Scoperto Homo Naledi: «Pensavamo di aver capito tutto sulle origini umane»

È stata annunciata giovedì la scoperta di 15 scheletri umani nel sistema di grotte Stella Levante, a Magaliesburg, in Sud Africa. È il più grande assemblaggio di resti di una singola specie ominide mai trovato, e di una specie mai incontrata prima d’ora.

Ma forse la parte più strana e significativa del ritrovamento è che sembrerebbe che i resti siano stati trasportati con grande sforzo attraverso i tunnel del sistema di grotte con l’intenzione di essere sepolti. Questa specie, denominata Homo Naledi, «ha forse pensato alla propria mortalità ed è andata con grande rischio e fatica a smaltire i suoi morti in una camera remota e profonda», ha detto Lee Berger, professore dell’Università di Witwatersrand a Johannesburg, in un’intervista della CNN.

Questo suggerisce che l’Homo Naledi avesse una capacità di comportamento rituale; potrebbero persino aver usato il fuoco per illuminare la strada verso la camera sepolcrale. Si pensava che un tale comportamento fosse emerso soltanto 200 mila anni fa. «Pensavamo di aver capito tutto. Pensavamo di sapere come fossero andate le cose nelle origini dell’uomo», ha detto Berger. Le oltre 1500 ossa fossilizzate scoperte dal suo team hanno però aperto ad una nuova prospettiva.

Berger non ha ancora datato le ossa dell’Homo Naledi, ma ha detto alla Bbc che questa specie potrebbe essere vissuta in Africa fino a 3 milioni di anni fa. L’Homo Naledi aveva un cervello non più grande di un’arancia, mani e polsi in grado di manipolazioni simili a quelle umane, piedi simil-umani e gambe lunghe.

La squadra di Berger ha pubblicato la propria scoperta sulla rivista Elife giovedì 10 settembre. Il ricercatore ha voluto sottolineare l’importanza della scoperta dicendo che «è come aver aperto la tomba di Tutankhamon».

Articolo originale: http://www.theepochtimes.com/n3/1749225-new-human-like-species-homo-naledi-discovered-we-thought-we-knew-how-human-origins-worked/

 
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