Comunismo e marxismo strisciante in Occidente: menzogne, manipolazione, violenze ed eversione – P. 2

Dal libro ‘Come lo spettro del comunismo controlla il nostro mondo’ proponiamo la seconda parte dell’episodio 8 in podcast-video.
(Capitolo corrispondente nel libro:  Capitolo 5 (Parte I): L’infiltrazione comunista in Occidente • Lista dei capitoli)

3. La Sinistra dal New Deal al Progressismo
4. La Rivoluzione Culturale in Occidente
5. La manipolazione del pacifismo e dei movimenti per i diritti civili

3. La Sinistra dal New Deal al Progressismo

Giovedì 24 ottobre 1929 la Borsa di New York crollò. Era l’inizio di un disastro economico senza precedenti. La Grande Depressione si diffuse dal settore finanziario a tutta l’economia, senza risparmiare nessuna delle nazioni occidentali. La disoccupazione colpì più di un quarto della popolazione, il numero complessivo di disoccupati superò i 30 milioni. Con l’eccezione dell’Unione Sovietica, i principali Paesi industrializzati subirono un crollo medio del 27 per cento delle rispettive produzioni industriali.

All’inizio del 1933, nel corso dei primi 100 giorni della presidenza Roosevelt, furono presentate numerose proposte di legge che rispondevano alla crisi incrementando l’intervento del governo nell’economia. In quel periodo, negli Stati Uniti furono varate diverse riforme, nei settori: bancario, agricolo, industriale e previdenziale.

Nonostante il New Deal di Roosevelt sia sostanzialmente finito con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, molte delle istituzioni e delle organizzazioni create da esso rimasero, continuando a condizionare la società americana fino ad oggi.

Franklin Delano Roosevelt emanò più ordini esecutivi di ogni altro presidente americano del XX secolo, ma il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti non scese sotto il 10 per cento fino all’inizio della guerra. Il vero effetto del New Deal fu, piuttosto, quello di instaurare negli Stati Uniti un regime fiscale oppressivo, di dare inizio alla massiccia pervasività dello Stato nella vita pubblica e di dare inizio all’interventismo economico.

Nel saggio The Big Lie: Exposing the Nazi Roots of the American Left [La Grande menzogna: le radici naziste della Sinistra americana], l’intellettuale conservatore Dinesh D’Souza sostiene che il National Recovery Act sia il fulcro del New Deal di Roosevelt e la fine del libero mercato negli Stati Uniti.

Un altro saggio utile in questo senso è: FDR’s Folly [La follia di Franklin Delano Roosevelt]. Pubblicato nel 2003, dallo storico Jim Powell. Secondo l’autore, il New Deal ha prolungato la Grande Depressione anziché metterle fine. Le norme previdenziali e sull’occupazione, ad esempio, incoraggiarono la disoccupazione, mentre le tasse elevate misero in difficoltà le imprese.

L’economista e premio Nobel Milton Friedman ha elogiato lo studio di Powell, affermando: «Come Powell dimostra senza lasciare spazio a dubbi, il New Deal ha ostacolato la ripresa, ha prolungato e aggravato la disoccupazione e ha preparato il terreno per un governo ancora più intrusivo e costoso [da mantenere]».

 
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