Ci sono dei gruppi negli Stati Uniti e nel resto del mondo che cercano attivamente di scatenare il caos, a volte nel nome dell’anarchia, e più spesso con movimenti sovversivi volti a destabilizzare le società.
Un episodio recente è stato quello del 23 giugno, quando la senatrice Maxine Waters ha incitato i suoi sostenitori a molestare i membri dell’amministrazione Trump, affermando: «Assicuratevi di esprimere quello che dovete esprimere: se vedete qualcuno che fa parte del governo in un ristorante, in un centro commerciale, dal benzinaio, fatevi avanti, radunate una folla e dirigetegliela contro, ditegli che non sono più i benvenuti, in nessun luogo!».
Un altro caso è quello di gruppi come gli ‘Antifa’, che ironicamente si ispirano contemporaneamente al comunismo e all’anarchia, sebbene il primo sia un sistema caratterizzato da un governo con poteri assoluti, mentre il secondo ambisca a un mondo privo di governi. Tuttavia se si analizzano gli obiettivi profondi del comunismo, e la natura dell’anarchia, l’unione tra i due sistemi non appare più cosi assurda.
Karl Marx ha scritto che il comunismo deve essere raggiunto gradualmente: la prima fase è quella del socialismo, che Lenin chiamava ‘capitalismo di stato’, in cui lo Stato deve prendere il controllo di tutti i mezzi di produzione. Ma lo scopo della dittatura socialista è realizzare il comunismo, un sistema in cui tutte le gerarchie precedenti sono scomparse, i valori morali distrutti, e la cultura tradizionale completamente cancellata. Il comunismo è lo stato di desolazione, e il socialismo è lo strumento per realizzarlo.
L’anarchia invece brama direttamente il ‘comunismo totale’ senza passare attraverso una dittatura socialista. William Godwin (1756-1836), uno dei fondatori dell’anarchia moderna, ha spiegato che attraverso l’anarchia personale, una persona cerca di conseguire il ‘comunismo volontario’.
Gli anarchici cercano di realizzarlo distruggendo internamente i valori morali e le gerarchie, rompendo i vincoli della moralità e dell’ordine su tutti i piani della ‘gerarchia divina’, attraverso la quale, in passato, si credeva che l’ordine naturale si estendesse dal cielo, alla società umana, fino ai valori di ogni singola persona.
Le operazioni volte a generare il caos si inseriscono perfettamente in questo sistema. Il caos non è solo lo stato di desolazione morale e sociale che sia il comunismo che l’anarchia ambiscono a realizzare, ma è anche uno stato di destabilizzazione che consente ai movimenti eversivi di costruire nuovi sistemi.
Nel Dao De Jing, Lao Zi ha descritto il caos come qualcosa che scaturisce dalla perdita del Tao, della virtù, della benevolenza, della rettitudine, e dell’etichetta.
Lao Zi ha scritto «Perso il Tao, si perde la virtù; persa la virtù, si perde la benevolenza; persa la benevolenza, si perde la rettitudine; persa la rettitudine, si perde l’etichetta; coloro che preservano l’etichetta hanno ancora un sottile strato di lealtà e sincerità; poi sarà il caos…».
La distruzione di questi valori è l’obbiettivo che il comunismo si prefigge. Marx e Friedrich Engels hanno scritto nel Manifesto del Partito Comunista che «Il comunismo abolisce le verità eterne, abolisce tutte le religioni, e tutti i valori morali».
Il caos è lo stato in cui tutti gli ordini sono andati perduti e le strutture distrutte. Nelle Metamorfosi, il poeta romano Ovidio (43 a.c.-18 d.c.) spiega in maniera profonda questa idea, e descrive il caos come una «mole informe e confusa, non più che materia inerte, una congerie di germi differenti di cose mal combinate fra loro».
Ovidio narra la storia della creazione, e di come un dio abbia separato il cielo e la terra, l’acqua dal suolo, e cosi via, per condurre il mondo fuori dal caos. L’acqua venne riunita per formare gli oceani, il legno per creare le foreste, e ai cuori umani vennero date le leggi, i principi, e le forme culturali per mantenere l’ordine divino sulla terra.
Questo racconto si lega a un concetto chiave delle strategie sovversive: dal caos può essere creato un nuovo ordine. La sovversione comunista sostiene che la società debba essere destabilizzata e condotta in uno stato di crisi prima di poter essere ‘riformata’ sotto un nuovo sistema.
Quando l’apparato giudiziario viene reso ingiusto attraverso strategie eversive, e le istituzioni non funzionano più a causa della sovversione, le persone finiscono naturalmente per sostenere la riforma di questi sistemi; e i gruppi che sono interessati a rimodellare la società secondo la propria visione usano la strategia del caos per creare la situazione sociale che permetta loro di attuare questo genere di ricreazione.
La stessa strategia viene impiegata direttamente contro i singoli individui, sfruttando i principi di anarchia personale e ‘comunismo volontario’, o, nei regime comunisti, attraverso movimenti esplicitamente volti a distruggere la cultura e la moralità, come la Rivoluzione culturale del Partito Comunista Cinese.
Anche secondo un noto principio ‘satanico’, la moralità umana, in condizioni normali, non può essere distrutta in un colpo solo, e perciò i valori umani devono essere distrutti un poco alla volta, attraverso la tentazione faustiana, facendo degenerare l’umanità passo dopo passo. Nella storia di Faust il diavolo Mefistofele corrompe il protagonista prima con piccole tentazioni, e solo dopo con quelle più grandi.
Lo stesso avviene nel racconto di Dante su Lancillotto e Ginevra nella Divina Commedia: chi avrebbe mai detto che la loro rovina sarebbe iniziata da un semplice bacio?
Nella stessa maniera il comunismo viene creato passo dopo passo attraverso la distruzione graduale della cultura tradizionale e dei valori morali tramite vari movimenti sociali. I sistemi comunisti attaccano solo alcuni principi tradizionali o concetti morali per volta, e, creando caos e instabilità social,e mirano a distruggere le istituzioni che esistevano in passato, cosi che possano ricreare la società in base alla propria volontà.
Il tutto è legato alla teoria di Marx dei cinque stadi della civilizzazione, i quali possono essere compresi osservando i cinque dipinti di Thomas Cole noti come il ‘Corso dell’Impero’: lo ‘stato selvaggio’, lo ‘stato arcadico’, la ‘realizzazione dell’impero’, ‘la distruzione’ e la ‘desolazione’.
Marx ha chiamato la realizzazione dell’impero ‘capitalismo’, lo stato di distruzione ‘socialismo’, e la desolazione ‘comunismo’. L’idea è che una volta raggiunto lo ‘stato comunista di desolazione’, tutti i principi morali, le tradizioni, le credenze, le istituzioni, le gerarchie, e i valori siano stati distrutti. Lo scopo del comunismo è difatti la distruzione dell’umanità.
Da questa prospettiva i movimenti comunisti servono ad accelerare la degenerazione della società, e spingerla più rapidamente verso lo stato di desolazione, nel quale il genere umano non conosce più i valori che consentono il mantenimento dell’armonia sociale e morale.
Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times.
Articolo inglese: The Nature of Chaos and Anarchy as Tools of Communist Subversion
Traduzione di Marco D’Ippolito