Capitolo 15: Le radici comuniste del Terrorismo

Lista dei capitoli


The Epoch Times sta pubblicando il libro Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo, dagli autori del libro Nove commentari sul Partito comunista.


Indice dei contenuti

1. Terrorismo di Stato nei regimi comunisti

2. Come i regimi comunisti esportano il terrore

3. Le origini comuniste dell’estremismo islamico
a. Sayyid Qutb: il Marx dell’estremismo islamico
b. L’Avanguardia leninista della Jihād
c. L’essenza comunista dell’estremismo islamico
d. Sayyid Qutb e l’ascesa del terrorismo
e. Come il Comunismo ha perseguitato i musulmani

4. Il sostegno del Partito Comunista Cinese al terrorismo
a. Il sostegno del PCC alle attività terroristiche di Yasser Arafat
b. I legami del PCC con Al Qaida

5. L’alleanza segreta tra il Terrorismo e la Sinistra radicale in Occidente

Conclusione

Note bibliografiche


Introduzione

La mattina dell’11 settembre 2001 un gruppo di terroristi prese il controllo di alcuni aerei di linea, per schiantarli sulle Torri Gemelle del World Trade Center a New York e sul Pentagono a Washington D.C., uccidendo quasi 3.000 persone. Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, fu la prima volta che gli Stati Uniti vennero attaccati in modo così intenso sul proprio territorio. Gli attacchi dell’11 settembre hanno avuto un impatto a livello mondiale. Gli Stati Uniti hanno lanciato una guerra globale al terrorismo, rovesciando il regime islamico in Afghanistan e la dittatura irachena di Saddam Hussein.

Da allora il pubblico ha acquisito familiarità con il movimento terroristico e i suoi rappresentanti, come Al-Qaeda e Osama bin Laden. Pochi, tuttavia, sono consapevoli della stretta relazione tra terrorismo e Comunismo.

I termini “terrorismo” e “terrorista” apparvero per la prima volta nel 1795, in riferimento al Regime del Terrore durante la Rivoluzione Francese [1], che pose le basi per la nascita del movimento comunista (si veda il capitolo 2).

Nel mondo moderno, il terrorismo si presenta principalmente in tre forme: il terrorismo di Stato sotto i regimi comunisti; l’attività terroristica svolta all’estero dagli agenti dei regimi comunisti con lo scopo di diffondere la rivoluzione violenta e l’estremismo islamico, che deriva gran parte della sua ideologia e dei suoi metodi dal Comunismo.

1. Terrorismo di Stato nei regimi comunisti

Il secolo che ha visto la nascita e la diffusione del Comunismo è un secolo di menzogne, violenza e uccisioni. Il terrorismo è uno strumento rilevante per i comunisti, usato per diffondere la loro ideologia in tutto il mondo. L’ascesa di un regime comunista si traduce, senza eccezioni, nella mobilitazione della macchina statale per imporre tremende brutalità. Questa repressione sponsorizzata dal governo è il terrorismo di Stato.

Vladimir Lenin si affidò al terrorismo per prendere il potere in Russia. Nel 1918, Felix Dzerzhinsky,  considerato da Lenin un eroe rivoluzionario per il suo ruolo come direttore della Čeka, il corpo di polizia politica sovietico, disse chiaramente: «Noi siamo per il terrore organizzato – questo dovrebbe essere ammesso apertamente[2]».

Karl Kautsky, un marxista che nel 1919 pubblicò il libro Terrorismo e Comunismo di Trotsky, fornì una panoramica completa di ciò che sarebbe accaduto sotto la dittatura proletaria sulla quale Lenin lavorava. Esaminando la violenza della Rivoluzione francese, Kautsky concluse che i bolscevichi di Lenin avevano ereditato il carattere terroristico dei giacobini e avrebbero agito allo stesso modo[3].

Yuri N. Afanasyev, uno storico russo, accusò Lenin di aver iniziato una politica di terrore statale, violenza e illegalità: «La violenza è in realtà tutta la nostra storia», ha detto Afanasyev[4].

Dopo la creazione dell’Unione Sovietica, i regimi comunisti guidati da Joseph Stalin, Mao Zedong, Pol Pot, Fidel Castro, Erich Honecker, Nicolae Ceaușescu, Kim Il Sung e altri despoti, si avvalsero di omicidi per mantenersi al potere. La violenza e la barbarie del loro terrore di Stato sono state affrontate nei capitoli precedenti.

La violenza e l’omicidio costituiscono solo una componente dell’agenda terroristica del Comunismo. Ancora più distruttivo è il modo in cui il Comunismo utilizza il fervore politico e quello religioso per indottrinare le persone con la cultura del partito comunista, piantando i semi dell’inganno, dell’odio e della violenza, da trasmettere di generazione in generazione.

2. Come i regimi comunisti esportano il terrore

I regimi comunisti non solo impongono il terrorismo di Stato alle popolazioni che controllano, ma sostengono anche le organizzazioni terroristiche all’estero, allo scopo di fomentare la rivoluzione o destabilizzare gli Stati avversari.

Brian Crozier, uno storico esperto di Comunismo è stato fondatore e direttore dell’Istituto per lo studio dei conflitti. Ha trascorso decenni a studiare il rapporto tra Comunismo e terrorismo,   pubblicando molti libri e documenti che descrivono in dettaglio le sue ricerche. Ha lavorato come assistente per alcuni leader anticomunisti, come Ronald Reagan e Margaret Thatcher, nell’analizzare l’uso del terrore da parte del blocco comunista[5].

Stanislav Lunev, un ex ufficiale del GRU, il Direttorato principale per l’informazione, (il servizio informazioni delle forze armate russe) ha accusato il GRU di essere uno dei principali mentori dei terroristi di tutto il mondo, dopo aver disertato negli Stati Uniti[6].

Molti gruppi estremisti che organizzarono attacchi contro gli USA — tra cui il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, i commando dell’Armata Rossa giapponese, le Brigate Rosse italiane, la Fazione Rossa dell’Armata Rossa tedesca, i contrabbandieri turchi di armi e i guerriglieri sudamericani — ricevettero sostegno da parte del KGB sovietico. Nel 1975, Richard Welch, direttore della CIA di Atene, fu assassinato dai marxisti greci[7].

Nel 1979, il comandante generale della NATO Alexander Haig venne coinvolto in un attacco che  risultò nel ferimento di tre delle sue guardie del corpo a seguito di una mina esplosa sotto il loro veicolo mentre stavano seguendo il veicolo del generale. Nel settembre 1981, il generale Frederick J. Kroesen, comandante del gruppo dell’esercito centrale della NATO, fu ferito a Heidelberg, nella Germania occidentale, quando membri della Fazione dell’Armata Rossa spararono un razzo anticarro contro la sua auto blindata.

La forma più influente del terrorismo moderno, tuttavia, è il fondamentalismo islamico, alimentato dal blocco sovietico per destabilizzare il mondo musulmano.

Nella prima metà del XX secolo, il Medio Oriente rientrava nella sfera di influenza coloniale dell’Occidente. Con l’indipendenza delle popolazioni nella regione, l’Unione Sovietica colse l’occasione per esercitare la propria influenza. Le contraddizioni tra le correnti musulmane, i conflitti arabo-israeliani, la Guerra fredda, la politica petrolifera e lo scontro di civiltà tra la sfera culturale occidentale e quella islamica portarono alla complessa e caotica situazione in cui si trova oggi il Medio Oriente.

È in questo contesto che l’Unione Sovietica si è introdotta nell’ambito di influenza musulmano. Può sembrare contraddittorio a prima vista: i musulmani seguono una fede abramitica e credono in Allah, ma il marxismo-leninismo è ateo e mira all’eliminazione della religione. Come possono andare d’accordo?

Il movimento comunista sembra essere una epidemia che si diffonde attraverso tutti i vettori disponibili. Il Comunismo ha mosso i primi passi nella direzione del mondo musulmano poco dopo la Rivoluzione d’Ottobre, anche se non hanno portato a niente.

Nel giugno 1920, i bolscevichi contribuirono all’instaurazione di un regime sovietico nella provincia iraniana del Gilan, chiamata Repubblica socialista sovietica persiana (o Repubblica sovietica di Gilan). Il regime attuò una serie di riforme radicali, tra le quali l’espropriazione delle ricchezze dei proprietari terrieri, accompagnate da un programma di propaganda antireligiosa. Queste misure si sono dimostrate estremamente impopolari e il regime venne cacciato dopo pochi mesi, il settembre successivo.

In seguito, il concetto di “Socialismo islamico” iniziò a prendere piede. Tra i rappresentanti di questo movimento figurano Yasser Arafat, leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), e l’egiziano Gamal Abdel Nasser. L’OLP è stato sostenuto dall’Unione Sovietica e dal Partito Comunista Cinese (PCC), un’organizzazione impegnata in attività terroristiche.

Durante la Guerra fredda l’Algeria, lo Yemen meridionale e l’Afghanistan sono stati sotto il dominio comunista per diversi periodi di tempo. Nel 1979, l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan, occupando il Paese per dieci anni nel tentativo di sostenere l’ultimo regime comunista rimasto nel mondo musulmano.

Promuovere il Comunismo in un’area con credenze religiose profondamente radicate è una sfida impegnativa. Gli sforzi dell’Unione Sovietica nell’esportare direttamente la rivoluzione socialista nel mondo musulmano si sono rivelati un fallimento. Nonostante il Comunismo non sia riuscito a stabilire il proprio controllo sulla regione, quello che ha fatto ha influenzato la creazione e lo sviluppo dell’estremismo islamico contemporaneo.

Ion Mihai Pacepa fu un Generale pluridecorato della Romania comunista, consigliere del presidente Nicolae Ceauşescu, Capo dei servizi segreti stranieri e Segretario di Stato del Ministero dell’Interno. Fu il più alto ufficiale in grado che abbia mai disertato dall’ex blocco sovietico fuggendo negli Stati Uniti nel luglio 1978.

Nel suo articolo Russian Footprints, [Impronte russe] Pacepa espose una grande quantità di informazioni protette sul sostegno comunista al terrorismo in Medio Oriente[8]. Citando Aleksandr Sakharovsky, capo dell’intelligence straniera sovietica, scrive: «Nel mondo di oggi, quando le armi nucleari hanno reso obsoleta la forza militare, il terrorismo dovrebbe diventare la nostra arma principale».

Nel 1969 vennero effettuati ottantadue dirottamenti aerei. Molti di questi furono opera dell’OLP, con il sostegno dei sovietici e dei comunisti cinesi. Pacepa ha ricordato che durante la visita all’ufficio di Sakharovsky, notò una mappa del mondo con un gran numero di piccole bandiere rosse. Ogni bandiera rappresentava un aereo dirottato. Sakharovsky si vantava con Pacepa, dicendo che la tattica del dirottamento degli aerei fosse una sua invenzione.

Tra il 1968 e il 1978, il Dipartimento di Sicurezza dello Stato rumeno, effettuò consegne settimanali di armi per rifornire i terroristi palestinesi in Libano. Gli archivi della Germania dell’Est mostrano che nel 1983, l’agenzia di intelligence estera tedesca dell’Est inviò 1.877.600 dollari di munizioni per i fucili kalashnikov alle organizzazioni terroristiche libanesi. La Cecoslovacchia fornì ai terroristi islamici 1.000 tonnellate di Semtex-H, un esplosivo plastico inodore.

All’inizio degli anni ’70, Yuri Andropov, allora capo del KGB e in seguito segretario generale del Partito Comunista Sovietico, iniziò una campagna segreta di propaganda, meticolosamente pianificata, per piantare i semi dell’odio antisemita e antiamericano nel mondo arabo e islamico. Per il suo lavoro, Andropov divenne noto come il “padre dell’era della disinformazione”[9].

3. Le origini comuniste dell’estremismo islamico

Gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 hanno rappresentato uno spartiacque negli affari internazionali. Con Osama bin Laden e Al-Qaeda in prima pagina sui giornali di tutto il mondo, la minaccia dell’estremismo islamico acquistava importanza.

Per la stragrande maggioranza delle persone in tutto il mondo, l’11 settembre è arrivato come uno shock e una tragedia. Ma in Cina, sotto la censura del PCC, le reazioni sono state molto diverse. Dai forum su internet, alle chat room, alle mense universitarie, un gran numero di persone era a favore dei terroristi commentando con frasi del genere: “ottimo lavoro” e “Sosteniamo chi si fa giustizia contro gli Stati Uniti”. Secondo un sondaggio condotto su 91.701 persone da NetEase, un’importante azienda di servizi web cinese, solo il 17,8% degli intervistati ha espresso una forte opposizione agli attacchi terroristici, mentre la maggioranza delle persone ha scelto «opposizione agli Stati Uniti» o «il meglio deve ancora venire», come commenti relativi agli attacchi[10].

I cinesi che all’epoca hanno applaudito le azioni terroristiche non avevano mai incontrato Bin Laden e i suoi simili, ma le radici del loro pensiero velenoso erano le stesse. I cinesi sono stati avvelenati dalla propaganda comunista e dalla cultura del Partito comunista fin da bambini. Resta da capire quale potrebbe essere il collegamento con Bin Laden, che aveva combattuto contro l’Unione Sovietica in Afghanistan.

La fonte ideologica dell’estremismo islamico di Bin Laden può essere fatta risalire all’egiziano Sayyid Qutb, precursore del terrorismo islamico, un uomo che potrebbe essere descritto come il Marx della jihad islamica [11] e che viene spesso definito il “padrino della jihad moderna”[12].

a. Sayyid Qutb: il Marx dell’estremismo islamico

William McCants, esperto di antiterrorismo ed ex ricercatore presso il Combating Terrorism Center di West Point, ha indagato sul fatto che gli estremisti islamici si riferiscono spesso agli insegnamenti di Qutb, quando descrivono le ragioni delle loro azioni e che molti di loro si considerano suoi successori[13]. Ayman al-Zawahiri, leader di Al-Qaeda dopo la morte di Bin Laden, considerava il pensiero di Qutb come la scintilla per accendere il fuoco dell’estremismo jihadista.

Nel 2016 Hassan Hassan, giornalista americano di origine siriana esperto di  medioriente, pubblicò un rapporto per il Carnegie Endowment for International Peace intitolato The Sectarianism of the Islamic State: Ideological Roots and Political Context [Il settarismo dello Stato islamico: Radici ideologiche e contesto politico]. Al termine  Hassan cita un detto popolare della dottrina dello Stato islamico: «Lo Stato islamico è stato redatto da Sayyid Qutb, insegnato da Abdullah Azzam, globalizzato da Osama Bin Laden, trasferito alla realtà da Abu Musab al-Zarqawi e attuato da Abu Omar e Abu Bakr[14]»

Bin Laden, e successivamente lo Stato islamico (ISIS), adottarono e ampliarono il pensiero di Qutb. In poche parole, il qutbismo è la ricerca della violenza per distruggere la vecchia società, decadente o “jahiliya”, invitando i jihadisti a sacrificare le loro vite per un’ideologia che presumibilmente porterà alla liberazione umana. [15]

Questo stile pomposo richiama alla mente gli scritti di Marx e Lenin, non senza una ragione: Qutb fu membro del Partito comunista in gioventù e il suo pensiero venne pervaso dalla retorica del marxismo-leninismo. Secondo Robert R. Reilly, ricercatore per il Comitato di politica estera degli Stati Uniti, Qutb agì come intermediario internazionale per i Fratelli Musulmani egiziani e il Partito Comunista d’Egitto[16].

Nato nel 1906, Qutb studiò Socialismo e letteratura negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Nel 1940, dopo aver trascorso due anni negli Stati Uniti per studiare, si unì ai Fratelli Musulmani, dopo il suo ritorno in Egitto[17]. Qutb era in contatto con Gamal Abdel Nasser, un tenente dell’esercito e leader del Movimento dei Liberi Ufficiali socialisti.

Nel 1952 Nasser lanciò un Colpo di Stato militare che rovesciò la dinastia di Muhammad Ali, una monarchia filo-occidentale. Questo Colpo di Stato socialista-rivoluzionario appare essere stato pianificato da Qutb e dalla Fratellanza insieme a Nasser. Nonostante Qutb auspicasse l’istituzione di un regime islamico, Nasser prese invece la via della laicità e nel 1954 iniziò a sopprimere i Fratelli Musulmani.

Qutb e la Fratellanza organizzarono l’assassinio di Nasser, ma il complotto fallì e Qutb fu accusato di tentato omicidio e imprigionato. Durante i suoi tre anni di prigionia, Qutb subì gravi torture. Quando le condizioni della sua reclusione divennero meno severe gli fu permesso di scrivere. In prigione scrisse le sue due opere più importanti: All’ombra del Corano e “Pietre miliari”. Questi due libri descrivono le sue opinioni sul Corano, sulla storia islamica, sull’Egitto e sulla società occidentale, ed esposero in pieno il suo appoggio all’estremismo antisecolare e anti-occidentale.

Qutb venne rilasciato brevemente dal carcere, rimase in Egitto e venne nuovamente incarcerato. Nel 1966 fu condannato per il suo coinvolgimento in una cospirazione volta ad assassinare il presidente Nasser e fu giustiziato tramite impiccagione.

Il pensiero sovversivo di Qutb conferì al concetto islamico di jihad una nuova interpretazione. Quando si parla di jihad, molti pensano immediatamente alla “guerra santa”. In arabo, jihad significa semplicemente lottare o combattere. Per i musulmani appartenenti alla classe principale, il concetto può essere visto come un conflitto interno (auto-perfezione) o una jihad difensiva[18]. Qutb ha esteso il significato del termine, gettando le fondamenta teoriche dell’uso proattivo e sfrenato della violenza nella Guerra santa[19]. Qutb era orgoglioso di camminare fino al patibolo e diventare un martire religioso.

La filosofia di Qutb sosteneva che qualsiasi sistema sociale che rispettasse le leggi laiche o l’etica fosse una “società vecchia” e anti-islamica chiamata anche jāhiliyya (società in cui si ignorava la verità religiosa, originariamente riferita alle società precedenti la diffusione dell’Islam). Anche una società che si dichiarava musulmana poteva comunque essere considerata jāhiliyya. Qutb considerava il sistema sociale egiziano in cui viveva come un sistema sociale in cui la jahiliya era dominante e quindi da rovesciare[20].

Secondo Qutb, la jāhiliyya era il più grande ostacolo, sia per i musulmani che per i non musulmani, per poter realizzare i valori e la legge islamica. Qutb sosteneva che la vecchia società era stata imposta alla gente e, durante il processo, ha privato le persone della loro libertà. Considerati come schiavi — in modo simile alla classe operaia nel marxismo — gli individui avevano il diritto di fare leva sulla jihad per rovesciare l’oppressione della jahiliya. Qutb riteneva la jihad un mezzo di liberazione per tutta l’umanità, musulmana e non musulmana[21]. Quando i libri di Qutb vennero pubblicati, molti leader islamici pensarono che Qutb si era spinto troppo oltre e consideravano le sue idee come un’eresia[22].

Qutb prese in prestito il concetto marxista di “falsa coscienza”, in riferimento all’accettazione da parte delle masse ordinarie degli ideali e della cultura del sovrano. Questa coscienza impedisce loro di percepire la propria oppressione o di rovesciare il capitalismo a favore del Socialismo. Per Qutb, coloro che vivono sotto la jahiliya non si rendono conto di essere schiavi [23], motivo per cui non si impegnano nella jihad così da potersi emancipare.

“Che fare?”, si chiedeva Lenin nel suo libretto dallo stesso titolo. Qutb si fece la stessa domanda e si rivolse a Lenin per arrivare a una soluzione.

b. L’Avanguardia leninista della Jihād

Gli scritti di Qutb propongono un vocabolario familiare agli studenti di marxismo-leninismo, come “avanguardia”, “Stato”, “rivoluzione” e simili. La situazione e le sfide che Lenin affrontò al momento di scrivere il suo saggio Che fare? rispecchiano le circostanze in cui Qutb formulò la sua ideologia radicale. Lenin ripose le sue speranze nel successo della rivoluzione tramite l’istituzione di un partito d’avanguardia proletario. Qutb copiò questa teoria, sostituendo il partito politico leninista con le organizzazioni estremiste islamiche.

Lenin poneva un forte accento sull’importanza dell’organizzazione e dell’avanguardia. Tra spontaneità e coscienza secondo lui vi era una netta distinzione e, per questo motivo, giunse all’idea di dover fondare un partito. Con un’azione spontanea i lavoratori possono solo attuare richieste superficiali, come aumenti salariali e giornate lavorative di otto ore, ma non hanno la coscienza necessaria per liberare l’umanità.

Lenin riteneva che le avanguardie esterne (di solito intellettuali borghesi, che hanno il privilegio dell’istruzione) avessero il compito di incitare e indottrinare gli operai, così da rendersi conto che la rivoluzione è la loro unica via d’uscita e che solo liberando l’intera umanità essi stessi potranno emanciparsi. Per poter utilizzare appieno l’avanguardia, è quindi necessario un partito politico fortemente unito, che organizzi totalmente le loro attività e dia loro la possibilità di lavorare in clandestinità come rivoluzionari professionisti. Questo partito politico, il partito politico proletario, è l’avanguardia del proletariato[24].

Glenn E. Robinson è professore presso la Naval Postgraduate School di Monterey in California e ricercatore presso il Center for Middle Eastern Studies, University of California-Berkeley; commentando l’Islam radicale ha detto: « Anche se per ovvie ragioni gli ideologi jihadisti non citano Lenin come loro fonte di ispirazione, i concetti e la logica che impiegano, specialmente quelli di Sayyid Qutb, tradiscono questa influenza. Essendo stato educato in Egitto negli anni ’40, appare normale che Qutb sia stato esposto agli scritti di Lenin. Due concetti chiave di Qutb provengono direttamente da Lenin: jama’a (avanguardia) e manhaj (programma)[25]».

Attingendo dall’essenza del leninismo, Qutb lavorò per organizzare una versione musulmana del partito d’avanguardia leninista. «Qutb ha fatto esattamente lo stesso ragionamento per il mondo musulmano», scrive Robinson. «La stragrande maggioranza dei musulmani era troppo coinvolta e corrotta dal sistema di governo, considerato ingiusto e anti-islamico, per sapere come e quando prendere le armi contro lo Stato. Era necessaria un’avanguardia dedicata di quadri jihadisti per organizzare un’azione diretta contro lo Stato[26]». Inoltre, «anche l’insistenza di Lenin sulla centralità dell’avere un programma dettagliato e coerente, per intraprendere e poi consolidare la rivoluzione, è stata ripresa, con un’accezione islamica, negli scritti di Qutb[27]».

Per Qutb, questa avanguardia, da costituire con coloro che chiamava “i veri musulmani” (o estremisti) avrebbe avuto la missione rivoluzionaria di liberare tutti i musulmani e l’intera civiltà umana. L’avanguardia avrebbe colpito duramente i falsi musulmani, seguito l’ideologia islamica impostata  dall’interpretazione di Qutb, stabilito una nuova nazione basata sull’islamismo e usato la violenza per imporre l’Islam al resto del mondo.

Oltre all’avanguardia, la teoria di Qutb include anche la retorica che sostiene “l’uguaglianza sociale”, l’eliminazione delle classi, attività antigovernative e la liberazione dell’umanità[28]. Tutti questi punti echeggiano gli obiettivi che il Comunismo ha dichiarato di voler raggiungere.

Dopo la morte di Qutb, suo fratello Muhammad Qutb continuò a pubblicare i suoi scritti. Il libro Ma’arakat ul-Islam war-Ra’samaaliyyyyah, pubblicato nel 1993, espone nuovamente come il Comunismo abbia ispirato Qutb. Qutb afferma palesemente come l’Islam sia «un’aqidah unica, costruttiva e positivista; plasmata e modellata sia dal cristianesimo che dal Comunismo, unendoli nel modo più perfetto e abbracciando tutti i loro obiettivi (cioè del cristianesimo e del Comunismo) e aggiungendovi armonia, equilibrio e giustizia[29]».

c. L’essenza comunista dell’estremismo islamico

La lotta di classe è un’altra idea marxista presente nel nucleo dell’estremismo islamico. Karl Marx trascorse tutta la sua vita cercando di incitare i conflitti tra il proletariato e la borghesia, così daamplificare questi contrasti fino al punto di non ritorno. La soluzione per “risolvere” il conflitto sarebbe stata la rivoluzione. Gli estremisti islamici operano allo stesso modo.

La distruzione del World Trade Center di Manhattan ha aiutato a realizzare l’unione del mondo musulmano che Qutb aveva progettato? Assolutamente no. È stato un mezzo per esacerbare il conflitto tra il mondo occidentale e quello musulmano. In Occidente, gli attacchi terroristici hanno incitato all’odio verso i musulmani e viceversa nei Paesi musulmani[30]. Il loro metodo è lo stesso dei conflitti tra proletariato e borghesia promossi da Marx e Lenin per creare le condizioni per lanciare la rivoluzione.

Non è esagerato sostenere che le teorie di Qutb assomiglino più al Comunismo che all’Islam tradizionale. Mentre gli estremisti islamici professano un’opposizione religiosa al Comunismo, nella realtà hanno assorbito l’essenza della dottrina rivoluzionaria comunista. Un ricercatore ha fatto notare che: «Quello che sosteniamo qui è che il vero nemico del mondo libero rimane il Comunismo: l’Islam radicale non è altro che Comunismo, camuffato nelle tradizionali vesti dell’Islam[31]».

Il mondo musulmano non è stato l’unico ambito  nel quale l’estremismo violento è stato introdotto. Il movimento della controcultura nato in Occidente, ha diffuso l’ideologia di Sinistra in tutto il mondo e con essa gli insegnamenti terroristici di Lenin. Antero Leitzinger, un ricercatore finlandese di storia politica, ritiene che il terrorismo moderno sia nato tra il 1966 e il 1967, sviluppandosi contemporaneamente al movimento comunista internazionale. Secondo Leitzinger, non sarebbe una coincidenza. Negli anni Sessanta, mentre i movimenti studenteschi radicali si diffondevano in Occidente, molti studenti internazionali provenienti dal mondo musulmano, si sono avvicinati e uniti al pensiero di Sinistra, per poi riportare in patria questi concetti, come la rivoluzione violenta[32].

Nel 1974, l’americano Abdallah Schleifer, professore di Giornalismo all’Università americana del Cairo, incontra Ayman al-Zawahiri, che in seguito diverrà secondo in comando di Al-Qaeda. Al-Zawahiri, che all’epoca studiava medicina all’Università del Cairo, si vantava che i gruppi estremisti islamici stessero reclutando la maggior parte dei membri dell’élite, ad esempio tra le scuole di medicina e ingegneria. Schleifer disse di non esserne sorpreso. Durante gli anni ’60, queste scuole avevano la più alta concentrazione di giovani marxisti. Le sue osservazioni lo portarono a considerare l’islamismo come una nuova tendenza,  sviluppata nelle rivolte studentesche degli anni Sessanta.

Schleifer ha ricordato di aver detto a Ayman: «Ascolta un po’, sai che sono un ex marxista. Quando parli mi sembra di essere tornato nel partito. Non mi sembra di stare con un musulmano tradizionale[33]».

È curioso come molti tendano ad associare l’estremismo islamico al fascismo (islamofascismo) mentre, per vari motivi, non facciano menzione delle sue origini comuniste. Il fascismo è una forma di nazionalismo e non ha un particolare background religioso. Se si considera l’estremismo islamico in termini di approccio globale e di dottrina, appare evidente che esso abbia più elementi d’unione con il Comunismo.

d. Sayyid Qutb e l’ascesa del Terrorismo

Gli scritti di Qutb influenzarono molti giovani arabi, tra cui Abdullah Yusuf Azzam,  studioso palestinese e, più tardi, uno dei fondatori di Al-Qaeda. [34] Il rapporto della Commissione sull’11 settembre ha delineato l’influenza di Qutb sulla visione di Bin Laden, descrivendo Azzam come «un discepolo di Qutb[35]».

Muhammad Qutb, fratello minore di Sayyid Qutb, fu anche uno dei principali fautori nel trasmettere le idee di Qutb. Muhammad Qutb si recò in seguito in Arabia Saudita dove divenne professore. Condusse ricerche sull’Islam e, allo stesso tempo, fu anche responsabile della redazione, pubblicazione e  promozione delle teorie del defunto fratello.

Da studente Bin Laden leggeva i libri di Qutb e conosceva Muhammad Qutb, frequentando regolarmente le conferenze pubbliche di quest’ultimo. Michael Scheuer, è stato un ex funzionario della CIA alla guida del team responsabile della ricerca di Bin Laden, oltre a essere stato ricercatore presso la Jamestown Foundation. Ha parlato di Muhammad Qutb come il mentore di Bin Laden[36].

Anche Ayman al-Zawahiri, secondo in comando nella gerarchia di Al-Qaeda, fu un entusiasta discepolo di Sayyib Qutb. [37] Da giovane Zawahiri sentiva spesso uno zio parlare della forza di carattere di Qutb e di quanto fosse forte nel soffrire in prigione[38]. Dopo la morte di Qutb, Zawahiri scrisse nelle sue memorie: «Il regime di Nasser pensava che il movimento islamico ricevesse un colpo mortale con l’esecuzione di Sayyid Qutb e dei suoi compagni, ma l’apparente calma superficiale nascondeva un’immediata influenza delle idee di Sayyid Qutb e la formazione del nucleo del moderno movimento islamico jihadista in Egitto[39].

Quando Qutb venne giustiziato, Zawahiri aveva quindici anni e aiutò a formare una cellula militante determinata a «mettere in azione la visione di Qutb[40]». In seguito, Zawahiri si unì alla Jihad islamica egiziana e più tardi divenne il mentore di Bin Laden, oltre che un importante membro di Al-Qaeda. Dopo l’uccisione di Bin Laden, Zawahiri divenne il leader di Al-Qaeda.

Glenn E. Robinson, l’esperto del Medio Oriente sopra citato, considera Qutb l’intellettuale più importante nel mondo musulmano sunnita a sostenere la jihad violenta.[41] Praticamente tutti i concetti e i cambiamenti effettuati dai gruppi jihadisti sunniti si trovano nei libri di Qutb. Anche se i vari gruppi jihadisti possono avere forme diverse, condividono un punto in comune: l’uso della violenza sotto la bandiera dell’Islam per realizzare i loro obiettivi politici[43].

L’assassinio del presidente egiziano Anwar Sadat, da parte della Jihad islamica egiziana nel 1981 e gli attacchi del gruppo terroristico egiziano al-Gamma al-Islamiyah contro funzionari di governo, intellettuali laici, egiziani cristiani e turisti negli anni ’90, sono tappe precise nel percorso per realizzare la visione di Qutb[44].

I gruppi radicali jihadisti che perseguono l’ideologia di Qutb sono classificati come terroristi jihadisti salafiti. Robert Manne, professore di politica presso la La Trobe University di Melbourne in Australia, ha definito Qutb il «padre del jihadismo salafita» e il «precursore dello Stato islamico». [45] Nel suo libro The Mind of the Islamic State: ISIS and the Ideology of the Caliphate [Il pensiero dello Stato islamico: l’ISIS e l’Ideologia del califfato], ha scritto: «Cinquant’anni dopo l’esecuzione di Sayyid Qutb, questa è ciò che è diventata la tradizione del jihadismo salafita, la mente dello Stato islamico. Non ci sono più traguardi da raggiungere. Abbiamo finalmente raggiunto le porte dell’inferno[46]».

Il rapporto Una minaccia persistente: L’evoluzione di al Qa’ida e di altri gruppi jihadisti salafiti , redatto dalla Rand Corporation in America, ha delineato l’influenza di Qutb sui jihadisti salafiti e allo stesso tempo ha elencato oltre 40 gruppi jihadisti salafiti, attivi in quasi tutti i continenti[47].

Osservando le varie organizzazioni islamiche estremiste esistenti, anche se non hanno una visione unitaria e sono preda di lotte interne, emerge una caratteristica comune alla stragrande maggioranza di esse: la forma aggressiva della jihad di Qutb. Hanno essenzialmente ereditato l’opera di Qutb, ossia una forma diversa della rivoluzione comunista.

e. Come il Comunismo ha perseguitato i musulmani 

Il rapporto sul terrorismo pubblicato nel 2011 dal National Counterterrorism Center degli Stati Uniti afferma che «nei casi in cui è stato possibile determinare l’affiliazione religiosa tra le vittime del terrorismo, i musulmani rappresentato tra l’82% e il 97% delle vittime legate agli attacchi terroristici avvenuti negli ultimi cinque anni[48]».

Il Rapporto sul terrorismo 2016 elenca 11.072 attacchi terroristici che hanno causato 25.621 decessi, solamente in quell’anno. La stragrande maggioranza degli attacchi terroristici ha avuto luogo in Paesi e aree a maggioranza musulmana: «Anche se nel 2016 gli attacchi terroristici hanno avuto luogo in 104 Paesi, sono stati fortemente concentrati geograficamente. Il 55% del totale si sono verificati in cinque Paesi (Iraq, Afghanistan, India, Pakistan e Filippine) e il 75% di tutti i decessi sono avvenuti in cinque Paesi (Iraq, Afghanistan, Siria, Nigeria e Pakistan)[49]».

Al contrario, gli attacchi terroristici hanno causato un numero di morti molto inferiore nei Paesi occidentali. Uno studio condotto dal Cato Institute nel settembre 2016, intitolato “Terrorismo e immigrazione: Un’analisi dei rischi” mostra come i terroristi nati all’estero e successivamente entrati in un Paese come immigrati o turisti, sono stati responsabili di 3.024 dei 3.432 omicidi causati dai terroristi sul suolo statunitense dal 1975 alla fine del 2015. Questo numero include le 2.983 persone uccise negli attentati dell’11 settembre[50]. In media 74 americani vengono uccisi ogni anno in attacchi terroristici.

Nonostante i gruppi estremisti operino in nome dell’Islam, la loro più grande vittima è la società musulmana. Questo perché, a prescindere dalle scuse superficiali, la vera motivazione del terrorismo è il desiderio di uccidere e distruggere.

4. Il sostegno del Partito Comunista Cinese al Terrorismo

Il PPartito Comunista Cinesee (PCC) sostiene da molto tempo le attività terroristiche al di fuori dei propri confini. Un esempio è Yasser Arafat. Portando avanti la tecnica del dirottamento degli aerei di linea, Arafat ha attaccato gli Stati Uniti, così da diventare fonte d’ispirazione per Osama bin Laden.

a. Il sostegno del PCC alle attività terroristiche di Yasser Arafat

Arafat dette il via al Movimento di Liberazione Palestinese (FATAH) nel 1959 e fondò lo Stato palestinese nel novembre 1988. Fino alla sua morte, nel 2004, fu la figura di spicco di varie organizzazioni militanti palestinesi. Arafat era probabilmente il rappresentante mediorientale preferito dal PCC. In visita in Cina per quattordici volte, Arafat, incontrò quasi tutti i leader comunisti cinesi, tra cui: Mao Zedong, Zhou Enlai, Deng Xiaoping e Jiang Zemin.

Nel 1964, Arafat fondò al-‘Asifah (“La Tempesta”), l’ala militare della FATAH, dopo di che si recò immediatamente a Pechino per incontrare il premier cinese Zhou Enlai; quest’ultimo gli ricordò di prestare attenzione alla sua strategia e di non usare slogan controproducenti come quelli che invocano la completa distruzione di Israele[51].

Oltre a fornire armi e sostegno finanziario, Pechino si prese cura di formare la Palestina nella gestione dei conflitti con gli Stati Uniti e Israele, espandendo al contempo la sua influenza sulla scena internazionale. Il PCC fornì tale addestramento a inviati palestinesi in Cina. Nel gennaio 1965, Arafat dichiarò guerra a Israele nel nord della Palestina, impiegando i gruppi di guerriglia. Nel maggio 1965, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) aprì un ufficio a Pechino. Con una mossa senza precedenti, la Cina riservò all’ufficio dell’OLP un appropriato trattamento diplomatico e sostenne apertamente l’OLP in vari eventi internazionali.

Nel novembre 1988, la diciannovesima sessione del Consiglio Nazionale Palestinese annunciò l’indipendenza dello Stato palestinese. Pechino immediatamente riconobbe il nuovo Stato e il 20 novembre avviò relazioni diplomatiche.

Arafat e Jiang Zemin, l’allora segretario generale del PCC, si incontrarono nel 2000 e nel 2001, periodo in cui scoppiarono sanguinosi conflitti su larga scala tra Palestina e Israele. Israele ha ripetutamente condannato Arafat per il ruolo che ha svolto nell’ambito di tali violenze. Con il sostegno del PCC, Arafat riuscì a contrastare gli Stati Uniti e Israele, danneggiando ulteriormente la stabilità del Medio Oriente.

L’OLP e la FATAH furono coinvolti in varie attività terroristiche, sia pubbliche che clandestine. I militanti sostenevano che la rivoluzione violenta fosse l’unico modo per liberare il Paese, un’ideologia che imita la dottrina dei movimenti comunisti. Arafat era molto vicino ad altri Paesi comunisti. Era un membro dell’Internazionale Socialista, mentre la sua FATAH era un osservatore del Partito dei Socialisti Europei (PES)[52].

Gli Stati Uniti e Israele ritengono che ci sia Arafat  dietro una serie di attacchi terroristici in Medio Oriente. La Casa Bianca considera sia la FATAH che l’OLP come organizzazioni terroristiche e ha chiuso l’Ufficio di informazione sulla Palestina nel 1987[53].

Nel 1970, la FATAH pianificò e realizzò l’infruttuoso assassinio di Hussein bin Talal, Re di Giordania[54]. Nel settembre dello stesso anno, la FATAH dirottò tre aerei commerciali dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Svizzera davanti alle telecamere della televisione. I terroristi sostenevano che il dirottamento di un aereo potesse avere un effetto maggiore che l’uccidere un centinaio di israeliani in battaglia[55].

Nel 1972, il gruppo terroristico Settembre Nero, una fazione militante della FATAH, si rese responsabile del massacro di Monaco, l’attacco terroristico contro atleti israeliani ai Giochi Olimpici di Monaco di Baviera. La persona che progettò e realizzò questo massacro fu Ali Hassan Salameh, capo della sicurezza di Arafat e direttore dell’intelligence FATAH. Oltre agli undici israeliani uccisi nell’attacco, rimase a terra anche un agente di polizia della Germania occidentale[56]. Arafat fu uno dei primi militanti a colpire civili innocenti nelle sue operazioni.

b. I legami del PCC con Al-Qaeda

Il PCC ha mantenuto evidenti scambi con Al-Qaeda, a cominciare dalla collaborazione clandestina con i Talebani, per fornire protezione a Bin Laden. Nel 1980, oltre a inviare circa trecento consiglieri militari nel regime dei mujaheddin in Afghanistan, il PCC allestì campi di addestramento militare a Kashgar e Hotan nello Xinjiang in Cina, per addestrare i mujaheddin nell’utilizzo delle armi, nella strategia militare, nella propaganda e nello spionaggio.

Lo Xinjiang diventò la base per addestrare i mujaheddin afghani a combattere l’Unione Sovietica. Quando l’Unione Sovietica si ritirò dall’Afghanistan, l’esercito cinese aveva addestrato almeno diverse migliaia di jihadisti. Fornì loro mitragliatrici, lanciarazzi e missili terra-aria, per un valore complessivo tra i due e i quattro miliardi di dollari[57].

Il PCC mantenne stretti legami con i talebani e Al-Qaeda, sia dopo che i talebani presero il potere in Afghanistan, sia nel periodo in cui questi fornirono protezione a Bin Laden. Nonostante Al-Qaeda avesse compiuto attacchi terroristici contro l’ambasciata e la marina statunitense e i talebani rifiutarono di consegnare Bin Laden alle Nazioni Unite, il PCC si è sempre opposto alle sanzioni delle Nazioni Unite contro i talebani. Nel 1998, gli Stati Uniti attaccarono le basi di Al-Qaeda con missili cruise. Il regime cinese versò 10 milioni di dollari ad Al-Qaeda per mettere le mani sui missili americani inesplosi, in modo da poterli studiare e migliorarne la tecnologia[58].

Allo stesso tempo il PCC continuò a fornire tecnologia militare rilevante agli Stati che sostenevano il terrorismo[59]. Alla fine del 2000, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite propose sanzioni contro i talebani per costringerli a chiudere i campi di addestramento dei terroristi di Bin Laden, che si trovavano sui loro territori. La Cina si astenne. In seguito, il PCC portò avanti trattative segrete con i talebani e raggiunse un accordo per far sì che Huawei sostenesse i talebani nell’allestire un vasto sistema di comunicazione militare in tutto l’Afghanistan[60]. Il giorno degli attentati dell’11 settembre, funzionari cinesi e talebani firmarono un contratto per espandere la cooperazione economica e scientifica tra le due parti[61].

Ancora più inquietante è il fatto che dopo gli attacchi dell’11 settembre, due ufficiali militari cinesi vennero accolti come eroi nazionali per aver scritto un libro intitolato Unrestricted Warfare, [Guerra senza limiti], pubblicato nel 1999. Gli autori suggerivano che se il World Trade Center di New York venisse attaccato, la situazione sarebbe diventata molto complicata per gli Stati Uniti. Nel libro viene anche menzionato Al-Qaeda, considerata un’organizzazione con la capacità di effettuare questo tipo di operazione. Basti pensare che il concetto di “guerra senza limiti” del regime cinese ha fornito una guida teorica per le future attività di Bin Laden.

Quando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite impose sanzioni al regime talebano dopo l’11 settembre, la Cina non solo si astenne dal voto, ma inviò del personale militare a sostegno dei talebani, subito dopo l’inizio degli attacchi aerei in Afghanistan. Ancora dopo l’11 settembre, i servizi segreti americani vennero a conoscenza che sia ZTE che Huawei, le due compagnie tecnologiche cinesi con legami nell’esercito, stavano sostenendo l’esercito talebano a stabilire una rete telefonica a Kabul, la capitale dell’Afghanistan[63].

Nel 2004 è uscita la notizia che le agenzie di intelligence cinesi avevano utilizzato società fittizie per aiutare Bin Laden nel raccogliere fondi e riciclare denaro nei mercati finanziari di tutto il mondo[64].

Con la caduta del muro di Berlino, il fronte comunista fu davanti a un crollo totale. Avendo ereditato la struttura ideologica dell’Unione Sovietica, il PCC fu lasciato da solo ad affrontare la tremenda pressione del mondo libero. L’11 settembre ebbe luogo esattamente quando gli Stati Uniti e il mondo libero iniziarono a focalizzare la loro attenzione sulla tirannia comunista in Cina. Le priorità cambiarono drasticamente e il mondo libero dovette rimandare il progetto dell’affrontare il Comunismo per far spazio alla guerra al terrorismo. Il PCC ebbe modo di rifiatare: il Comunismo ebbe modo di espandersi ancora una volta.

Mentre il mondo occidentale era impegnato nella guerra in Medio Oriente, in silenzio abbiamo assistito a un gigantesco trasferimento di ricchezza tra la Cina e gli Stati Uniti. Il Comunismo fu in grado di costruire un’altra superpotenza. Il caos causato dal terrorismo portò il mondo libero a spostare la sua attenzione dalla minaccia comunista, ritardando il principale conflitto tra bene e male che si svolge nel nostro mondo.

5. L’alleanza segreta tra il terrorismo e la Sinistra radicale in Occidente

Secondo un musicista tedesco dei nostri giorni: «Questa è la più grande opera d’arte dell’intero universo»; non si riferiva alla Nona Sinfonia di Beethoven, ma agli attentati terroristici dell’11 settembre[65].

Dopo l’11 settembre, gli intellettuali radicali della Sinistra occidentale applaudirono gli attacchi e presero le difese dei responsabili. Uno scrittore americano elogiò i terroristi per aver distrutto la “Torre di Babele” (cioè il World Trade Center) come simbolo delle malefatte americane. Un drammaturgo italiano e premio Nobel per la letteratura commentò che: «I grandi speculatori sguazzano in un’economia [Wall Street] che uccide ogni anno decine di milioni di persone con la miseria, che volete che siano ventimila morti a New York?[66]». Un professore del campus dell’Università del Colorado-Boulder definì coloro che lavoravano nel World Trade Center come “piccoli Eichmanns”, riferendosi a uno degli architetti dell’Olocausto nazista[67].

Nella speranza di impedire agli Stati Uniti di effettuare interventi militari in Afghanistan e in Iraq, varie forze radicali della Sinistra lanciarono un grande movimento di protesta contro la guerra. Noam Chomsky, linguista e pensatore radicale di Sinistra, durante un discorso al Massachusetts Institute of Technology disse che gli Stati Uniti sono «il più grande Paese del terrorismo» e che Washington aveva in programma di lanciare «un genocidio silenzioso» in Afghanistan[68].

La Sinistra organizzò “veglie di pace” e seminari in tutto il Paese. Mentre le operazioni degli Stati Uniti contro i terroristi in Afghanistan erano in pieno svolgimento, Chomsky affrontò un viaggio di due settimane nel subcontinente indiano, per diffondere dicerie a milioni di musulmani e indù: accusava gli Stati Uniti di voler uccidere con la fame tre o quattro milioni di afghani.

Un professore della Columbia University espresse pubblicamente di aspettarsi 1-10-100 Mogadiscio, facendo riferimento alla Battaglia di Mogadiscio, un’imboscata di Al-Qaeda che nel 1993 colpì le forze speciali USA in Somalia. Diciotto soldati americani rimasero uccisi.

Il movimento contro la guerra, avviato dalla Sinistra radicale, prese di mira gli Stati Uniti per ostacolare gli sforzi nella Guerra al Terrore. Nel febbraio 2003, un mese prima che gli Stati Uniti attaccassero l’Iraq, Bin Laden pubblicò una registrazione audio attraverso Al Jazeera, invitando la gente ad attaccare i militari statunitensi nelle strade. «Gli interessi dei musulmani e gli interessi dei socialisti coincidono nella guerra contro i crociati[70]».

L’associazione ANSWER Act Now to Stop War and End Racism: [Agire adesso per fermare la guerra e il razzismo] lavora contro la guerra e gode di una importante esposizione mediatica. I suoi membri sono per lo più socialisti, comunisti e progressisti di Sinistra. Molti dei suoi fondatori hanno legami con l’International Action Center e il Workers World Party (Partito mondiale dei lavoratori), un’organizzazione radicale comunista. In tal senso, ANSWER agisce in realtà in prima linea, una forza allineata con il Comunismo stalinista. Nel movimento contro la guerra troviamo anche Not in Our Name, un’organizzazione di facciata del Partito comunista rivoluzionario americano, un partito marxista-leninista legato al regime comunista cinese[71].

Oltre ad aver attivamente coperto i crimini dei terroristi e organizzato movimenti contro la guerra, la Sinistra si è opposta con forza al Patriot Act, approvato dal Congresso poco dopo l’11 settembre, per rafforzare le azioni di antiterrorismo degli Stati Uniti. Prima che la legge venisse approvata, l’FBI impiegò sette anni per arrestare Sami Al-Arian, un professore di informatica presso l’Università della Florida del Sud, colpevole di aver finanziato i terroristi. Se in precedenza una legge equivalente al Patriot Act fosse esistita, l’arresto di Arian avrebbe potuto impedire gli attacchi dell’11 settembre[72].

Lo sceicco non vedente Omar Abdel-Rahman, l’organizzatore del bombardamento del World Trade Center nel 1993, venne condannato all’ergastolo nel 1995. Il suo avvocato difensore, Lynne Stewart, trasmetteva i messaggi ricevuti da Abdel-Rahman, durante le visite in prigione, ai suoi seguaci in Medio Oriente. Il messaggio era di portare avanti le attività terroristiche. La Stewart nel 2005 venne riconosciuta colpevole  di aver fornito informazioni. Sorprendentemente, dopo il verdetto, diventò un idolo politico per la Sinistra, e ripetutamente invitata a tenere conferenze presso università, scuole di legge e altre sedi[73].

Nel 2004 David Horowitz, un ricercatore americano, pubblicò un saggio intitolato Unholy Alliance: Radical Islam and the American Left reveals the nefarious connection between Islamic extremists and radical leftists. [Empia alleanza: come l’Islam radicale e la Sinistra americana svelano il nefasto legame tra gli estremisti islamici e la Sinistra radicale]. Secondo la sua analisi, la Sinistra radicale, presente in tutto il mondo, serve a coprire i jihadisti islamici[74].

Stare dalla parte dei terroristi contro gli Stati democratici occidentali fa parte della lunga marcia della Sinistra radicale per distruggere la società occidentale dall’interno. Sono disposti a usare qualsiasi metodo che li aiuti a raggiungere questo obiettivo. Sebbene l’ideologia di Sinistra non abbia un rapporto superficiale con l’estremismo islamico, i loro obiettivi coincidono  e formano una pericolosa alleanza contro il mondo occidentale, diventano un potente strumento per il Comunismo.

Conclusione

Dall’uso ufficiale della violenza della Comune di Parigi e di Lenin, alle persecuzioni di Stato del PCC, il Comunismo ha sempre usato il terrorismo per raggiungere i suoi obiettivi. Al di là del territorio controllato dai regimi comunisti, il Comunismo ha manipolato una varietà di gruppi e personaggi in modo da compiere atti terroristici, seminando caos in tutto il mondo e usandoli come un diversivo nei confronti dei suoi nemici. I progressi di scienza e tecnologia hanno reso più facile per i terroristi mettere in pericolo vittime innocenti.

I terroristi usano la violenza per gettare la società nel disordine e la paura per mantenere le persone sotto il loro controllo. Violano i valori morali universalmente diffusi in tutta l’umanità per raggiungere i loro fini. Le radici del Comunismo si ritrovano nelle loro idee fondamentali, poiché l’ideologia comunista fornisce un quadro teorico per i loro ideali malvagi.

Le principali vittime dell’estremismo islamico sono i popoli dei Paesi da cui provengono i terroristi. Mentre i media focalizzano la propria attenzione sugli attacchi terroristici che colpiscono la società occidentale, la stragrande maggioranza delle vittime sono musulmani. Allo stesso modo, gli oltre 100 milioni di vittime causate dal Comunismo sono quasi tutte persone che vivevano nei luoghi controllati dai regimi comunisti.

Il terrorismo è inseparabile dal Comunismo, che di per sé è la causa principale del terrorismo in tutto il mondo. Fino a quando queste radici tossiche non saranno estirpate, l’umanità non godrà un solo giorno di pace. Solo riconoscendo il ruolo del Comunismo nelle attività terroristiche, che affliggono il nostro mondo e rimanendo dalla parte dei valori morali tradizionali e della fede, le persone potranno proteggersi da questa minaccia.


Note bibliografiche

[1] Brian Whitaker, “The Definition of Terrorism,” The Guardian, May 7, 2001, https://www.theguardian.com/world/2001/may/07/terrorism.

[2] “Lenin and the Use of Terror,” World Future Fund, accessed November 17, 2018, http://www.worldfuturefund.org/wffmaster/Reading/Quotes/leninkeyquotes.htm.

[3] Karl Kautsky, Terrorism and Communism: A Contribution to the Natural History of Revolution (1919), accessed November 17, 2018, https://www.marxists.org/archive/kautsky/1919/terrcomm/index.htm.

[4] Carey Goldberg, “‘Red Saturday’ Not Such a Celebration for Lenin,” Associated Press, April 21, 1990,https://apnews.com/0f88bdb24ea112b606c9c56bca69e9dd; Francis X. Clines, “Upheaval in the East; Soviet Congress Debates New Presidency,” The New York Times, March 13, 1990, https://www.nytimes.com/1990/03/13/world/upheaval-in-the-east-soviet-congress-debates-new-presidency.html.

[5] Brian Crozier, The Rise and Fall of the Soviet Empire (Rocklin, CA: Prima Lifestyles, 2000).

[6] Stanislav Lunev, Through the Eyes of the Enemy: The Autobiography of Stanislav Lunev (Washington, D.C.: Regnery Publishing, Inc., 1998), 80.

[7] “The KGB’s Terrorist Footprints,” The Washington Post, September 23, 1981,https://www.washingtonpost.com/archive/politics/1981/09/23/the-kgbs-terrorist-footprints/16f129fd-40d7-4222-975c-6e39044768bf/?utm_term=.0f15a9d808da.

[8] Ion Mihai Pacepa, “Russian Footprints,” National Review, August 24, 2006,  https://www.nationalreview.com/2006/08/russian-footprints-ion-mihai-pacepa/.

[9] Ion Mihai Pacepa and Ronald Rychlak, Disinformation: Former Spy Chief Reveals Secret Strategies for Undermining Freedom, Attacking Religion, and Promoting Terrorism (Washington, D.C.: WND Books, 2013), Chapter 33.

[10] “A Sampling of Chinese Public Opinion Following the 9/11 Terrorist Attacks,” [〈911恐怖分子袭击事件之后:国内言论摘登〉] Modern China Studies [《當代中國研究》] (2001, Fourth Issue),  http://www.modernchinastudies.org/us/issues/past-issues/75-mcs-2001-issue-4/596-911.html. [In Chinese]

[11] Paul Berman, “The Philosopher of Islamic Terror,” The New York Times Magazine, March 23, 2003, https://www.nytimes.com/2003/03/23/magazine/the-philosopher-of-islamic-terror.html.

[12] Raymond Ibrahim, “Ayman Zawahiri and Egypt: A Trip Through Time,“ The Investigative Project on Terrorism: A Special Report, November 30, 2012, https://www.investigativeproject.org/3831/ayman-zawahiri-and-egypt-a-trip-through-time.

[13] Dale C. Eikmeier, Qutbism: An Ideology of Islamic-Fascism, Defense Technical Information Center, March 2007, accession number ADA485995,  http://www.dtic.mil/docs/citations/ADA485995.

[14] Hassan Hassan, The Sectarianism of the Islamic State: Ideological Roots and Political Context (Washington: Carnegie Endowment for International Peace, June 2016), 26, https://carnegieendowment.org/files/CP_253_Hassan_Islamic_State.pdf.

[15] Andrew McGregor, “Al-Qaeda’s Egyptian Prophet: Sayyid Qutb and the War On Jahiliya,” Terrorism Monitor 1, No. 3, May 4, 2005, https://jamestown.org/program/al-qaedas-egyptian-prophet-sayyid-qutb-and-the-war-on-jahiliya/.

[16] Robert R. Reilly, The Roots of Islamist Ideology (London: Centre for Research into Post-Communist Economies, February 2006), 4, http://crce.org.uk/briefings/islamistroots.pdf.

[17] Berman, “The Philosopher of Islamic Terror.”

[18] McGregor, “Al-Qaeda’s Egyptian Prophet,” https://jamestown.org/program/al-qaedas-egyptian-prophet-sayyid-qutb-and-the-war-on-jahiliya/.

[19] A. E. Stahl, “‘Offensive Jihad’ in Sayyid Qutb’s Ideology,” International Institute for Counter-Terrorism, March 24, 2011, https://www.ict.org.il/Article/1097/Offensive-Jihad-in-Sayyid-Qutbs-Ideology#gsc.tab=0.

[20] McGregor, “Al-Qaeda’s Egyptian Prophet.”

[21] Stahl, “‘Offensive Jihad’ in Sayyid Qutb’s Ideology.”

[22] McGregor, “Al-Qaeda’s Egyptian Prophet.”

[23] Roxanne L. Euben, “Mapping Modernities, ‘Islamic’ and ‘“Western,’” in Border Crossings: Toward a Comparative Political Theory, ed. Fred Reinhard Dallmayr (Lanham, Md.: Lexington Books, 2013), 20.

[24] Vladimir Lenin, What Is to Be Done? trans. Joe Fineberg and George Hanna, accessed November 17, 2018, https://www.marxists.org/archive/lenin/works/1901/witbd/.

[25] Glenn E. Robinson, “Jihadi Information Strategy: Sources, Opportunities, and Vulnerabilities,” in Information Strategy and Warfare: A Guide to Theory and Practice, eds. John Arquilla and Douglas A. Borer (London: Routledge, 2007), 92.

[26] Ibid.

[27] Ibid.

[28] McGregor, “Al-Qaeda’s Egyptian Prophet.”

[29] “Impaling Leninist Qutbi Doubts: Shaykh Ibn Jibreen Makes Takfir Upon (Declares as Kufr) the Saying of Sayyid Qutb That Islam Is a Mixture of Communism and Christianity,” January 2, 2010, http://www.themadkhalis.com/md/articles/bguiq-shaykh-ibn-jibreen-making-takfir-upon-the-saying-of-sayyid-qutb-that-islam-is-a-mixture-of-communism-and-christianity.cfm.

[30] Damon Linker, “The Marxist Roots of Islamic Extremism,” The Week, March 25, 2016, http://theweek.com/articles/614207/marxist-roots-islamic-extremism.

[31] Chuck Morse, Islamo-Communism: The Communist Connection to Islamic Terrorism (City Metro Enterprises, 2013), Introduction.

[32] Antero Leitzinger, “The Roots of Islamic Terrorism,” The Eurasian Politician, No. 5 (April–September 2002), http://users.jyu.fi/~aphamala/pe/issue5/roots.htm.

[33] Lawrence Wright, The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11 (New York: Knopf Publishing Group, 2006), 21.

[34] Dawn Perlmutter, Investigating Religious Terrorism and Ritualistic Crimes (New York: CRC Press, 2004), 104.

[35] The 9/11 Commission Report, The National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, 55, https://www.9-11commission.gov/report/911Report.pdf.

[36] Michael Scheuer, Through Our Enemies’ Eyes: Osama bin Laden, Radical Islam, and the Future of America, 2nd ed. (Washington: Potomac Books, 2006), 114.

[37] Lawrence Wright, The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11 (New York: Knopf Publishing Group, 2006), 36.

[38] Lawrence Wright, “The Man Behind Bin Laden: How an Egyptian Doctor Became a Master of Terror,” The New Yorker, September 16, 2002, https://www.newyorker.com/magazine/2002/09/16/the-man-behind-bin-laden.

[39] Lawrence Wright, The Terror Years: From Al-Qaeda to the Islamic State (New York: Vintage Books, 2016), 17.

[40] Wright, The Looming Tower, 36.

[41] Glenn E. Robinson, “The Four Waves of Global Jihad, 1979–2017,” Middle East Policy 24, No. 3 (Fall 2017), 70, https://www.researchgate.net/publication/319160351_The_Four_Waves_of_Global_Jihad_1979-2017.

[42] Robinson, “Jihadi Information Strategy,” 88.

[43] Robinson, “The Four Waves of Global Jihad,” 85.

[44] Anthony Bubalo and Greg Fealy, “Between the Global and the Local: Islamism, the Middle East, and Indonesia,” The Brookings Project on U.S. Policy Towards the Islamic World, No. 9 (October 2005), 7, https://www.brookings.edu/wp-content/uploads/2016/06/20051101bubalo_fealy.pdf.

[45] Robert Manne, “Sayyid Qutb: Father of Salafi Jihadism, Forerunner of the Islamic State,” The ABC, November 7, 2016, http://www.abc.net.au/religion/articles/2016/11/07/4570251.htm.

[46] Joshua Sinai, “Mining the Roots of the ‘Why and How’ of Terrorism,” review of The Mind of the Islamic State: ISIS and the Ideology of the Caliphate, by Robert Manne, The Washington Times, October 31, 2017, https://www.washingtontimes.com/news/2017/oct/31/book-review-the-mind-of-the-islamic-state-by-rober/.

[47] Seth G. Jones, A Persistent Threat: The Evolution of al Qa’ida and Other Salafi Jihadists (Rand Corp, 2014), 64–65, https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/research_reports/RR600/RR637/RAND_RR637.pdf.

[48] 2011 Report on Terrorism, The National Counterterrorism Center, 14, https://fas.org/irp/threat/nctc2011.pdf.

[49] Country Reports on Terrorism 2016, Bureau of Counterterrorism and Countering Violent Extremism, https://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2016/272241.htm.

[50] Alex Nowrasteh, Terrorism and Immigration: A Risk Analysis, Cato Institute, September 13, 2016, https://object.cato.org/sites/cato.org/files/pubs/pdf/pa798_1_1.pdf.

[51] Shi Yanchun, [時延春]“Zhou Enlai and the Middle East,” [〈周恩來與中東〉] Party History in Review [《黨史縱橫》] (2006, First Issue), 7–8.  http://waas.cssn.cn/webpic/web/waas/upload/2011/06/d20110602193952375.pdf [In Chinese]

[52] Party of European Socialists, accessed November 17, 2018, https://www.google.com/url?q=https://web.archive.org/web/20130503194245/http:/www.pes.eu/en/about-pes/pes-members/parties&sa=D&ust=1542506434796000&usg=AFQjCNHwfLae215sWQn58IVwbGPeL_N0jg.

[54] Andrea L. Stanton, Edward Ramsamy, Carolyn M. Elliott, Peter J. Seybolt, eds., Cultural Sociology of the Middle East, Asia, and Africa: An Encyclopedia, Vol. 1 (Los Angeles: SAGE, 2012), 274.

[55] Stefan Aubrey, The New Dimension of International Terrorism (Zürich: vdf Hochschulverlag AG an der ETH, 2004), 34.

[56] Ibid., 34–36.

[57] S. Frederick Starr, Xinjiang: China’s Muslim Borderland, first ed. (London: Routledge, 2004), 149.

[58] John Hooper, “Claims that China Paid Bin Laden to See Cruise Missiles,” The Guardian, October 20, 2001, https://www.theguardian.com/world/2001/oct/20/china.afghanistan.

[59] Ted Galen Carpenter, “Terrorist Sponsors: Saudi Arabia, Pakistan, China,” The Cato Institute, November 16, 2001, https://www.cato.org/publications/commentary/terrorist-sponsors-saudi-arabia-pakistan-china.

[60]  “China’s Role in Osama bin Laden’s ‘Holy War’ On America,” The Population Research Institute, 3, No. 23 (September 19, 2001),  https://www.pop.org/chinas-role-in-osama-bin-ladens-holy-war-on-america/.

[61] Yitzhak Shichor, “The Great Wall of Steel: Military and Strategy in Xinjiang,” in Xinjiang: China’s Muslim Borderland, ed. S. Frederick Starr (London: Routledge, 2004), 158.

[62] Qiao Liang and Wang Xiangsui, Chao Xian Zhan (Unrestricted Warfare) (Beijing: Zhongguo shehui chubanshe, 2005), Chapters 2 and 5. [In Chinese]

[63] “Chinese Firms Helping Put Phone System in Kabul,” The Washington Times, September 28, 2001, https://www.washingtontimes.com/news/2001/sep/28/20010928-025638-7645r/.

[64] D. J. McGuire, “How Communist China Supports Anti-U.S. Terrorists,” Association for Asian Research, September 15, 2005, http://www.asianresearch.org/articles/2733.html.

[65] Jamie Glazov, United in Hate: The Left’s Romance with Tyranny and Terror (Los Angeles: WND Books, 2009), Chapter 14.

[66] Ibid.

[67] “Ward Churchill Profile,” Discover the Networks, accessed November 17, 2018, http://www.discoverthenetworks.org/individualProfile.asp?indid=1835.

[68] Glazov, United in Hate, Chapter 14.

[69] “Nicholas De Genova Profile,” Discover the Networks, accessed November 17, 2018, http://www.discoverthenetworks.org/individualProfile.asp?indid=2189.

[70] Glazov, United in Hate, Chapter 14.

[71] Ibid.

[72] Ibid.

[73] “Lynne Stewart Profile,” Discover the Networks, accessed November 17, 2018, http://www.discoverthenetworks.org/individualProfile.asp?indid=861.

[74] David Horowitz, Unholy Alliance: Radical Islam and the American Left (Washington D.C.: Regnery Publishing, Inc., 2004), 37.

 
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