Scandalo Grillgate, Casaleggio spiava i parlamentari?

Infuria il Grill-gate: da più parti piovono accuse sulla Casaleggio Associati, che avrebbe spiato o spierebbe le e-mail dei parlamentari. Non ci sono prove, ma molti indizi.

Lo scandalo è scoppiato sulle pagine del Foglio. Il quotidiano di Ferrara dà spazio all’ex grillino Tancredi Turco, che sostiene che tutti i parlamentari del Movimento fossero a conoscenza di maneggi loschi e di violazioni della privacy. Questo si sarebbe anche mostrato nell’improvvisa diffusione di foto private e e-mail di Giulia Sarti, deputata grillina che si era messa contro lo staff della Comunicazione, secondo Turco.
Volano accuse gravi: «Alla fine, chissà come, mentre Giulia si lamentava dello staff, sono state diffuse le sue e-mail, accompagnate dalla minaccia anonima di rivelarne altre, e di altri parlamentari […] A quel punto stavano tutti zitti. C’è sempre stata una tensione che si tagliava con il coltello. Una paura incredibile di essere abbandonati ai cani, di essere in qualche modo esposti alla gogna del web».

CASALEGGIO ‘GRANDE FRATELLO’?

A fine 2014 il Movimento si era rivolto alla ditta Wr Network Srl perché controllasse la sicurezza della piattaforma parlamentari5stelle.it, utilizzata per le e-mail e altri servizi dagli onorevoli del M5S. Sul suo blog, l’ex 5 stelle Massimo Artini afferma che la richiesta di un controllo era stata posta dal direttivo del gruppo Camera del M5S su input della Casaleggio Associati.

Improvvisamente, un giorno, il tecnico dell’azienda modifica gli accessi, e il sistema di posta diviene inagibile per alcuni giorni. Dopo averlo recuperato, Artini, che era il precedente gestore del sistema, nota che nei giorni in cui era stato inaccessibile, risultavano degli accessi alle e-mail dei parlamentari, che in teoria non potevano essere stati fatti dai parlamentari stessi.

I sospetti è quindi ovvio che cadessero sulla Wr Network e quindi sulla Casaleggio. Ancora di più perché l’e-mail inviata ai parlamentari che notificava l’inagibilità del servizio, era stata spedita, pare, da una collaboratrice della Casaleggio Associati. Da qui la logica domanda: come poteva la Casaleggio, che non doveva c’entrare nulla con il controllo della posta, essere a conoscenza della sua inagibilità e persino del numero di persone che utilizzavano il sistema («meno di 30»)?

Difendendosi, alcuni membri chiave del Movimento parlano di una «storia montata ad arte da stampa e Partito Democratico» che sarebbe «pura fantasia». «Noi rispondiamo con il sorriso e andando avanti sui nostri temi. Solidarietà a Gianroberto Casaleggio per il vile attacco subito. Lo invitiamo a chiedere i danni fino all’ultimo centesimo. Una risata li seppellirà», scrivono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Roberto Fico e Carlo Sibilia, in un comunicato pubblicato su Facebook.

I 5 Stelle, in realtà, non hanno ribattuto come ci si sarebbe potuto aspettare considerando quanto grave sia l’attacco. Ma è in effetti un attacco diretto a Casaleggio, e dalla natura parecchio tecnica. Tanto che è comprensibile come i parlamentari non abbiano molto da dire: dubbi, sospetti e accuse rimangono, ma come provare che Casaleggio davvero li spiava? E allo stesso modo come, ‘provare’ – per assurdo – che non li spiava?

 
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