I libri hanno un’importanza fondamentale, soprattutto nelle dittature, dove è lo Stato a decidere cosa può essere stampato o meno. Questo è il quadro nel quale inserire l’articolo pubblicato il 15 ottobre dal quotidiano di regime cinese, People’s Daily, che riporta una lista dei libri preferiti da Xi Jinping, premier della Cina e capo del Partito Comunista.
Le opere selezionate da Xi, spaziando dai grandi classici della letteratura cinese ai romanzi russi e ai colossi della letteratura francese, danno l’idea di uno statista navigato, dal pensiero classico. Allo stesso modo, la selezione dei testi riflette le avversità che ha dovuto patire crescendo in una situazione di decadimento data dal periodo di caos politico.
Durante gli anni della Rivoluzione culturale, tra il 1960 e il 1970, Xi appena adolescente è stato denunciato, ha visto morire la sorellastra (uccisa perché implicata in sovversioni politiche) ed è stato trasferito in campagna perché inserito nel programma ‘per le montagne e villaggi’: con questa operazione, infatti, alcune decine di milioni di giovani di città sono stati costretti a sacrificare i propri anni migliori per lavorare nei campi, mancando di ricevere un’istruzione adeguata.
Secondo il People’s Daily, che ha recuperato la lista e i dati biografici dalla commissione del Partito Comunista, Xi Jinping ha letto la maggior parte di queste opere proprio durante la sua adolescenza. L’attuale presidente ha così maturato la passione per gli scritti di Tolstoj: Guerra e Pace è da sempre il suo libro preferito, mentre ritiene Resurrezione un testo «ricco di riflessioni spirituali».
Le traduzioni delle novelle russe e di altri classici della letteratura Occidentale erano popolari fra i letterati cinesi nelle prime decadi di governo comunista. (Sina Weibo)
Al primo posto nella lista di Xi c’è l’antica biografia di Yue Fei, il generale cinese della dinastia Song del sud (1127-1279); quella di Yue Fei è la figura di un valoroso condottiero che condusse una brillante campagna militare contro gli invasori nomadi Jurchen ma che, morendo prematuramente per mano di un funzionario corrotto, è diventata un esempio di lealtà e patriottismo.
La figura di Xi Jinping, uno dei più potenti uomini della Cina, risulta quindi essere davvero interessante e in antitesi ai recenti sforzi mossi dal regime cinese per reprimere la libertà di espressione e la diffusione dei valori occidentali in Cina. La repressione degli abitanti dei villaggi della Cina del sud, in lotta per i propri diritti, non è affatto in linea con l’inserimento nella lista di alcuni degli scritti di Victor Hugo. Ciononostante, Xi ha affermato di essere stato «particolarmente commosso» dalle confessioni di Jean Valjiean di fronte al vescovo Myriel.
MONTAGNE E VILLAGGI
I libri scelti rivelano molto di Xi Jinping, ma non tanto sul leader politico, quanto sull’uomo: riflettono infatti la violenta e traumatica infanzia che ha attraversato, e le lotte di potere fra le fazioni del regime. Nel 2000, Xi Jinping ha dichiarato al New York Times: «Le persone che hanno poca esperienza con il potere e quelli che ne sono stati lontano, tendono a considerare queste cose come misteriose e romanzesche».
Un utente di un social media cinese, citato dal China Digital Times, commenta in rete: «Sono convinto che Xi Jinping abbia davvero letto queste opere. La quantità di libri letti nell’era precedente a internet era veramente incredibile. […] Non riesco nemmeno a immaginare con che voracità leggesse nel periodo in cui era relegato in campagna durante la Rivoluzione Culturale».
Xi ha dichiarato di aver letto I dolori del giovane Werther di Goethe quando aveva solo 14 anni e che una volta, durante i giorni trascorsi nelle campagne cinesi, aveva camminato per quasi 16 chilometri solo per prendere in prestito una copia del Faust, il poema drammatico del XVIII secolo dell’autore tedesco.
Il dottor Li Tianxiao, opinionista politico della redazione di New York di New Tang Dynasty Television, sostiene: «Xi sta enfatizzando la sua connessione con la cultura globale e con la cultura tradizionale della Cina». Secondo Tianxiao, il presidente «si sta rendendo vicino ai cinesi di oggi, agli uomini di strada e a quelli che hanno condiviso le sue stesse esperienze».
Il generale della Dinastia Song Yue Fei è ricordato come un esempio di lealtà. (Shizhao/CC BY-SA 3.0)
Tra le ultime scelte incluse nella sua lista, Xi ha inserito anche ‘opere simbolo’ del socialismo; durante la Rivoluzione Culturale, i lavori teatrali citati erano gli unici reperibili nel Paese. Leggendo attentamente la lista di Xi, che include in larga parte le biografie classiche degli eroi nazionali, e solo pochi esempi dell’arte socialista, tra quelli più noti, Li Tianxiao ritiene che il leader cinese non stia solamente mettendo in mostra le proprie qualità di letterato.
Tra i classici inserisce anche la storia della madre del generale Yue Fei che aveva tatuato sulla schiena del figlio la scritta ‘servire il Paese con la massima fedeltà’. A proposito della sua campagna anti-corruzione (presentata dallo stesso Xi Jinping come uno sforzo necessario per evitare che la nazione vada in rovina), il presidente, citando il generale, ha dichiarato: «Servire il Paese con la massima fedeltà è stata l’aspirazione della mia vita».
Secondo Li Tianxiaio, paragonandosi a Yue Fei e ignorando quasi del tutto le opere teoriche di stampo leninista, stalinista e marxista, Xi starebbe puntando su sé stesso come leader unico della Cina. Ma allo stesso tempo, data la fine storica che toccò a Yue Fei (vittima di tradimento), Xi potrebbe anche star facendo riferimento ai pericoli politici che cerca di tenere a bada.
Articolo in inglese: What Xi Jinping’s Reading List Says About the Future of His Leadership
Traduzione di Davide Fornasiero
