Cina-Usa, cessa dialogo militare e sul cambiamento climatico dopo la Pelosi a Taiwan

In arrivo un possibile annullamento o sospensione del dialogo su questioni militari e cambiamento climatico tra Cina e Stati Uniti.

Il regime annullerà tutte le comunicazioni dirette tra i leader militari, le riunioni di lavoro tra i dipartimenti della Difesa e i dialoghi sulla sicurezza marittima con gli Stati Uniti, secondo quanto si legge in un comunicato del Ministero degli Esteri del Partito Comunista Cinese.

Inoltre, il Pcc sospenderà tutta la cooperazione con gli Stati Uniti in materia di rimpatrio degli immigrati clandestini, assistenza giudiziaria penale, colloqui sul clima, criminalità transnazionale e programmi antidroga.

L’annuncio fa parte di una serie di ritorsioni da parte del Pcc nei confronti degli Stati Uniti e dei suoi partner, in seguito alla visita del presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan.

Inoltre, la cancellazione delle comunicazioni tra i comandanti militari nell’Indo-Pacifico sarà probabilmente vista come una grave escalation dalla comunità internazionale, poiché tali contatti sono spesso uno strumento chiave per aiutare i militari a evitare errori di comunicazione o incidenti dannosi.

Giovedì, il Pcc ha lanciato 11 missili balistici nelle acque intorno a Taiwan, alcuni dei quali sono passati sopra l’isola e nella zona economica esclusiva del Giappone. Il regime ha anche apparentemente lanciato una serie sostenuta di attacchi informatici alle infrastrutture taiwanesi e ha implementato divieti di importazione su più di 2.000 articoli provenienti da Taiwan. L’accerchiamento di Taiwan da parte dell’esercito cinese ha anche formato una sorta di blocco, costringendo il traffico aereo e marittimo internazionale a fare marcia indietro nel tentativo di aggirare le aree più pericolose.

Il vertice dell’Asean e del G7 hanno invitato il Pcc a porre fine alle sue provocazioni e a perseguire una soluzione pacifica alle tensioni in corso.

Nel frattempo, la Casa Bianca, ha convocato l’ambasciatore cinese per un richiamo sull’ondata di escalation senza precedenti.

La leadership statunitense ha dichiarato che non si sarebbe arresa al comportamento caotico e pericoloso del Pcc e che, nonostante le minacce alla stabilità regionale, avrebbe perseguito misure di de-escalation, tra cui il rinvio di uno dei propri test missilistici.

«Mentre la Cina si impegna in esercitazioni militari destabilizzanti intorno a Taiwan, gli Stati Uniti dimostrano invece di comportarsi come una potenza nucleare responsabile, riducendo i rischi di errori di calcolo e di percezione», ha affermato il coordinatore delle comunicazioni del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, durante una conferenza stampa del 4 agosto.

«È così che difenderemo gli interessi della sicurezza nazionale americana e i nostri valori».

Il Pcc sostiene il cosiddetto principio di una sola Cina, secondo il quale Taiwan è una provincia separata che deve essere riunita alla terraferma anche tramite l’uso della forza se fosse necessaria per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, Taiwan è autogovernata dal 1949 e non è mai stata controllata dal Pcc; difatti, mantiene un governo democratico e una fiorente economia di mercato.

Le relazioni degli Stati Uniti con Taiwan e la Cina sono regolate da una serie di trattati e cavi diplomatici che risalgono agli anni ‘70. In particolare, gli Stati Uniti aderiscono alla politica dell’Unica Cina, che prevede il riconoscimento, ma non l’approvazione, del principio dell’Unica Cina del Pcc. La politica prevede anche ampi legami non ufficiali con Taiwan. Il Taiwan Relations Act del 1979 prevede inoltre che gli Stati Uniti forniscano a Taiwan le armi necessarie per la sua autodifesa.

Al centro delle tensioni in corso tra il Pcc e gli Stati Uniti c’è l’accordo di lunga data secondo cui nessuna delle due parti cercherà di cambiare unilateralmente questo status quo con la forza o la coercizione.

Le autorità del Pcc sostengono che la visita della Pelosi fosse intesa a cambiare unilateralmente questo status quo. I funzionari statunitensi dicono lo stesso dell’aumento dell’aggressività militare ed economica della Cina nella regione e hanno accusato il Pcc di creare intenzionalmente una crisi per giustificare l’espansione militare intorno a Taiwan.

«Le azioni provocatorie di Pechino rappresentano un’escalation significativa nel suo tentativo di cambiare lo status quo», ha dichiarato Kirby.

«Non accetteremo un nuovo status quo. E non solo gli Stati Uniti, ma anche il mondo intero».

Articolo in inglese: China Cuts Military Communications and Climate Ties With US

 
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