Global Center for Quitting the Pcc. Questo spiega perché la cifra di 400 milioni di coloro che si sono dimessi dalle organizzazioni del Pcc supera di gran lunga il numero ufficiale dei membri del Pcc, che è di 90 milioni (sono quindi inclusi nei 400 milioni anche chi ha annullato la propria iscrizione alla Lega della Gioventù e ai Giovani Pionieri)

Anche il rappresentante Bill Posey (R-Fla.), membro della Commissione della Camera statunitense per la scienza, lo spazio e la tecnologia, accoglie favorevolmente il movimento: «Abbiamo passato decenni a combattere la Guerra Fredda per fermare la diffusione del comunismo perché sapevamo da allora che è malvagio e capace di grandi atrocità».

«Il Partito Comunista Cinese non è solo una grande minaccia alla democrazia e alla libertà, ma anche alla nostra sicurezza nazionale. Dobbiamo fermare la sua crescente influenza nel mondo e qui a casa».

 

Articolo in inglese: ‘Blood of Tens of Millions of Chinese on Its Hands’: US Lawmakers Decry CCP’s Abuses as 400 Million Quit Party

 
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