Il leggendario Oricalco di Atlantide ritrovato nel mare di Gela

Il leggendario Oricalco, il metallo prezioso di Atlantide citato da Platone nel ‘Crizia’, è stato finalmente ritrovato nel mare di Gela in Sicilia.

Il mare è da sempre protagonista di storie affascinanti e misteriose, e a renderle tali sono quegli esperti che il mare lo indagano in lungo in largo e in profondità.

Epoch Times ha voluto contattare il responsabile scientifico del Centro Grandi Apparecchiature dell’Università di Palermo, Eugenio Caponetti, per avere spiegazioni su come stanno procedendo le ricerche, e ha ricevuto risposta tramite email.

«Il coinvolgimento del mio gruppo relativamente ai 39 lingotti ritrovati nel mare di Gela ha riguardato un’indagine sulla composizione di 5 reperti.
L’analisi effettuata mediante XRF (X Ray Fluorescence) e ICPMS (Inductively coupled plasma mass spectrometry) ha permesso di determinare sia i componenti maggioritari che quelli in tracce».

Le ricerche e gli studi continuano e secondo il professore in questo momento il condizionale è d’obbligo, in attesa di indagini sui rimanenti campioni e di «un’analisi multivariata dei dati che potrebbe darci qualche informazione in più».

Cosa dice Platone in merito a questo metallo? E cosa si è creduto che fosse l’Oricalco in tutto questo tempo?

Nel Crizia si legge: «Quanto alle costruzioni, alcune erano semplici, mentre altre le realizzavano variopinte, mescolando, per il piacere della vista, le pietre: e così rendevano loro una grazia naturale; rivestirono tutto il perimetro del muro che correva lungo la cinta esterna con il bronzo, servendosene a guisa di intonaco, mentre quello della cinta interna lo spalmarono con stagno fuso, e infine quello che circondava la stessa acropoli con oricalco dai riflessi di fuoco»

«Rivestirono d’argento tutta la parte esterna del tempio, ad eccezione degli acroterii, e gli acroterii erano d’oro; quanto agli interni, il soffitto era a vedersi interamente d’avorio, variegato d’oro, argento e oricalco; tutte le altre parti, pareti, colonne e pavimento, le rivestirono di oricalco».

Un metallo raro e pregiato che nel corso dei secoli ha ispirato la fantasia di diversi autori, dal film Indiana Jones ai manga I cavalieri dello zodiaco e tutti esaltano le doti magiche di questo metallo pregiato.

Anche per questo, il ritrovamento subacqueo fatto a gennaio da Francesco Cassarino, presidente dell’associazione marenostrum, di 39 lingotti di un metallo color rossastro, ha dato il via a ricerche che stanno conducendo il professore Caponetti a svelare il segreto della formula esatta dell’Oricalco. Per il professor Sebastiano Tusa soprintendente del mare, massima autorità in materia, «non è stato mai trovato niente di simile».

Sotto la guida del professor Eugenio Caponetti si stanno conducendo accurate indagini per risolvere il mistero che aleggia dietro questo metallo prezioso.

 
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