Gli investimenti cinesi in Europa toccano il minimo decennale

Di Rita Li

Gli investimenti cinesi nei 27 stati membri dell’Ue e nel Regno Unito sono scesi al minimo decennale nel 2020, e la tendenza al ribasso potrebbe continuare quest’anno, a causa delle recenti tensioni bilaterali e «dell’inasprimento delle relazioni politiche».

Il dato emerge dai risultati principali rilasciati dal gruppo di ricerca Rhodium Group e dal Mercator Center for China Studies (Merics), un gruppo di studiosi tedeschi che si occupano di Cina.

L’anno scorso si è verificato un calo del 45% degli investimenti diretti esteri (Ide) cinesi completati in Europa, che ha fatto quindi scendere il valore degli stessi a 7,7 miliardi di dollari da 13,9 miliardi di dollari del 2019, il che ha portato gli investimenti cinesi in Europa al valore più basso in 10 anni. Così afferma lo studio Chinese Fdi in Europe: 2020 Update, che attribuisce in parte il calo alle restrizioni di viaggio e alle mutate circostanze economiche interne.

«Tuttavia, la pandemia non è stata l’unica forza al lavoro», specifica lo studio, citando il vento contrario dei controlli sui capitali in Cina, lo screening degli Ide dell’Ue, e la sempre minore tolleranza del pubblico nei confronti delle sanzioni puramente di rappresaglia da parte del regime.

A marzo, l’Unione europea ha imposto sanzioni a quattro funzionari cinesi per il loro presunto ruolo nelle violazioni dei diritti umani contro i musulmani uiguri. Giorni dopo, il regime cinese ha annunciato sanzioni contro nove individui e quattro entità da parte del Regno Unito, come ritorsione.

E anche la crescente attenzione dell’Ue sul conteso Mar Cinese Meridionale e su Taiwan potrebbe esacerbare le attuali tensioni politiche, secondo lo studio: «L’esperienza ha dimostrato che è stato l’inasprimento delle relazioni politiche, piuttosto che lo screening degli Ide, ad innescare drastici cali degli investimenti cinesi negli Stati Uniti».

Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che il curriculum della Cina in materia di diritti umani è la questione principale che la divide dall’Unione Europea, ed è ciò che rende Pechino un rivale sistematico per l’alleanza.

L’Unione Europea ha anche migliorato il suo processo di screening degli investimenti per affrontare le minacce alla sicurezza nazionale e per limitare la politicizzazione che circonda alcune transazioni, secondo lo studio.

«Le transazioni in settori sensibili hanno maggiori probabilità di essere riviste e potenzialmente bloccate».

 

Notevoli acquisizioni bloccate nell’UE-27 e nel Regno Unito nel 2020 e all’inizio del 2021. (Per gentile concessione di Merics)

L’attività globale cinese di fusione e acquisizione in uscita, che è in calo annuale dal 2016, è stata vista calare fino al minimo in 13 anni nel 2020, con accordi completati per un totale di circa 40 miliardi di dollari: un calo del 45 per cento nell’ultimo anno.

 

Articolo in inglese: Chinese Investment in Europe Hits a 10-Year Low While Bilateral Relations Sour: Report

 
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