Capitolo 12 (Parte II): Sabotare l’educazione

Lo Spettro del Comunismo non è scomparso con la disintegrazione del Partito comunista nell'Europa dell'Est

Lista dei capitoli


The Epoch Times sta pubblicando la traduzione del libro Come lo Spettro del Comunismo controlla il nostro mondo, dagli autori del libro Nove commentari sul Partito comunista.


Indice dei contenuti

2. Elementi comunisti nell’istruzione primaria e secondaria
a. L’appiattimento culturale degli studenti
b. La natura distruttiva dell’educazione progressista
• Da Rousseau a Dewey
• Come viziare gli studenti
• Educazione centrata sugli studenti
c. Istruzione: un mezzo per traviare gli studenti
• Ateismo ed evoluzione
• L’ideologia comunista
d. Manipolazione psicologica
• Psicologia ed educazione
• Relativismo morale
•“Educare alla morte” e alla prevenzione della droga
• Educazione sessuale pornografica
• Autostima ed egocentrismo
e. L’infiltrazione nell’educazione
• Il controllo sull’educazione elementare e media negli Stati Uniti
• Il ruolo dei sindacati degli insegnanti
• Estromettere la famiglia nell’educazione dei bambini
• Usare i tecnicismi per ingannare e confondere
• Modificare profondamenti le materie e i libri di testo
• Riforma dell’istruzione: Una lotta dialettica

3. L’obiettivo finale: distruggere l’istruzione in Oriente e in Occidente

Conclusione: Ritornare all’educazione tradizionale

Note bibliografiche


2. Elementi comunisti nell’istruzione primaria e secondaria

Sebbene il Comunismo eserciti la maggior parte della sua influenza a livello universitario, l’istruzione primaria e secondaria non sono state risparmiate. Il suo influsso ha danneggiato lo sviluppo intellettuale e la maturità dei bambini, rendendoli più suscettibili alle influenze di Sinistra, nel momento in cui frequenteranno l’università. Questa influenza ha portato generazioni di studenti ad avere sempre meno conoscenze, meno capacità di ragionare e di intraprendere un processo volto al pensiero critico. Tutto ciò va avanti da oltre un centinaio di anni. A dare il via a questa tendenza è stato il movimento dell’educazione progressista, guidato da John Dewey. Le riforme educative successive hanno seguito generalmente gli stessi passi.

Come nel capitolo precedente, gli Stati Uniti vengono presi come Paese di riferimento per mostrare e discutere l’azione dello Spettro del Comunismo nei Paesi occidentali.

L’istruzione primaria e secondaria negli Stati Uniti, oltre a instillare l’ateismo, la teoria dell’evoluzione e l’ideologia comunista, porta avanti una manipolazione psicologica che distrugge il credo e la morale tradizionale degli studenti. L’istruzione inculca anche il relativismo morale e i concetti moderni, che portano ad avere atteggiamenti depravati. Questo avviene in tutti i settori dell’istruzione. Queste manipolazioni sono effettuate in modo sofisticato, rendendo pressoché impossibile agli studenti e al pubblico proteggersi da questa tendenza.

a. L’appiattimento culturale degli studenti

Negli Stati Uniti, dai Presidenti ai parlamentari, dai sindaci ai membri delle commissioni scolastiche, tutti sono nominati dagli elettori. Affinché la politica possa portare avanti strategie che verranno realizzate in un modo veramente vantaggioso per tutti, è cruciale non solo il livello morale del pubblico, ma anche il livello di conoscenze e comprensione presente nella società. Quando gli elettori non conoscono la Storia, i sistemi politici, economici e le questioni sociali, una volta alle urne avranno difficoltà a scegliere con saggezza i funzionari governativi che hanno in programma gli interessi fondamentali e a lungo termine del loro Paese e della società. Tutto ciò pone il Paese in una situazione pericolosa.

Nel 1983 il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti commissionò una ricerca a un gruppo di esperti. Il risultato, frutto di 18 mesi di ricerche, fu un rapporto intitolato A Nation at Risk [Una nazione a rischio]. Il documento sintetizza il punto centrale: «Perché possa funzionare, il nostro Paese necessita di cittadini in grado di raggiungere una visione comune su questioni complesse, spesso con breve preavviso e sulla base di prove contrastanti o incomplete. L’educazione aiuta a formare queste visioni comuni, un punto che Thomas Jefferson ha reso esplicito molto tempo fa nel suo famoso motto: “Non conosco una garanzia per mantenere i poteri ultimi della società, che non sia la gente; se riteniamo che le persone non siano abbastanza illuminate da controllare il potere con il giusto arbitrio, il rimedio non è quello di togliere loro il controllo, ma di sviluppare tale arbitrio”».

Individui dalle scarse conoscenze e capacità di pensiero critico non sono in grado di riconoscere menzogne e inganni: l’educazione gioca un ruolo enorme in questo senso. Dato che gli elementi comunisti si sono infiltrati a tutti i livelli del sistema educativo, rendendo gli studenti stolti e ignoranti, la realtà è che generazione dopo generazione i cittadini sono sempre vulnerabili a essere manipolati.

Il rapporto Una nazione a rischio espone ulteriori elementi da tenere in considerazione: «Le basi educative della nostra società sono attualmente erose da una marea crescente di mediocrità, essa minaccia il futuro stesso della nostra nazione e del nostro popolo».

«Se una potenza straniera ostile avesse tentato di imporre in America il mediocre sistema educativo che esiste oggi, lo avremmo considerato un atto di guerra».

«Abbiamo sprecato i risultati ottenuti a livello studentesco sulla scia della crisi dello Sputnik. Abbiamo smantellato quei sistemi di supporto essenziali che ci hanno fatto raggiungere importanti risultati. Abbiamo, in effetti, commesso un atto di disarmo educativo, unilaterale e sconsiderato[1]».

Nel documento viene citato l’analista Paul Copperman: «Per la prima volta nella storia del nostro Paese, la formazione educativa di una generazione non supererà, non eguaglierà e non si avvicinerà nemmeno a quella dei loro genitori».

Alcuni dati presentati nel rapporto risultano scioccanti: gli studenti americani finiscono spesso nelle ultime posizioni della classifica relativa alle prove internazionali; 23 milioni di adulti americani sono considerati analfabeti funzionali, ovvero hanno un capacità di alfabetizzazione elementare e sono incapaci di soddisfare le complesse esigenze odierne della società e del mondo del lavoro.

Il rapporto di analfabetismo funzionale è del 13% tra i diciassettenni e può raggiungere il 40% tra le minoranze. Dal 1963 al 1980, i voti raggiunti nel SAT (Scholastic Aptitude Test, il principale test attitudinale utilizzato per l’ammissione ai college statunitensi NdT) sono scesi di oltre 50 punti, il punteggio medio della lingua inglese è sceso di quasi 40 punti. «Molti diciassettenni non possiedono le competenze intellettuali ‘superiori’ che ci si dovrebbe aspettare da loro. Quasi il 40% non riesce a comprendere il significato presente in un testo; solo il 20% di loro è in grado di scrivere un tema soddisfacente e solo il 30% di loro può risolvere un problema matematico che richieda diversi passaggi[2]».

Dopo gli anni ’80, alcune persone nel campo dell’educazione americana, sia capaci che preoccupate per la situazione, lanciarono la campagna Back to Basics [Torniamo alle basi].

È servito a fermare il declino dell’educazione americana? Nel 2008, Mark Bauerlein, professore di Inglese alla Emory University, ha pubblicatoil libro The Dumbest Generation [La Generazione più Stupida]. Il primo capitolo del libro incrocia i risultati degli esami e dei sondaggi del Dipartimento dell’Educazione e delle organizzazioni non governative, esponendo le lacune nelle conoscenze degli studenti americani in Storia, educazione civica, matematica, scienze, tecnologia, belle arti e altri campi. Nel 2001 l’esame di Storia del National Education Progress Assessment [organizzazione sotto il Dipartimento dell’Educazione che si occupa di valutare le conoscenze degli studenti americani NdT] ha visto il 57% degli studenti ottenere un punteggio inferiore alla sufficienza e solo l’1% ha conseguito un punteggio ottimo. Come esempio prendiamo la domanda: «Quale Paese era alleato con gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale?» Il 52% ha scelto Germania, Giappone e Italia, invece che l’Unione Sovietica. I risultati in altre aree sono stati altrettanto deludenti[3].

Il declino nella qualità dell’istruzione negli Stati Uniti è evidente. Dagli anni ’90 si è diffuso il termine dumbing down [traducibile in italiano come “appiattimento culturale”, indica l’abbassamento della qualità dell’educazione e la deliberata semplificazione dei contenuti intellettuali, non solo nelle scuole ma anche nei prodotti di largo consumo come libri, riviste, film, videogiochi NdT]

Il termine è apparso in molti libri che trattano l’argomento dell’educazione negli USA, diventando un concetto che gli educatori americani non possono evitare. John Taylor Gatto, professore e ricercatore educativo a New York City, ha scritto: «Se prendiamo un libro di matematica o di retorica di quinta elementare del 1850 possiamo notare come i testi di allora fossero a un livello che oggi sarebbe considerato universitario [4]».

Per evitare che il sistema educativo americano proietti un’immagine negativa, nel 1994 l’organizzazione Educational Testing Service (ETS, la più grande organizzazione privata al mondo per la valutazione dei test educativi) ) ha dovuto ridefinire i punteggi del SAT.

Nel 1941, quando il SAT adottò l’attuale forma moderna, il punteggio medio dell’esame di lingua era 500 (la fascia alta superava gli 800 punti). Negli anni ’90 il punteggio medio è sceso a 424 punti. Di fatto l’ETS ha ridefinito i parametri, considerando un 424 come se fosse un 500[5].

Il calo nella qualità dell’istruzione non si riflette solo nella caduta dell’alfabetizzazione degli studenti. A causa della mancanza di conoscenze di base, le capacità di pensiero critico degli studenti americani sono diminuite drasticamente. Negli anni ‘90 lo studioso Thomas Sowell scrisse: «Non è che Johnny non sappia leggere, o addirittura che Johnny non sappia pensare. Johnny non sa cosa significhi pensare, perché in molte scuole pubbliche il ragionamento razionale viene spesso confuso con le emozioni[6]».

I leader studenteschi attivi nelle contestazioni violente degli anni ’60 erano in grado di parlare in modo eloquente. I giovani di oggi che partecipano alle manifestazioni e alle proteste, quando vengono intervistati dalle televisioni, raramente riescono a esprimere chiaramente le loro richieste. Mancano sia di buon senso sia di raziocinio.

La ragione del declino nei voti nelle graduatorie non è data dal fatto che gli studenti di oggi siano meno intelligenti di quelli di ieri, ma che lo Spettro del Comunismo sta conducendo una guerra silenziosa contro le generazioni future, usando il sistema educativo come un’arma. Charlotte Thomson Iserbyt è l’autrice del libro The Deliberate Dumbing Down of America: A Chronological Paper Trail [Cronologia dell’intenzionale appiattimento culturale dell’America] e ha ricoperto il ruolo di consulente politico per il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti negli anni ’80. In un’occasione ha commentato: «La ragione per cui gli americani non capiscono questa guerra è perché è stata combattuta in segreto nelle scuole della nostra Nazione, prendendo di mira i nostri bambini, prigionieri nelle aule[7]».

b. La natura distruttiva dell’educazione progressiva

L’attacco contro la tradizione, nelle scuole primarie e secondarie americane, è iniziato con il movimento educativo progressista, all’inizio del XX secolo. Gli insegnanti e i professori progressisti hanno messo in scena un insieme di teorie e discorsi, con lo scopo di modificare i curricula, annacquare il materiale didattico e abbassare gli standard accademici. Ciò ha portato un enorme danno all’istruzione tradizionale.

Da Rousseau a Dewey

John Dewey, il padre dell’educazione progressista americana, è stato fortemente influenzato dalle idee del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau, vissuto nel XVIII secolo.

Rousseau riteneva che le persone fossero buone di natura e che il responsabile del declino morale fosse il degrado sociale. Rousseau riteneva che gli esseri umani fossero liberi ed uguali alla nascita e che, se ci fosse stato un ambiente naturale, ognuno avrebbe potuto valersi dei propri diritti innati. La disuguaglianza, il privilegio, lo sfruttamento e la perdita della gentilezza sono tutti prodotti della civiltà, secondo il modello di pensiero del filosofo francese. Riguardo ai bambini, Rousseau sosteneva che fosse necessario un modello di “educazione naturale”, che li avrebbe lasciati a loro stessi. La sua idea di educazione prevede l’assenza di un qualsiasi insegnamento religioso, morale o culturale.

In effetti gli umani sono dotati sia di benevolenza sia di malvagità. Senza coltivare la benevolenza, gli aspetti malvagi della natura umana prevarranno, fino al punto che le persone non riterranno nessun metodo troppo spregevole e nessun peccato troppo malvagio. Con la sua elegante retorica, Rousseau attirò molti seguaci. L’influenza deleteria che la sua teoria pedagogica ha avuto sull’educazione occidentale è difficile da valutare.

Circa un secolo dopo, Dewey riprese da dove Rousseau aveva lasciato, promuovendo di fatto il suo dannoso operato. Secondo Dewey, che subiva anche le influenze della teoria dell’evoluzione di Darwin, i bambini dovrebbero essere tolti dalla tutela dei genitori, della religione e della cultura, consentendo loro di avere la libertà di adattarsi al loro ambiente. Dewey era un seguace del pragmatismo e del relativismo morale. Credeva che non ci fosse una moralità immutabile e che le persone potessero agire e comportarsi come meglio credevano. Il concetto di relativismo morale è necessariamente il primo passo da compiere per allontanare l’umanità dalle regole morali stabilite da Dio.

Dewey era nel gruppo di trentatré persone che firmarono il Manifesto umanista, redatto nel 1933. A differenza degli umanisti del Rinascimento, l’Umanesimo del XX secolo vede al suo centro una sorta di religione laica, radicata nell’Ateismo. Basato su concetti moderni come il materialismo e la teoria dell’evoluzione, considera l’essere umano come una macchina, o la somma di un processo biochimico.

Usando questo approccio, l’obiettivo dell’educazione è quello di plasmare e guidare i soggetti secondo i desideri dell’educatore, qualcosa di fondamentalmente simile al “nuovo uomo socialista” di Marx. Dewey stesso era un socialista democratico.

Il filosofo americano Sidney Hook ha commentato che «Dewey ha fornito al marxismo l’epistemologia e la filosofia sociale che Marx aveva in parte ricercato per sé stesso, e in parte abbozzato nelle sue prime opere, ma che non aveva mai adeguatamente precisato[8]».

Nel 1921, mentre la guerra civile infuriava in tutta la Russia, i sovietici trovarono il tempo di produrre un opuscolo di 72 pagine, contenente estratti dal libro Democrazia e educazione di Dewey. Nel 1929, il rettore della Seconda Università Statale di Mosca, Albert P. Pinkerich, scrisse: «Dewey si avvicina enormemente a Marx e ai comunisti russi [9]». Il biografo Alan Ryan ha scritto che Dewey «ha fornito le armi intellettuali per un Marxismo socialdemocratico presentabile, non totalitario[10]».

Gli educatori progressisti non nascondono il loro obiettivo: trasformare il modo in cui gli studenti affrontano la loro vita. Per raggiungere tale obiettivo hanno ribaltato tutti gli aspetti presenti nel processo di apprendimento: da come sono strutturate le lezioni, ai materiali usati, dai metodi di insegnamento al rapporto tra insegnanti e studenti. Il focus dell’educazione si è spostata dall’insegnante agli studenti (o ai bambini). L’esperienza personale è considerata superiore alla conoscenza appresa dai libri. Le lezioni tenute dall’insegnante sono retrocesse a favore di progetti e attività pratiche, che hanno un posto di primo piano.

La rivista conservatrice americana Human Events ha collocato Democrazia e educazione di Dewey al quinto posto nella sua top ten dei libri più dannosi pubblicati nel XIX e XX secolo. Nella recensione si legge che Dewey «calunnia l’istruzione che si concentra sullo sviluppo di un carattere tradizionale che porta a dotare i bambini di conoscenze pratiche, incoraggiando invece l’insegnamento di certe ‘abilità’ del pensiero[11]».

Ci sono stati dei critici letterari che hanno sostenuto fin dall’inizio la tendenza progressista dell’educazione al lavoro. Nel 1949 il libro And Madly Teach: A Layman Looks at Public School Education [La follia dell’insegnamento: osservazioni sulla scuola pubblica] confutava in modo conciso ma completo i principi dell’educazione progressista[12]. Gli insegnanti progressisti hanno respinto al mittente le varie opinioni contrarie, etichettando come “reazionari” coloro che vi si opponevano, e usando vari mezzi per metterli a tacere o ignorarli.

Dewey ha trascorso oltre cinquant’anni come professore di ruolo alla Columbia University di New York. Durante il periodo in cui Dewey dirigeva il programma di training per i nuovi professori, almeno il 2’% di tutti gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie riceveva la propria istruzione alla Columbia University.

A differenza di figure come Marx, Engels, Lenin, Stalin o Mao Zedong, Dewey non aveva alcuna aspirazione a diventare un guru rivoluzionario o a conquistare il mondo. Per tutta la sua vita ha svolto il ruolo di accademico e professore, ma il sistema educativo che ha creato è diventato uno degli strumenti più potenti del Comunismo.

Come viziare gli studenti

Secondo la teoria dell’educazione di Rousseau, gli esseri umani nascono buoni e liberi, ma sono resi cattivi dalla società. Pertanto, il metodo migliore per educare è quello di lasciare i bambini completamente liberi, così che abbiano spazio per il loro sviluppo autonomo e imprevedibile.

Sotto l’influenza del pensiero di Rousseau, gli educatori progressisti come Dewey spesso fanno da cassa di risonanza a questo tipo di idee; alcuni esempi: non si dovrebbero forzare i valori dei genitori o degli insegnanti sugli studenti; ai bambini dovrebbe essere permesso di giungere ai propri giudizi e decisioni durante il processo di crescita.

Il poeta inglese Samuel Taylor Coleridge replicò elegantemente a questo tipo di visione: «[John] Thelwall ha sempre pensato che sia molto ingiusto influenzare la mente di un bambino, inculcandogli qualsiasi opinione prima che possa arrivare alla maturità, ed essere in grado di scegliere da sé. Gli mostrai il mio orto e gli dissi che era un giardino botanico. “Ma come” disse lui, “ma se è coperto di erbacce”, “Oh,” risposi io “è solo perché non è ancora giunto alla giusta età quando potrà decidere. Le erbacce, come vedi, si sono prese la libertà di crescere e ho pensato che fosse ingiusto convincere il terreno ad avere rose e fragole”[14]».

Il poeta usò quell’analogia in maniera sagace per trasmettere all’amico un principio: etica e saggezza vanno coltivate con cura, proprio come un orto. Senza controllare il campo, le erbacce prenderanno il sopravvento. Abbandonare i bambini a sé stessi è come abbandonarli all’influenza degli elementi negativi nella società: significherebbe agire in maniera irresponsabile e un’estrema negligenza. Il bene e il male fanno contemporaneamente parte della natura umana. Sebbene i bambini siano più semplici e puri degli adulti, sono comunque suscettibili a comportamenti negativi come pigrizia, gelosia, competitività, egoismo. La società è come una grande tinozza di tintura. Se i bambini, che possiedono naturalmente sia una parte buona che cattiva, non sono adeguatamente istruiti, allora quando saranno arrivati all’età in cui saranno «maturi e pronti a prendere decisioni», sarà troppo tardi: cattivi elementi e cattive abitudini li avranno contaminati, educarli sarà inutile.

Questo tipo di indulgenza nei confronti degli studenti ha raggiunto il suo apice nell’opera pedagogica Summerhill: Un approccio radicale all’educazione. L’autore, A.S. Neill, fondò nel 1921 un collegio in Inghilterra, la Summerhill School, per bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni. La scuola concedeva ai bambini una completa autonomia: erano in grado di decidere se  partecipare o meno alle lezioni, o quale lezione seguire. Neil venne fortemente influenzato dal filosofo Wilhelm Reich della Scuola di Francoforte, forte sostenitore della libertà sessuale; i due si scrivevano regolarmente.

Oltre alle materie, la scuola era anche estremamente permissiva sull’etica, la disciplina e le relazioni tra maschi e femmine. Tutto era improntato ad andare contro la tradizione. Ragazzi e ragazze potevano darsi appuntamenti e addirittura vivere insieme, situazioni che la scuola non solo avrebbe ignorato, ma addirittura facilitato. Neil permetteva al personale e agli studenti di nuotare nudi insieme in piscina. Il suo figliastro, di 35 anni, insegnava ceramica e spesso si portava a casa le ragazze più grandi[15].

Neil racconta nel suo libro: «Ogni allievo presente a Summerhill sa bene, dai miei discorsi e dai miei libri, che approvo l’avere una vita sessuale attiva per tutti coloro che lo vogliono, qualunque sia la loro età[16]».

Neil ha accennato che, se non fosse stato proibito dalla legge, avrebbe permesso a ragazzi e ragazze di dormire insieme[17]. Quando Summerhill fu pubblicato divenne rapidamente un bestseller. Solo negli anni ‘70 ha venduto oltre tre milioni di copie, diventando un “classico”; gli insegnanti lo avrebbero poi reso una lettura obbligatoria per i loro studenti.

Un antico detto cinese dice: «Un insegnante rigoroso produce studenti eccezionali». Anche in Occidente è comprovato che un insegnante rigoroso porti propri studenti a raggiungere risultati migliori. Anche l’influenza sul comportamento degli studenti sarà migliore[18].

Purtroppo, negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali l’influenza del Progressismo e dell’autonomia educativa, hanno portato a emanare leggi che limitano l’influenza dei genitori o degli insegnanti nella gestione degli studenti. Ciò ha fatto sì che gli insegnanti abbiano paura di disciplinare gli studenti. Le cattive abitudini degli studenti non vengono corrette in modo tempestivo, causando un precipitoso declino del loro senso morale, così come dei loro risultati accademici.

Educazione centrata sugli studenti

La funzione più importante dell’educazione è quella di mantenere e trasmettere la cultura tradizionale della Storia umana. Gli insegnanti sono il cardine che collega il passato a beneficio del futuro. Secondo un detto cinese «Un insegnante è colui che trasmette il Tao, insegna le lezioni e chiarisce la confusione».  Il pensiero educativo progressista di Dewey ha cancellato l’autorità degli insegnanti e ne ha declassato l’importanza. La sua posizione è anti-intellettuale e contro il buon senso. In sostanza va contro l’educazione stessa.

I sostenitori dell’educazione progressista sbandierano il fatto che l’educazione debba mettere gli studenti al centro di tutto: devono essere lasciati liberi di ricercare quello che desiderano e giungere alle proprie conclusioni. I libri di testo tradizionali contengono migliaia di anni di civiltà umana: come si può pretendere che tutto ciò venga analizzato da un giovane così velocemente? La vera intenzione dell’educazione progressista è quella di separare gli studenti dalla cultura tradizionale. Negare l’autorità degli insegnanti nel processo educativo significa negare il loro ruolo nel portare avanti le conoscenze della civiltà. Questo è uno dei fini del Comunismo.

Nel suo libro Seven Myths About Education [Sette miti sull’educazione] Daisy Christodoulou ha analizzato e smentito sette luoghi comuni ampiamente diffusi. Tra questi: presentare i fatti impedisce la comprensione della situazione; l’istruzione guidata dagli insegnanti è passiva; i progetti e le attività sono il modo migliore per imparare; insegnare la conoscenza è indottrinare e altri ancora[19]. La maggior parte di questi miti derivano dall’educazione progressista, ma dopo essere stati tramandati per diverse generazioni, sono diventati una piaga per la cultura educativa. Essendo inglese, Christodoulou prende come esempio ciò che accade nel Regno Unito, ma i concetti “educativi” progressisti hanno danneggiato il mondo intero.

Prendiamo ad esempio il primo luogo comune. L’educazione moderna ha degradato i metodi tradizionali relativi alla memorizzazione, alla lettura ad alta voce e metodi simili, definendoli meccanici e ripetitivi. Molti hanno familiarità con queste critiche. Rousseau ha attaccato l’attività di memorizzare, così come le lezioni tenute a voce da un insegnante nel suo romanzo Emil. Gli educatori progressisti, seguaci di Dewey, hanno a loro volta promosso tali teorie.

Nel 1955, lo psicologo educativo americano Benjamin Bloom propose una sua metodologia volta all’apprendimento. Chiamata Tassonomia di Bloom, divide la cognizione umana in sei livelli, dal basso verso l’alto: ricordare, comprendere, applicare, analizzare, valutare, creare.

Gli ultimi tre livelli fanno parte del tipo di pensiero di ordine superiore, in quanto tali abilità implicano un’analisi completa. I punti di forza e di debolezza della classificazione di Bloom non verranno analizzati qui, ma presi come riferimento per mostrare che da quando questa metodologia è stata proposta, gli educatori progressisti hanno usato il pretesto di coltivare il cosiddetto “pensiero di ordine superiore” per indebolire l’insegnamento della conoscenza nelle scuole.

Chiunque abbia un minimo di buon senso, sa che possedere certe conoscenze di base serve come punto di partenza per poter svolgere qualsiasi compito intellettuale. Senza una notevole scorta di conoscenze, i cosiddetti pensieri di ordine superiore, il pensiero critico e il pensiero creativo sono termini che portano fuori strada sia sé stessi che altre persone. Il sistema di classificazione di Bloom fornisce una giustificazione, apparentemente scientifica, per l’imperscrutabile approccio degli educatori progressisti.

La teoria dell’istruzione che pone lo studente in primo piano, ha tra i suoi pilastri la necessità di lasciare scegliere agli studenti, secondo i loro interessi, sia quello che vogliono imparare che quello che non vogliono imparare. Questa teoria sostiene anche che gli insegnanti dovrebbero trasmettere agli studenti solo ciò a cui questi ultimi sono interessati.

Questa idea appare plausibile, ma è necessario analizzarla, per capire se sia proprio così. Ogni insegnante vorrebbe far sì che i giovani alunni, i bambini, possano imparare divertendosi. Considerando la giovane età, essi hanno conoscenze superficiali e una visione limitata, non sono in grado di giudicare ciò che è importante da imparare e ciò che non lo è. Gli insegnanti devono assumersi la responsabilità di guidare gli studenti, così che possano andare oltre gli interessi superficiali e ampliare le loro visioni e la loro comprensione. Altrimenti la conseguenza è di condurli a una infantilizzazione permanente. Portando avanti un’istruzione incentrata in tal modo sugli studenti, gli educatori ingannano gli studenti stessi e i loro genitori, il che è irresponsabile per la società in generale.

Ricerche e sondaggi evidenziano la tendenza degli adulti nella società americana a rimanere in una sorta di bolla dell’adolescenza più a lungo di altre popolazioni. Nel 2002 l’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America ha definito l’adolescenza come il periodo di tempo che va dai 12 ai 30 anni di età. La MacArthur Foundation si è spinta oltre, sostenendo che si diventi adulti a 34 anni[20]. La responsabilità di questa prolungata adolescenza è da addossare al sistema educativo e ai mezzi di comunicazione.

Una delle giustificazioni dell’educazione progressista per abbassare i requisiti dell’insegnamento è che, in seguito alla diffusione dell’educazione, sempre più persone si iscrivono a scuole o corsi di formazione di livello secondario e post-secondario, quindi il livello medio dei risultati non può essere così alto come in passato. Si tratta di un’interpretazione errata. In una società democratica l’istruzione dovrebbe consentire a coloro che non hanno avuto l’opportunità di ricevere un’istruzione in precedenza, di poter studiare. Non certo per abbassare gli standard dell’insegnamento, o per far sì che tutti ricevano un’istruzione di qualità inferiore.

Il Progressismo pretende di sostituire gli insegnamenti classici come il greco e il latino, considerati inutili, con corsi più contemporanei. Eppure, la maggior parte delle scuole non ha introdotto corsi di qualità utili alla vita moderna, come approfondimenti in matematica, economia e storia moderna. Gli educatori progressisti promuovono invece lezioni per imparare a guidare, cucinare, sulla bellezza e sulla prevenzione degli incidenti, che non hanno nulla a che fare con le realtà accademiche. I programmi di studio e le riforme nei metodi di insegnamento, promossi dagli educatori progressisti, ingannano gli studenti che non sono ancora ben informati, così come i genitori che si rivolgono alle scuole, agli insegnanti e ai cosiddetti esperti.

Alcuni dei metodi di insegnamento proposti dall’educazione progressista non devono essere considerati completamente inutili, se applicati ad alcune materie e aree di apprendimento. Tuttavia, prendendo in esame il movimento educativo progressista, il suo specifico background e i risultati che ha ottenuto, appare evidente come l’educazione progressista sia in contrasto con l’educazione tradizionale, mutando di fatto l’educazione stessa, per poi rovinarla.

A differenza di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao Zedong, Dewey non aveva né l’ambizione di essere un rivoluzionario né l’arroganza di voler lanciare una rivoluzione mondiale. Se consideriamo la sua vita sotto questa prospettiva, è chiaramente uno studioso e un professore, ma il movimento educativo che ha lanciato è diventato uno degli strumenti più utili al Comunismo per rendere instabile la società umana.

c. L’istruzione: un mezzo per traviare gli studenti

Il 20 aprile 1999, due studenti della scuola superiore Columbine in Colorado uccisero dieci studenti e un professore, oltre a ferire oltre venti persone; il massacro era stato accuratamente pianificato. La tragedia sconvolse gli Stati Uniti. Lo domanda che tutti si fecero riguardava le motivazioni dietro l’attacco compiuto dai due studenti che, a sangue freddo, uccisero i loro compagni di classe e un insegnante che conoscevano da anni.

Confrontando i fenomeni sociali in diversi periodi storici, gli educatori notano che, fino agli anni ’60, i problemi di comportamento negli studenti americani erano minori: si trattava di cose come arrivare in ritardo, parlare in classe senza permesso o masticare la gomma. Dopo gli anni ’80, sono arrivati problemi ben peggiori: eccessivo consumo di alcolici, abuso di droghe, sesso prematrimoniale, gravidanze adolescenziali, suicidi, bande di strada, sparatorie indiscriminate. La situazione stava peggiorando e, per chi era in grado di vedere quello che stava succedendo, era preoccupante. Ben pochi però erano a conoscenza delle vere radici di un tale cambiamento, e nessuno era in grado prescrivere una medicina appropriata per la malattia. Il deterioramento e la deformazione degli standard morali della gioventù americana non sono accaduti per caso.

Ateismo ed evoluzione

Frederick Charles Schwarz, autore del libro You Can Trust The Communists …… to Be Communists [Puoi credere ai comunisti… che saranno comunisti] è stato un pioniere delle campagne di sensibilizzazione dei pericoli del Comunismo. Tra i suoi commenti: «I tre principi base del Comunismo sono l’Ateismo, l’evoluzione e il determinismo economico. I tre principi base del sistema scolastico pubblico americano sono Ateismo, evoluzione e determinismo economico[21]». Dal suo ragionamento traspare come gli elementi chiave dell’ideologia comunista siano stati adottati nelle scuole pubbliche americane.

Il Divino ha creato l’Umanità e ha stabilito gli standard morali che dovrebbero regolare la vita umana. La fede nel Divino pone le basi della morale per la società e sostiene l’esistenza del mondo umano. Il Comunismo al contrario diffonde con forza l’Ateismo e la teoria dell’evoluzione nelle scuole: si tratta di un processo volto a distruggere la morale, prevedibile negli Stati apertamente comunisti come Cina ed ex Unione Sovietica, ma attuato in modo coercitivo anche negli Stati occidentali.

Con il pretesto della separazione tra Chiesa e Stato, la Sinistra si è opposta all’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche, promuovendo la teoria dell’evoluzione, un confine che le scuole pubbliche non osano oltrepassare. Questo tipo di educazione porta inevitabilmente a far diminuire il numero di credenti religiosi, poiché ai bambini viene detto che la teoria dell’evoluzione è una verità scientifica e non deve essere messa in discussione.

A partire dagli anni ’60, i tribunali degli Stati Uniti hanno obbligato le scuole pubbliche a rimuovere lo studio della Bibbia, con il pretesto di attuare la separazione tra Chiesa e Stato. Un tribunale ha stabilito che gli studenti avevano libertà di parola e di stampa, a meno che l’argomento non fosse religioso: da quel punto in poi i loro discorsi sarebbero stati considerati incostituzionali[22].

Nel 1987, agli studenti delle scuole pubbliche dell’Alaska fu richiesto di non usare la parola “Christmas” poiché conteneva la parola “Christ”, ovvero Cristo. Nel 1987, un tribunale federale della Virginia ha stabilito che i giornali omosessuali potevano essere distribuiti all’interno di una scuola superiore, mentre i giornali religiosi vennero vietati. Nel 1993 a un insegnante di musica di una scuola elementare della città di Colorado Springs, in Colorado, fu proibito l’insegnamento di canti natalizi, a causa di presunte violazioni della separazione tra Chiesa e Stato[23].

Negli Stati Uniti sia il materiale didattico che le attitudinali sono stati sottoposti a un controllo eccessivamente rigoroso, a causa dell’orientamento antiteista del sistema educativo, da sommare a decenni di politicamente corretto. Nel 1997, Diane Ravitch, storica dell’educazione, analizzò il materiale dei test presso un Dipartimento del Ministero dell’Educazione degli Stati Uniti e con grande sorpresa, scoprì che la massima «Aiutati che Dio ti aiuta» era stata cambiata in «Si dovrebbe cercare di risolvere le cose da soli, dove possibile»; la ragione era la presenza della parola “Dio” nel testo originale[24].

Da un lato, il sistema educativo pubblico americano ha rimosso la fede in Dio dalle scuole con il pretesto della separazione tra Chiesa e Stato. Dall’altro lato, la teoria dell’evoluzione, con le sue lacune non risolte, è stata ritenuta una verità manifesta da infondere nei bambini, i quali non hanno conoscenze o difese mentali. I bambini tendono a credere nell’autorità dei loro insegnanti.

I genitori con credenze religiose insegnano ai loro figli a rispettare gli altri, ma i bambini a cui viene inculcata la teoria dell’evoluzione arrivano a sfidare l’educazione religiosa impartita dai loro genitori. Come minimo, non prenderanno più sul serio l’istruzione religiosa dei loro genitori. Il risultato è che l’educazione allontana i bambini dai genitori credenti. Il problema più impegnativo da affrontare per le famiglie credenti è l’educazione dei loro figli ed è l’aspetto più malvagio del sistema educativo anti-teistico.

L’ideologia comunista

Il quinto capitolo di questo libro illustra la natura del politicamente corretto: funziona come polizia del pensiero al servizio del Comunismo, utilizzando una serie di standard politici distorti per sostituire gli autentici standard morali. A partire dagli anni ’30, il Comunismo si è gradualmente inserito nelle scuole americane. Da allora in poi, il politicamente corretto ha svolto un ruolo di primo piano nel sistema educativo. Quando viene messo in pratica, si presenta in diverse forme, alcune delle quali sono estremamente ingannevoli.

E. Merrill Root è l’autore di Brainwashing in the High Schools, [Lavaggio del cervello nelle Scuole Superiori] pubblicato negli anni ’50. Root condusse ricerche su undici libri di testo di Storia, utilizzati nell’Illinois tra il 1950 e il 1952. Quello che scoprì è che la Storia americana veniva descritta come una lotta di potere tra ricchi e poveri, tra pochi privilegiati e la massa degli svantaggiati. Si tratta dell’essenza del determinismo economico marxiano. Questo tipo di materiale didattico promuove lo sviluppo di un governo globale, che pone l’accento sulle preoccupazioni globali al di sopra di quelle di ogni singolo popolo, con il fine di arrivare al Socialismo globale[25].

Nel 2013, un distretto scolastico del Minnesota attuò un progetto intitolato All for All [Tutti per tutti], che poneva al centro dell’insegnamento l’uguaglianza etnica, riferita alle politiche dell’identità. Questa ideologia considera gli scarsi risultati scolastici, ottenuti dagli studenti di alcuni gruppi etnici minoritari, come una conseguenza della sistematica discriminazione etnica. Da questa premessa partono le azioni dedicate a smantellare il “privilegio di essere bianchi”. Il progetto richiedeva che tutte le attività didattiche fossero basate sull’uguaglianza etnica, e che fossero impiegati solo insegnanti e amministratori profondamente consapevoli dei problemi associati appunto all’uguaglianza etnica.

Il progetto iniziò dagli asili nido ma il grosso del lavoro di modellamento ideologico venne svolto nelle scuole superiori: le lezioni si concentravano sui temi della colonizzazione e della migrazione, così come sulle costruzioni sociali relative all’etnia, alla classe sociale e al genere. Nel programma veniva spiegato che «Entro la fine dell’anno, avrete …. imparato ad applicare la lente marxista [sic], femminista, postcoloniale [e] psicoanalitica… alla letteratura[26]».

Dal luglio 2016, la California ha adottato un nuovo programma di scienze sociali per le scuole elementari e superiori. La struttura originale, che già tendeva a Sinistra, venne resa ancora più simile alla propaganda ideologica di Sinistra. Contenuti che dovrebbero essere enfatizzati nei corsi di Storia e scienze sociali — come lo spirito dei padri fondatori degli Stati Uniti e la storia militare, politica e diplomatica — sono stati annacquati o ignorati. Al contrario, il movimento di Controcultura degli anni ’60 venne messo in risalto con passione, così da apparire come se fosse tra i principi fondanti della nazione.

Questo percorso di studi esprimeva un quadro teorico relativo al sesso e alla famiglia chiaramente anti-tradizionale. Prendiamo ad esempio i corsi di terza superiore. Il programma di studi affermava di concentrarsi sui movimenti per i diritti delle minoranze, delle tribù e delle religioni, così come delle donne e delle lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). In realtà, le religioni furono raramente menzionate, mentre la maggior parte dello spazio venne dedicato alle minoranze sessuali. In particolare, i gruppi LGBT furono quelli maggiormente trattati nei corsi di Storia. Le tematiche LGBT furono descritte con un tono chiaramente favorevole alla cosiddetta “liberazione sessuale”. Esempio: nel corso venne suggerito che la paura dell’AIDS fu una causa della diminuzione dell’impatto del movimento di liberazione sessuale[27].

Il contenuto sessuale era presente in molti capitoli dei libri di testo, togliendo spazio ad altre tematiche degne di attenzione per i giovani. Ad esempio, nel corso sulla Prima Guerra Mondiale, gli studenti difficilmente vengono a conoscenza del ruolo determinante svolto dall’esercito americano, mentre non mancano descrizioni di come i soldati americani abbiano trovato soddisfacenti i costumi sessuali europei[28]. Questo programma di studi di Sinistra è pieno di distorsioni e pregiudizi, che guidano gli studenti a odiare il proprio Paese. Anche se il programma in questione è stato adottato dalla California, l’impatto di questo approccio è stato nazionale[29].

d. Manipolazione psicologica

Un altro metodo utilizzato per corrompere moralmente gli studenti è il condizionamento psicologico presente nel settore dell’educazione; di fatto si tratta di iniettare negli studenti il relativismo morale.

Nel marzo 1984 centinaia di genitori e insegnanti americani parteciparono ai dibattiti organizzati in sette città per la modifica dei diritti degli studenti. Le deposizioni raccolte durante i dibattiti raggiunsero oltre 1.300 pagine. Phyllis Schlafly, attivista politica conservatrice ha inserito alcune di quelle deposizioni nel suo libro Child Abuse in the Classroom [Abusi sui bambini in classe], pubblicato nell’agosto 1984.

Schlafly riassume le questioni presentati nei dibattiti, tra cui il considerare “l’educazione come terapia”. A differenza dell’educazione tradizionale, che mira a trasmettere conoscenza, l’educazione come terapia si concentra sui cambiamenti nelle emozioni e negli atteggiamenti degli studenti. Questo tipo di “educazione” utilizza l’insegnamento per attuare trabocchetti psicologici sugli studenti. Alcuni esempi: viene richiesto agli studenti di compilare questionari su argomenti personali; i bambini sono costretti a prendere decisioni come se fossero adulti, valutando questioni come il suicidio e l’omicidio, il matrimonio e il divorzio, l’aborto e l’adozione[30].

In effetti, tali corsi non sono stati istituiti per la salute psicologica degli studenti, lo scopo era di alterare i valori degli studenti attraverso il condizionamento psicologico.

Psicologia ed educazione

L’educazione moderna è fortemente basata sulla filosofia e la psicologia. Oltre all’educazione progressista di John Dewey, che ha avuto un enorme impatto sul sistema educativo statunitense, ci sono anche la psicoanalisi di Sigmund Freud e la psicologia umanistica di Carl Rogers; inoltre abbiamo la teoria critica della Scuola di Francoforte, che combina i lavori di Marx e Freud.

Herbert Marcuse, teorico della Scuola di Francoforte, pretendeva che le inibizioni venissero rimosse, in modo che i giovani potessero liberare i loro istinti naturali e assecondare i loro capricci personali[31]. Fu questa ideologia che contribuì ad accelerare la formazione della Controcultura degli anni ‘60.

Brock Chisholm, uno psicologo canadese, è stato il primo direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Profondamente influenzato dalle suddette scuole di pensiero sulla psicologia, nel 1946 commentò pubblicamente: «Quale distorsione psicologica di base si può trovare in ogni civiltà …? Deve essere una forza che scoraggi la capacità di vedere e riconoscere i fatti… che produca inferiorità, senso di colpa e paura… L’unica forza psicologica in grado di produrre queste perversioni è la morale, il concetto di giusto e sbagliato. … [Questo] senso di inferiorità, senso di colpa e paura imposti artificialmente, sono comunemente noti come “peccato” … produce buona parte del disadattamento sociale e dell’infelicità presente nel mondo… Liberarsi dalla moralità significa essere liberi di osservare, pensare e comportarsi in modo sensato. … Per liberare la razza umana dal peso paralizzante del bene e del male, devono essere gli psichiatri ad assumersi per primi questa responsabilità[32]».

Basandosi su idee ingannevoli, Chisholm propose una teoria scioccante: per liberare l’individuo dal dolore psicologico, la morale e il concetto di giusto e sbagliato devono essere neutralizzati; si lanciò quindi in una guerra contro la morale. Apparentemente influenzato da Chisholm, lo psicologo umanista Carl Rogers ideò lezioni di “chiarimento dei valori”, con lo scopo di sradicare i valori tradizionali e i concetti di giusto e sbagliato.

Di fatto il relativismo morale di Dewey, il rifiuto delle inibizioni da parte della Scuola di Francoforte e le teorie psicologiche di Chisholm lavorarono insieme per attaccare e danneggiare i valori tradizionali. Hanno distrutto i bastioni della moralità, che si ergevano a difesa della gioventù, nelle scuole pubbliche.

Relativismo morale

Nelle scuole americane negli anni ’70 agli studenti era richiesto di risolvere il seguente problema, creato dagli insegnanti per “far pensare” gli studenti. La storia era questa: Una nave affonda e il capitano, diversi bambini, una donna incinta e un uomo gay salgono su una scialuppa di salvataggio, che però è sovraccarica; una persona deve scendere. Gli insegnanti chiedevano agli studenti di discutere e decidere chi dovesse scendere dalla scialuppa di salvataggio, il che significava dover rinunciare alla propria vita. L’insegnante non commentava o giudicava le risposte degli studenti.

Questa storia è stata spesso usata nelle classi di “chiarimento dei valori”, emerse negli anni ’70. Queste classi sono state usate anche in riferimento al processo decisionale, l’educazione affettiva, il programma di prevenzione sulla droga (chiamato Quest) e l’educazione sessuale.

William Kilpatrick, autore di Why Johnny Can’t Tell Right From Wrong, [Perchè Johnny non è in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato] considerava che queste lezioni avessero «trasformato le discussioni in classe in ‘chiacchiere da bar’: ognuno dice la sua, ma non si raggiunge una conclusione. Il risultato è che abbiamo aule dove gli insegnanti si comportano come ospiti di un talk show, dove si commentano i benefici dello scambio di coppia e del cannibalismo e dove si insegna ai bambini a masturbarsi. Ciò ha portato una grande confusione sull’importanza dei valori morali per gli studenti: il dover mettere in discussione dei valori che non hanno veramente assimilato, disimparare i valori trasmessi loro in casa e infine vedere sempre il giusto e lo sbagliato come qualcosa di soggettivo. Tutto ciò ha creato una generazione di analfabeti morali: studenti che conoscono i propri sentimenti ma non conoscono la propria cultura [33]».

Lo studioso Thomas Sowell comprese che queste lezioni utilizzavano le stesse misure impiegate nei Paesi totalitari per attuare il lavaggio del cervello nelle persone. Esse includono quanto segue: «Stress emotivo, shock o de-sensibilizzazione, per abbattere la resistenza intellettuale ed emotiva; isolamento, fisico o emotivo, dalle fonti familiari che fungono da sostegno emotivo; esame incrociato dei valori preesistenti, spesso utilizzando il condizionamento di gruppo; spogliare l’individuo dalle normali difese personali, come la riservatezza, la dignità, la capacità di capire quando rifiutare di partecipare; premiare l’accettazione di nuovi atteggiamenti, valori e credenze[34]».

Sowell osservò che le lezioni avevano in comune l’incoraggiare gli studenti a ribellarsi ai valori morali tradizionali, insegnati dai genitori e dalla società. Le lezioni venivano condotte in modo neutrale o “non giudicante”. In altre parole, l’insegnante non distingueva tra giusto e sbagliato, ma cercava di far capire quello che potesse far sentire bene un individuo. Gli insegnanti si concentravano sui «sentimenti dell’individuo, piuttosto che sui requisiti necessari a far funzionare la società o sulle esigenze per poter avere un’analisi intellettuale [35]».

“Educare alla morte” e alla prevenzione della droga

Settembre 1990: il canale tv ABC trasmette un programma che provoca forti preoccupazioni nel pubblico. Nel video trasmesso una scuola porta gli studenti a visitare un obitorio come parte del nuovo corso di “educazione alla morte”. Gli studenti si ritrovano tra i cadaveri, li guardano ed è permesso loro di toccarli[36].

Tra le attività proposte agli studenti durante le lezioni di educazione alla morte: scrivere il proprio epitaffio, scegliere la cassa da morto, organizzare il proprio funerale e scrivere il proprio necrologio. Un questionario di educazione alla morte includeva quanto segue:

«Come pensi che morirai?»

«Quando pensi che morirai?»

«Hai mai conosciuto qualcuno che è morto violentemente?»

«Quando è stata l’ultima volta che hai pianto? Lacrime copiose o dolore silenzioso? Hai pianto da solo o con qualcun altro vicino?»

«Credi nell’aldilà?» [37]

Ovviamente queste domande non hanno nulla a che fare con lo studio. Sono state create per valutare i punti di vista degli studenti sulla vita, le loro credenze religiose e la loro personalità. Alcune delle domande sono volte a suscitare reazioni particolari e possono avere un impatto psicologico negativo sugli adolescenti.

La giustificazione che ha portato a istituire il corso sull’educazione alla morte è che possa aiutare gli studenti a stabilire il giusto atteggiamento di fronte alla morte. Tuttavia, negli Stati Uniti si sono verificati casi di suicidio tra gli adolescenti presenti alle lezioni. Anche se una relazione di causa-effetto non è stata stabilita scientificamente, per i genitori è ragionevole sospettare, e temere, che esporre degli studenti psicologicamente immaturi alla morte e al suicidio, possa portare a sviluppare depressione e disperazione, cause scatenanti del suicidio.

Anche l’educazione alla prevenzione sulla droga è diventata molto popolare nelle scuole. Nel 1976, il Dr. Richard Blum della Stanford University intraprese uno studio, che sarebbe durato quattro anni, su un corso di formazione per la prevenzione della droga chiamato Decide [Decidere]. Il risultato dello studio fu che coloro che seguirono il corso hanno dimostrato una capacità di resistere alle droghe più scarsa rispetto a chi non lo aveva seguito.

Tra il 1978 e il 1985, il professor Stephen Jurs condusse un progetto di ricerca che metteva a confronto la percentuale di fumatori, e di chi faceva uso di sostanze, tra gli studenti che avevano frequentato il corso Quest con quelli che invece non vi avevano partecipato. Coloro che non avevano seguito il corso avevano abbassato o mantenuto la stessa quantità di sigarette fumate, così come avevano diminuito l’uso di sostanze stupefacenti[38.]

Né l’educazione alla morte né l’educazione alla prevenzione della droga hanno generato il risultato atteso, ma qual era il vero scopo della loro introduzione? Lo scopo era quello di “contagiare” i bambini. I bambini sono molto curiosi, ma le loro fondamenta morali sono immature. Situazioni nuove o considerate strane stimolano la loro curiosità e possono condurli a camminare su un percorso equivoco. In parallelo, tale educazione tende a desensibilizzare gli studenti, portandoli a considerare la violenza, la pornografia, l’orrore e la decadenza morale come elementi normali della vita di tutti i giorni. La loro indulgenza verso il male aumenta a sua volta. Tutte queste attività fanno parte di un esercizio volto a utilizzare in modo malvagio l’arte e diffondere violenza e pornografia, così da portare al declino morale.

Educazione sessuale pornografica

Sia in Oriente che in Occidente, il sesso è sempre stato considerato un argomento tabù da affrontare in pubblico. Per entrambe le tradizioni il divino aveva stabilito che la condotta sessuale dovesse avvenire solo all’interno del matrimonio. Tutte le altre forme di condotta sessuale sono quindi considerate promiscue e peccaminose, violando le norme divine della morale. Questo approccio rende la sessualità e il matrimonio inseparabili. Il sesso non può essere oggetto di discussione pubblica in una società che funzioni correttamente. Nella società tradizionale, i giovani ricevevano un’educazione in fisiologia, l’educazione sessuale presente al giorno d’oggi non era considerata necessaria.

Il concetto moderno di educazione sessuale venne introdotto per la prima volta dal filosofo ungherese György Lukács. Il suo scopo era quello di rovesciare completamente i valori tradizionali occidentali. Nel 1919 Lukács ricopriva il ruolo di commissario popolare per l’istruzione e la cultura, all’interno del regime bolscevico ungherese (che ebbe vita breve). Lukács sviluppò un programma di educazione sessuale dall’approccio radicale: insegnava agli studenti «l’amore libero, i rapporti sessuali e quanto fosse superato il matrimonio[39]».

La rivoluzione sessuale degli anni ’60 ha annientato i valori tradizionali occidentali. Le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze adolescenziali hanno iniziato ad aumentare rapidamente. È in queste circostanze che coloro che intendevano risolvere questi problemi sociali promossero l’educazione sessuale. In un sistema educativo che si era già allontanato dagli insegnamenti morali tradizionali, questo tipo di educazione sessuale dava solamente importanza alla prevenzione e alle precauzioni (come prevenire le malattie e le gravidanze indesiderate), mentre ignorava tutti gli aspetti morali collegati al sesso, considerandolo separato dal matrimonio.

Questa forma di “educazione” è poi diventata uno strumento per distruggere i giovani: esposti alla promiscuità, all’omosessualità, all’adulterio sono arrivati a considerare normali questi comportamenti. Il risultato? Le generazioni più giovani si abbandonano a ciò che pensano rientri nella sfera della “libertà”, ma in realtà si incamminano su un percorso che li allontana dagli standard impartiti dal divino. Questa sorta di educazione sessuale, dalla scuola elementare in poi, ha distrutto i valori tradizionali legati alla famiglia, alla responsabilità individuale, all’amore, alla castità, al senso di vergogna, all’autocontrollo, alla fedeltà.

La forma di educazione progressista di John Dewey, definita “imparare facendo” è uno strumento utile per i marxisti. Il programma di educazione sessuale Focus on Kids, ampiamente promosso negli Stati Uniti dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC), richiede agli insegnanti di sottoporre gli studenti a una cosiddetta “gara di preservativi”: ogni studente deve mettere un preservativo su un fallo di plastico, e poi toglierlo. Chi finisce più velocemente vince[40].

Be Proud! Be Responsible! [Sii orgoglioso! Sii Responsabile!] è un altro programma di educazione sessuale approvato dal CDC e promosso da Planned Parenthood [associazione che raggruppa le realtà attive nel fornire servizi legati alla riproduzione NdT], così come da altre organizzazioni educative. Nel programma si richiede agli studenti di partecipare a dei giochi di ruolo; esempio: due ragazze devono discutere di sesso sicuro. L’insegnante è incaricato di far sì che gli studenti pongano domande riguardo all’intimità presente tra partner sessuali[41]. La maggior parte delle persone che hanno ancora valori tradizionali nei loro cuori, non vedono differenze tra questa presunta educazione e la pornografia infantile.

Planned Parenthood, il principale sostenitore del programma, è il più grande centro di educazione sessuale negli Stati Uniti, ed è presente anche all’estero in dodici Paesi, promuovendo, tra le altre cose, anche il diritto all’aborto. Il gruppo era precedentemente conosciuto come la Lega americana per il controllo delle nascite. La sua fondatrice, Margaret Sanger, era una socialista progressista che adorava la Russia di Stalin, Paese che visitò per rendere omaggio alla rivoluzione socialista.

Sanger è stata una determinata sostenitrice del movimento di liberazione sessuale: affermava che aver avuto relazioni extraconiugali «mi abbiano davvero liberata[42]» e che le donne avessero il diritto di diventare madri single. Come se non bastasse scrisse a una nipote di sedici anni, dicendole che avere rapporti sessuali «tre volte al giorno è accettabile[43]». Sanger fondò la Lega per il controllo delle nascite come conseguenza del suo stile di vita promiscuo; nei corsi di educazione sessuale creati da questa organizzazione, utilizzati al giorno d’oggi, non è difficile vedere come la liberazione sessuale degli anni ‘60 abbia radici che affondano nell’ideologia comunista.

It’s Perfectly Normal [È perfettamente normale] è un libro sull’educazione sessuale che è stato tradotto in 30 lingue e ha venduto oltre 1 milione di copie in tutto il mondo. Il libro contiene quasi cento fumetti dove i protagonisti sono nudi; le storie presentate sono usate per descrivere sentimenti e sensazioni fisiche nell’atto della masturbazione, sia eterosessuale che omosessuale, così come metodi di controllo delle nascite e l’aborto. L’autore sostiene che i bambini abbiano il diritto di conoscere tutte queste informazioni[44]. Il tema principale del libro è che questa varietà di comportamenti sessuali sia da considerare “normale”, e che nessuno dovrebbe essere soggetto a un qualsiasi giudizio morale.

In un libro di testo di educazione sessuale ampiamente utilizzato nelle scuole superiori, l’autore si rivolge direttamente ai ragazzi, dicendo loro come alcune religioni considerino il sesso al di fuori del matrimonio peccaminoso e che: «Dovrete decidere voi stessi quanto tutto ciò sia importante[45]». Per riassumere, questa visione sostiene che tutti i valori siano relativi e che i bambini e i ragazzi debbano decidere da soli cosa sia giusto o sbagliato.

Oggi le scuole pubbliche americane hanno due classi di educazione sessuale. Una classe, fortemente promossa dalle organizzazioni educative, è stata descritta in precedenza: include l’educazione sul comportamento sessuale, il controllo delle nascite, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e simili. L’altro tipo insegna ai giovani a controllare il loro desiderio sessuale, non discute il controllo delle nascite e incoraggia l’avere rapporti sessuali dopo il matrimonio.

È innegabile che la morale sociale, specialmente gli atteggiamenti nei confronti della sessualità, si siano in generale allontanati dalla tradizionale morale, basata sulla fede. I media e internet sono inondati di contenuti pornografici, che trascinano i bambini verso l’orlo dell’abisso.

Nel settore dell’educazione, controllato dall’ateismo, la maggior parte delle scuole pubbliche che seguono la “neutralità dei valori” non vogliono o non osano insegnare ai bambini che il sesso al di fuori del matrimonio sia osceno e immorale, né insegnano ai bambini il bene e il male sulla base dei principi morali tradizionali.

L’educazione sessuale è ancora oggi un tema controverso nella società. Diversi settori della società hanno affrontato il tema del sesso sicuro, concentrandosi sul tasso di gravidanza adolescenziale e sul tasso di malattie sessualmente trasmissibili. Tuttavia, dal momento che le scuole impartiscono insegnamenti agli adolescenti riguardo ai comportamenti sessuali è logico attendersi un aumento dei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, il che viola la tradizionale moralità sessuale. Ma anche se non ci fossero gravidanze adolescenziali o malattie a trasmissione sessuale, ciò significa che tutto va bene quando gli adolescenti si abbandonano alla promiscuità?

In Europa, dove la cultura sessuale è ancora più permissiva che negli Stati Uniti, il tasso di gravidanze adolescenziali è la metà di quello degli Stati Uniti, grazie ad una educazione sessuale “efficace”. Alcune persone ne sono felici, mentre altre sono molto preoccupate. Indipendentemente da queste cifre, dato che la decadenza nei confronti della condotta sessuale è in aumento, lo Spettro del Comunismo avrà raggiunto il suo obiettivo di distruggere la morale umana.

Autostima ed egocentrismo

Dagli anni ’60, un nuovo dogma è stato fortemente promosso nel campo dell’educazione negli Stati Uniti. Si tratta del dogma “autostima”: è da ritenere responsabile dell’aver fatto diminuire la qualità nel settore dell’educazione.

In superficie, l’autostima dovrebbe riferirsi alla consapevolezza di avere fiducia e rispetto verso sé stessi, come risultato delle proprie capacità e dei risultati ottenuti. Tuttavia, l’autostima promossa nelle scuole americane è qualcosa di completamente diverso. Un libro tratta questo aspetto:The Feel-Good Curriculum: The Dumbing Down of America’s Kids in the Name of Self-Esteem, [La scuola ti farà stare bene: L’appiattimento culturale dei ragazzi americani in nome dell’autostima] L’autrice del libro, Maureen Stout, descrive un fenomeno molto comune nelle scuole americane: gli studenti si preoccupano dei loro voti, ma non di ciò che hanno imparato o degli sforzi compiuti per ottenerli.

Gli studenti pretendono di ottenere voti migliori e gli insegnanti, per soddisfare le loro richieste, sono costretti a ridurre il grado di difficoltà degli esami. Come conseguenza gli studenti si impegnano ancora di meno e ottengono risultati perfino peggiori rispetto a prima. I professori sembrano essersi abituati a questo fenomeno: sono ormai convinti che la scuola dovrebbe essere come il grembo materno, ovvero isolata dal mondo esterno, in modo che gli studenti possano vivere uno stato di costante conforto emotivo. Tali persone non possono però crescere intellettualmente o sviluppare la resilienza necessaria ad affrontare la vita dopo la fine degli studi. L’attenzione sembra concentrarsi sui sentimenti degli studenti, non sulla loro crescita complessiva[46].

Come molti esperti hanno sottolineato, il dogma dell’autostima confonde causa ed effetto. L’autostima è il risultato di aver compiuto uno sforzo, non una condizione preliminare per arrivare al risultato. In altre parole, sentirsi bene con sé stessi non porta necessariamente a raggiungere gli obiettivi, bensì ci si sente bene dopo averli raggiunti.

Questa concezione errata del concetto di autostima è il sottoprodotto dell’approccio psicoterapeutico nell’educazione, a partire dagli anni ’60 in poi. L’educazione psicoterapeutica ha finito per indottrinare un gran numero di giovani, portandoli a pensare che tutto sia loro dovuto e a sviluppare un atteggiamento propenso al vittimismo. Maureen Stout osserva questa mentalità nel linguaggio quotidiano: «Voglio fare quello che voglio, come voglio e quando voglio, e niente e nessuno mi fermerà» è un’affermazione comune tra i giovani.

L’educazione americana ingigantisce le idee di libertà ed egocentrismo in nome dell’autostima sentimentale. Questo approccio all’educazione produce una generazione di giovani che non valorizzano la moralità e non si assumono responsabilità. Si preoccupano solo dei propri sentimenti piuttosto che di quelli degli altri. Perseguono il divertimento ma cercano di evitare sforzi, sacrifici e sofferenze. Questo ha danneggiato le relazioni sociali in un modo difficile da aggiustare.

e. L’infiltrazione dell’educazione

Il controllo sull’educazione elementare e media

Per un lungo periodo di tempo, dopo la fondazione degli Stati Uniti, il governo federale non era coinvolto nel settore dell’istruzione. Gestire l’educazione spettava alla Chiesa assieme al governo di ciascuno Stato. Il governo federale istituì il Dipartimento dell’Educazione (ED) nel 1979. Da allora la sua giurisdizione è stata ampliata: attualmente l’ED esercita la sua autorità sui programmi educativi e sull’allocazione dei bilanci, qualcosa che supera di gran lunga il potere che aveva in precedenza. I genitori, i distretti scolastici e i governi statali, che un tempo avevano una maggiore voce in capitolo sull’educazione, sono sempre più costretti a prendere ordini dai funzionari del governo federale; hanno gradualmente perso il potere di decidere che cosa verrà insegnato nelle scuole e come verrà insegnato.

Il potere è neutro. Coloro che lo utilizzano possono compiere del bene o fare del male. La centralizzazione del potere in sé non è necessariamente una cosa negativa. Si tratta di come la persona o l’istituzione usi il suo potere, e quali siano i suoi obiettivi. La centralizzazione del potere nell’educazione americana è una questione importante, perché il Marxismo si è infiltrato a tutti i livelli delle agenzie governative, specialmente nella burocrazia centrale. In tali circostanze, una volta presa una decisione sbagliata, l’impatto è gigantesco. Alcuni individui, per quanto consapevoli della situazione possano essere, non sono semplicemente in grado di invertire la rotta.

Come spiegato da Beverly K. Eakman, autrice ed ex insegnante, uno dei risultati della centralizzazione del potere nell’educazione americana è stato che i funzionari responsabili dell’educazione non possono, in un breve periodo di tempo, determinare come i loro programmi si svilupperanno e quale tipo di impatto potranno creare nel lungo termine. Molte persone hanno una visione limitata e, anche se alcuni singoli eventi possono aver sollevato dei dubbi, la maggior parte delle persone non ha il tempo, l’energia, le risorse o il coraggio di indagare in autonomia. Anche se sorgono dei sospetti, senza essere a conoscenza di tutti i pezzi del puzzle, queste persone possono fare ben poco, che non sia obbedire a ciò che viene detto loro dai loro superiori. Si crea un macchinario gigantesco, all’interno del quale ogni individuo è semplicemente un ingranaggio. È difficile vedere le conseguenze delle loro decisioni sugli studenti e sulla società; di conseguenza il peso della responsabilità morale che potrebbero sentire sulle loro spalle si affievolisce[48]. Lo Spettro del Comunismo può approfittare delle debolezze di questo sistema e abbattere le difese della società, una dopo l’altra.

I corsi per diventare professori, le case editrici, le organizzazioni educative e le istituzioni che preparano gli insegnanti hanno un impatto decisivo sull’istruzione. Sono tutte realtà destinate a diventare obiettivi di infiltrazione dell’ideologia comunista.

Il ruolo dei sindacati degli insegnanti

Il nono capitolo di questo libro parla di come lo Spettro del Comunismo manipoli e utilizzi i sindacati. I sindacati degli insegnanti sono diventati una delle ragioni principali del fallimento dell’educazione americana. I sindacati non si preoccupano di migliorare la qualità dell’istruzione, bensì sono diventate organizzazioni professionali che premiano il fallimento, proteggono l’incompetenza e soffocano gli insegnanti responsabili che lavorano e si dedicano veramente a fornire un insegnamento agli studenti.

Tracey Bailey è un’insegnante di scienze in una scuola superiore. Nel 1993 vinse il primo premio come “Insegnante dell’anno”[49]. A quel tempo, il capo della Federazione americana degli insegnanti non nascose la sua soddisfazione, poiché un membro del sindacato aveva vinto quel prestigioso riconoscimento. La verità: non solo Bailey non era più membro della Federazione ma riteneva che i maggiori sindacati degli insegnanti fossero precisamente la ragione del fallimento dell’istruzione pubblica americana, che fossero parte del problema piuttosto che della soluzione. Il punto di vista di Bailey era che i sindacati sono semplicemente un gruppo di interesse che protegge lo status quo, un pilastro di un sistema che premia la mediocrità e l’incompetenza[50].

Negli Stati Uniti i maggiori sindacati degli insegnanti hanno una significativa disponibilità finanziaria, un’influenza profonda nel settore dell’educazione e sono classificati come una delle lobby politiche più importanti del Paese. I sindacati degli insegnanti sono diventati il principale ostacolo per attuare una riforma positiva del sistema educativo. Prendendo come esempio la California Teachers Association (CTA, Associazione degli insegnanti della California) si può vedere come riceva enormi fondi dai suoi membri. Fondi da usare per donazioni di ordine legislativo o politico. Nel 1991, la California ha cercato di inserire una proposta (chiamata Proposition 174) nel proprio ordinamento scolastico che avrebbe permesso alle famiglie di usare i buoni scolastici forniti dal governo statale per poter scegliere la scuola dove mandare i propri figli.

Il CTA non solo ha bloccato la proposta, ma ha anche obbligato una scuola a disdire il contratto che avevano firmato con un’azienda per la fornitura di cibo, azienda che aveva donato 25.000 dollari per tale proposta[51].

Estromettere la famiglia nell’educazione dei bambini

Un altro obiettivo chiave dello Spettro del Comunismo è di allontanare i bambini dai genitori il prima possibile, e prendere il controllo della loro educazione in modo che venga gestita dalla comunità o dallo Stato. Non è un’impresa facile da compiere ma il meccanismo messo in moto, seppure in silenzio, sta portando la società in quella direzione.

Nei Paesi comunisti gli studenti sono incoraggiati a troncare i rapporti con i genitori che fanno parte della classe borghese; il tempo che gli studenti trascorrono a scuola viene aumentato, dato che l’educazione è incentrata sul passare gli esami. Ciò riduce l’impatto che i genitori hanno sui propri figli. Nei Paesi occidentali vengono utilizzati approcci diversi per far sì che la famiglia non possa avere contatti con i bambini. Oltre al già citato aumento delle ore da passare a scuola, ci sono anche l’abbassamento dell’età minima per frequentare la scuola, rendere di fatto impossibile agli studenti portare a casa i libri di testo e il materiale didattico, e scoraggiare gli studenti dal condividere con i genitori gli argomenti controversi che hanno imparato in classe.

Corsi come quello sul “chiarimento dei valori” cercano di separare gli studenti dai loro genitori. Un genitore di uno studente che frequenta il corso Quest ha commentato: «Sembrava che dovessero sempre mettere i genitori in cattiva luce. In un esempio di rapporto tra padre e figlio, il padre era sempre prepotente, sempre troppo severo, sempre ingiusto». Il messaggio che cercavano di far passare tramite corsi del genere è che i genitori non capiscono i figli, ma la scuola sì[52].

Può capitare che, da un punto di vista legale, gli studenti debbano ottenere il consenso dei genitori prima di poter partecipare a determinate attività. In tali occasioni, gli insegnanti o il personale amministrativo scolastico usano espressioni fuorvianti e ambigue per rendere difficile ai genitori conoscere i dettagli di ciò che stanno per accettare. Quando i genitori avanzano richieste, le autorità scolastiche hanno i loro metodi per gestire la cosa: procrastinano, si sottraggono alle responsabilità, si limitano a portare avanti il tutto in modo formale. Alcuni esempi: la scuola può affermare che i genitori non hanno conoscenze professionali in materia di istruzione, che altri distretti scolastici stanno facendo la stessa cosa, che solo la vostra famiglia si sta lamentando, e così via.

La maggior parte dei genitori non hanno il tempo e le risorse per discutere a lungo con la scuola o il distretto scolastico. Inoltre sanno che il proprio figlio finirà la scuola in pochi anni. Quindi preferiscono non agitare le acque e rimanere in silenzio. Nel frattempo però lo studente è di fatto tenuto in ostaggio dalla scuola, mentre i genitori non osano offendere le autorità scolastiche. Non hanno altra scelta se non quella di astenersi dal protestare. Quando i genitori disapprovano le pratiche educative, le autorità scolastiche possono etichettarli come estremisti, bigotti religiosi, fanatici, fascisti e via dicendo. In questo modo, le autorità scolastiche dissuadono gli altri genitori dall’esprimere le loro obiezioni[53].

Usare i tecnicismi per ingannare e confondere

In precedenza, abbiamo citato il libro di Charlotte Thomson Iserbyt Cronologia dell’intenzionale appiattimento culturale dell’America. I problemi nel settore educativo sono segnalati all’inizio del libro:

«La ragione per cui gli americani non capiscono questa è una guerra è perché è stata combattuta in segreto, nelle scuole della nostra nazione, prendendo di mira i nostri bambini, prigionieri nelle classi. Data la posta in gioco di questa guerra vengono utilizzati strumenti molto sofisticati ed efficaci:

  • Dialettica hegeliana (senso comune, consenso e compromesso).
  • Gradualismo (due passi in avanti, un passo indietro).
  • Inganno semantico (ridefinire i termini dell’accordo per raggiungere un consenso senza che venga compreso)».

Anche Phillis Schlafly ha scritto di questo fenomeno. Nella prefazione al suo libro Abusi sui bambini in classe, ha descritto come i corsi di psicoterapia utilizzino tutta una serie di termini speciali, così da impedire ai genitori di comprendere il vero scopo e i metodi che verranno impiegati. Questi termini includono: modificazione del comportamento, pensiero critico di ordine superiore, ragionamento morale, e così via[54].

Per decenni, gli educatori americani hanno creato o utilizzato un’incredibile gamma di termini, tra i quali: costruttivismo, apprendimento cooperativo, apprendimento esperienziale, comprensione profonda, problem-solving, istruzione basata sull’indagine e sui risultati, apprendimento personalizzato, comprensione concettuale, abilità procedurali, apprendimento permanente, istruzione interattiva studente-insegnante, ecc. L’elenco è lungo. Alcuni concetti appaiono ragionevoli, ma analizzando il loro contesto e il risultato a cui conducono, si può vedere che il loro scopo sia quello di screditare l’educazione tradizionale e promuovere l’appiattimento educativo. Sono esempi di lingua esopica e della neolingua orwelliana: la chiave di lettura è quella di ribaltare il significato che la parola o la frase porta con sè[55].

Modificare profondamenti le materie e i libri di testo

Il libretto None Dare Call It Treason [Nessuno osa definirlo un tradimento], pubblicato negli anni ’60, analizza la riforma dei libri di testo avvenuta negli anni ’30. Questa riforma ha messo assieme i contenuti di diverse materie — come storia, geografia, sociologia, economia e scienze politiche — raccogliendoli in una serie di libri di testo. Così facendo sono stati messi da parte i contenuti, il sistema di valori e il modo tradizionale di codificare i libri di testo.

«Così come il pregiudizio antireligioso era evidente, così la propaganda per il controllo socialista era ovvia[56]»; un esempio è che i libri di testo declassarono i protagonisti della Storia americana e la Costituzione degli Stati Uniti.

Questa collana di libri di testo era molto estesa e non rientrava nell’ambito di alcuna disciplina tradizionale; pertanto, gli esperti di varie discipline non vi prestarono molta attenzione. Molti anni dopo, quando il pubblico si rese conto del problema e iniziò a protestare, era già troppo tardi: 5 milioni di studenti avevano ricevuto la loro educazione usando quei libri. Oggi, nelle scuole primarie e secondarie degli Stati Uniti, la storia, la geografia, l’educazione civica e così via rientrano nella categoria dei cosiddetti “studi sociali”, e il modo in cui vengono trattate queste materie è lo stesso.

Se le modifiche ai libri di testo fossero state trasparenti, sarebbero state messe in discussione e osteggiate dagli esperti e dai genitori. I libri di testo appena pubblicati, che mescolano più materie insieme, non appartengono a una categoria in modo chiaro, per cui gli esperti hanno difficoltà a valutarne il contenuto al di là della propria professione. In questo modo è relativamente facile per i libri di testo passare i controlli ed essere accettati da un Distretto scolastico e dalla società.

Dopo dieci o venti anni ci possono essere delle persone in grado di vedere il complotto presente dietro questa serie di libri di testo. Tuttavia, nel momento in cui vogliono far sentire la loro voce, si trovano davanti studenti ormai cresciuti e insegnanti ormai abituati ai tali libri di testo e metodi di insegnamento. Diventa quindi impossibile riportare i libri di testo alla loro forma tradizionale. Anche se un piccolo numero di persone si rende conto dei gravi difetti dei libri di testo, non vengono ascoltati dal pubblico e hanno poche probabilità di influenzare i processi decisionali. Quando le loro richieste si fanno più energiche, l’altra parte reagisce lanciando un altro ciclo di riforme, diluendo ulteriormente i contenuti tradizionali e inserendo altre idee di Sinistra. Dopo alcune di queste riforme, la nuova generazione di studenti si ritrova a essere separata dalla tradizione, rendendo quasi impossibile tornare indietro.

Gli aggiornamenti ai libri di testo negli Stati Uniti vengono effettuati molto frequentemente. Per alcuni il motivo è che le conoscenze a disposizione aumentano a un ritmo sempre più rapido. In realtà, le conoscenze di base da acquisire nella scuola primaria e secondaria non dovrebbero cambiare di molto. Allora perché sono stati pubblicati e ripubblicati così tanti libri di testo? La ragione superficiale è che gli editori sono in concorrenza tra loro. Per aumentare i profitti fanno in modo che i libri di testo non possano essere riutilizzati negli anni a venire dagli studenti. Ma ad un livello più profondo, proprio come la riorganizzazione dei contenuti dei libri di testo, il processo è stato utilizzato per distorcere i materiali didattici per la prossima generazione.

Riforma dell’istruzione: una lotta dialettica

A partire dagli anni ’50 e ’60, l’istruzione americana ha attraversato una serie di riforme, che non hanno portato i miglioramenti attesi nella qualità dell’istruzione. Nel 1981, i punteggi SAT degli studenti americani hanno raggiunto il minimo storico; come risposta è stato elaborato e pubblicato il rapporto Una Nazione a rischio ed è stato istituito il movimento Back to Basics [Torniamo alle basi] nel settore dell’educazione. Al fine di invertire l’imbarazzante situazione negli Stati Uniti, diversi governi, a partire dagli anni ’90, hanno dato il via a un riordino del campo dell’istruzione su larga scala — ma i risultati ottenuti non sono stati incoraggianti. Non solo non vi sono stati miglioramenti, ma le varie riforme hanno causato problemi ancora più difficili da risolvere[57].

Crediamo che la maggior parte delle persone coinvolte nella riforma dell’istruzione abbia un sincero desiderio di fare del bene, sia agli studenti sia alla società, ma a causa dell’influenza di varie ideologie scorrette le loro intenzioni spesso si rivelano essere controproducenti. Molte di queste riforme hanno di fatto promosso l’ideologia comunista.

L’infiltrazione comunista avvenuta nell’istruzione tramite le varie riforme, proprio come quelle realizzate in altri campi, non ha lo scopo di vincere la guerra dopo una singola battaglia, ma nemmeno è migliorare le condizioni degli studenti. A contrario, lo scopo è far sì che i risultati sbandierati nel promuovere la riforma, per farla approvare, falliscano: si potrà così giustificare la prossima riforma.

C’è una deviazione sempre più profonda che allontana costantemente le persone dalla tradizione. Questa è la dialettica della lotta: un passo indietro e poi due in avanti. In questo modo, la gente non si accorgerà che la tradizione è scomparsa, ma si chiederà: tradizione? Che cosa significa?

3. L’obiettivo finale: distruggere l’istruzione in Oriente e in Occidente

Lo Spettro del Comunismo, per arrivare a corrompere l’educazione in Occidente, può attendere anche centinaia di anni: questo obiettivo può essere raggiunto attraverso varie generazioni, modificando l’educazione tramite l’ideologia progressista.

La situazione in Cina offre un esempio perfetto. Le  tradizioni culturali cinesi sono radicate nel popolo cinese, in quanto provengono da 5.000 anni di Storia. Quando i comunisti sono andati al potere in Cina, hanno approfittato di un tratto del carattere cinese — volere arrivare al successo rapidamente e ottenere benefici immediati — per implementare dei metodi radicali che, in pochi decenni, hanno separato il popolo cinese dalla propria tradizione culturale. In questo modo, lo Spettro del Comunismo ha raggiunto il suo obiettivo: corrompere l’educazione e l’umanità presente in Cina.

All’inizio del XX secolo, quando l’educazione progressista di Dewey iniziò a diffondersi negli Stati Uniti e a corrodere il tessuto sociale, i cinesi che rientrarono in Cina dagli Stati Uniti divennero i pionieri della moderna “educazione” cinese. I cannoni inglesi avevano distrutto l’autostima del popolo cinese e gli intellettuali erano ansiosi di trovare un modo per rafforzare la nazione. I comunisti sfruttarono queste condizioni per innescare il cosiddetto Movimento per la Nuova Cultura, che ripudiava le tradizioni cinesi.

Tale movimento attaccò la cultura e fu come una prova generale della Grande rivoluzione culturale degli anni ‘60. Il Movimento per la Nuova Cultura ebbe tre rappresentanti principali: Hu Shi, discepolo di Dewey; Chen Duxiu, uno dei fondatori del Partito Comunista Cinese; Lu Xun, in seguito elogiato da Mao Zedong che lo riteneva il Comandante in capo della rivoluzione culturale cinese. Anche Li Dazhao, altro fondatore del Partito Comunista Cinese, assunse successivamente un ruolo importante nel movimento culturale.

Il Movimento per la Nuova Cultura criticava il tradizionale percorso di sviluppo della Cina, attribuendo la debolezza dimostrata sul campo di battaglia davanti alle potenze europee, alla cultura tradizionale confuciana. La soluzione proposta era di abolire il Confucianesimo. La cultura tradizionale era vista come vecchia, retrograda, mentre la cultura occidentale nel suo insieme era considerata come qualcosa di nuovo e perciò migliore. Le credenze tradizionali vennero criticate in quanto considerate non in accordo con le teorie scientifiche e con i dettami della democrazia. Questo movimento fu il precursore del fervente Movimento del 4 maggio 1919, dando il via alla prima ondata di profonda sovversione dell’etica e dei valori tradizionali. Allo stesso tempo, gettò le basi per l’ingresso del Marxismo nel Paese, permettendogli di mettere radici, germogliare e crescere.

Tra i maggiori danni causati dal Movimento per la Nuova Cultura nel settore dell’istruzione vi è la campagna per promuovere la divulgazione della lingua cinese scritta. Come sostenuto da Hu Shi l’insegnamento della lingua cinese nelle scuole elementari venne sostituito dall’insegnamento del cinese scritto in volgare. Di conseguenza, dopo solo una generazione, la maggior parte dei cinesi ebbe difficoltà a leggere e comprendere il cinese classico. Ciò significa che le opere della letteratura tradizionale, come il Libro dei Mutamenti, gli Annali delle primavere e degli autunni, il Dao De Jing [conosciuto anche come Tao Te Ching, in italiano Il Libro della Via e della Virtù NdT], Huangdi Neijing [Il Canone di Medicina Interna dell’Imperatore] e altri  testi tradizionali erano ormai inaccessibili allo studente comune. Vennero invece trattati come qualcosa di esoterico, da essere preso in considerazione solo per ricerche specialistiche. I 5.000 anni di gloriosa civiltà cinese vennero trasformati in un semplice ornamento.

Lo sviluppo millenario della cultura cinese è ritenuto un lavoro svolto dalle divinità, che hanno predisposto la separazione tra lingua scritta e lingua parlata. In Cina, nel corso della Storia, diversi gruppi etnici vennero assimilati alla cultura cinese, e le città che svolgevano il ruolo di centro culturale cambiarono costantemente, per cui la lingua parlata era in continua evoluzione. Ma grazie alla separazione tra la lingua cinese parlata e il cinese classico usato nella scrittura, quest’ultimo è rimasto in gran parte invariato. Gli studenti della dinastia Qing potevano leggere e comprendere i classici della dinastia Song, della dinastia Tang e persino i testi precedenti alla dinastia Qin. Questo ha permesso alla cultura e alla letteratura tradizionale cinese di essere trasmessa ininterrottamente nel corso di migliaia di anni.

Lo Spettro del Comunismo ha portato il popolo cinese a tagliare le proprie radici culturali, associando la lingua scritta con la lingua parlata. In questo modo è diventato facile mescolare parole e frasi che portano a deviare dai concetti tradizionali, spingendo così il popolo cinese ancora più lontano dalla tradizione.

Le campagne di alfabetizzazione e divulgazione della cultura, intraprese dal Partito Comunista Cinese (PCC) nell’ambito delle scuole elementari, hanno sottoposto gli studenti a un diretto ed evidente lavaggio del cervello; le prime frasi apprese dagli studenti durante le classi di alfabetizzazione in prima elementare erano propaganda pura e semplice: «lunga vita al presidente Mao», «la società del passato era malvagia» e «il malvagio imperialismo americano»; frasi che esemplificano pienamente la chiara etica di lotta di classe, basata sull’odio, richiesta dal PCC.

Rispetto alle idee deviate che l’educazione progressista inserisce nei libri per bambini, questi approcci sono essenzialmente una forma di indottrinamento ideologico imposto ai giovani, nonostante differiscano nettamente nel metodo. I bambini cinesi educati in questo modo, una volta cresciuti, difenderanno il regime tirannico del PCC di propria iniziativa, attaccando coloro che sostengono invece valori universali. I bambini educati nell’ambiente occidentale, d’altra parte, una volta cresciuti, entrano a far parte delle folle di studenti arrabbiati, che ostacolano le conferenze dove si discute di valori tradizionali, accusando i partecipanti di discriminazione.

Poco dopo la presa del potere, il PCC lanciò la campagna di riforma del pensiero contro gli intellettuali, concentrandosi sulle università e sulle scuole superiori. Il suo obiettivo principale era quello di cambiare le opinioni degli intellettuali, costringendoli a rinunciare ai principi morali tradizionali, così da abbandonare la filosofia del migliorare prima sé stessi, per poi migliorare la famiglia, lo Stato e il mondo. Il PCC impiegò una visione di classe marxista del mondo e della vita, dal punto di vista della classe proletaria.

I professori della vecchia generazione dovettero ripetutamente sottoporsi alle cosiddette “autocritiche” e “confessioni”, accettando di essere denunciati, monitorati e criticati dai loro stessi colleghi e studenti. Vennero anche forzati a riconoscere ed eliminare i loro “pensieri controrivoluzionari”, che il PCC considerava come delle aggressioni contro la classe proletaria. Naturalmente, questo processo fu molto più intenso rispetto all’educazione alla sensibilità in atto oggi in Occidente. Alcuni professori si suicidarono a causa delle umiliazione subite[58].

In seguito il PCC iniziò ad attuare dei cambiamenti nelle facoltà e nei vari dipartimenti delle università. I corsi di filosofia, sociologia e quelli relativi alle discipline umanistiche vennero notevolmente ridotti, incorporati o eliminati del tutto. Molti corsi di studio contenevano solo materie scientifiche e di ingegneria, in stile sovietico. La motivazione è da ricercare nella natura del PCC, che vede qualsiasi prospettiva ideologica indipendente sulla politica e sulle questioni sociali come una minaccia al suo dominio tirannico. Queste “minacce ideologiche” provenivano dalle facoltà umanistiche, che godevano di libertà accademica dai tempi della Repubblica popolare cinese. In contemporanea, la politica e la filosofia marxista furono rese obbligatorie a tutti gli studenti. L’intero processo è stato completato in circa tre anni. In Occidente lo Spettro del Comunismo ha avuto bisogno di un’intera generazione per istituire nuove discipline, sempre con l’obiettivo dell’indottrinamento ideologico e per diffondere il pensiero marxista all’interno dell’ Università. Anche se la velocità con cui questi processi si diffusero in Cina e nei Paesi Occidentali fu diversa, il risultato è simile.

Nel 1958 il PCC iniziò la sua rivoluzione educativa; i seguenti elementi nel processo occorso sono degni di nota:

  1. L’educazione venne utilizzata come strumento da utilizzare al servizio del proletariato. Sotto la guida del Comitato del Partito, gli studenti furono organizzati per preparare il piano di studi e il materiale didattico. Nel dipartimento di lingua cinese dell’Università di Pechino, sessanta studenti trascorsero trenta giorni per scrivere un trattato di 700.000 caratteri, intitolato Storia della letteratura cinese[59].

Questo esemplifica pienamente il metodo usato dall’educazione progressista: i metodi di insegnamento sono incentrati sugli studenti, focalizzati sul fornire un “apprendimento esplorativo” e un “apprendimento cooperativo”, ovvero cosa imparare e come impararlo è un qualcosa che dovrebbe essere discusso e deciso dagli studenti stessi. L’obiettivo era chiaro: eliminare le “superstizioni” verso le figure autorevoli — così da infondere un atteggiamento contrario alla tradizione — ed esaltare l’egocentrismo degli studenti. Il tutto per gettare le basi della ribellione che sarebbe sfociata nella Rivoluzione culturale.

  1. Il legame tra l’istruzione e la produttività doveva essere accentuato. Ogni scuola aveva almeno una fabbrica al suo interno; durante il culmine del Grande balzo in avanti, insegnanti e studenti lavoravano l’acciaio e la terra. La Renmin University of China, un’università che in precedenza si era concentrata sulle discipline sociali, gestiva 108 fabbriche. All’apparenza lo scopo era permettere agli studenti di “imparare facendo”, ma la realtà era che gli studenti non impararono nulla.
  2. Durante la Grande rivoluzione culturale gli studenti vennero mobilitati per distruggere tutto ciò che, nel patrimonio culturale cinese, potesse essere associato alla cultura tradizionale; sia che avesse una forma tangibile o intangibile (vedi Capitolo Sei per maggiori dettagli). Questi avvenimenti andavano in parallelo al movimento della Controcultura che in quegli anni era presente in Occidente. Dopo l’inizio della Grande rivoluzione culturale Mao Zedong ritenne che la situazione degli “intellettuali borghesi” alla guida delle scuole non dovesse continuare. Il 13 giugno 1966, il PCC diffuse un avviso per la riforma delle ammissioni universitarie, avviando una “campagna di azioni correttive”: vennero aboliti gli esami di ammissione all’università e un gran numero di “contadini-lavoratori-soldato” vennero ammessi come studenti.

Il film Breaking With Old Ideas [Abbandonare le vecchie idee] è stato realizzato in Cina durante la Grande rivoluzione culturale. La storia si incentrava sulle ragioni di questa riforma: le seguenti frasi, pronunciate dal preside di una scuola nel film, rendono bene l’idea.

«Un giovane cresciuto in povertà in una fattoria non è abbastanza istruito, ma i calli sulle sue mani, a causa del duro lavoro nei campi, gli danno modo di essere ammesso[all’università]».

«Ci volete dare la colpa per il loro basso livello di istruzione? No! Questo debito dovrebbe essere saldato dai nazionalisti, i proprietari terrieri e la classe capitalista!»

In Occidente le cose sono andate avanti in modo diverso, ma sulla stessa traiettoria: un professore ha pubblicato un articolo in cui sosteneva che gli esami di matematica portano alla discriminazione razziale, perché gli studenti di alcune minoranze etniche hanno punteggi di matematica più bassi rispetto agli studenti bianchi[60]. Un altro professore affermava che gli standard matematici, basati sui punteggi più alti raggiunti dagli studenti maschi, portano alla discriminazione di genere contro le femmine, quando sono messe davanti allo stesso standard[61]. Dare modo agli studenti di arrivare al livello universitario grazie ai calli che hanno sulle mani e assegnare voti più bassi in matematica usando la discriminazione razziale e di genere sono tutti metodi che lo Spettro del Comunismo usa per abbassare il livello degli studenti e rallentare la loro crescita intellettuale.

Al termine della Grande rivoluzione culturale l’esame di ammissione alle università venne reintrodotto in Cina. Da allora in poi, questo esame è diventato una parte fondamentale del sistema educativo: ha assunto il ruolo di obiettivo finale dell’istruzione primaria e superiore. Questo tipo di sistema educativo utilitaristico, trasforma molti studenti in macchine: l’unica cosa che hanno imparato è come fare a superare gli esami. Non hanno la capacità di pensare autonomamente o di distinguere il bene dal male. Allo stesso tempo, la filosofia marxista, la politica e l’economia sono pietre irremovibili: sono materie d’esame obbligatorie.

Nella mente degli studenti cinesi la tradizione è stata eliminata. Giusto e sbagliato, male e bene, sono elementi valutati secondo gli standard comunisti: dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, molti studenti hanno festeggiato; alunni delle scuole elementari affermano di voler lavorare nel governo per poter fare soldi grazie alla corruzione; studentesse universitarie si prostituiscono e affittano il loro ventre come madri surrogate in cambio di denaro. Lo Spettro del Comunismo ha fatto perdere la rotta alle giovani generazioni.

Conclusione: Ritornare all’educazione tradizionale

Il sistema educativo dovrebbe garantire il futuro di un Paese, di una Nazione e della civiltà umana. Si tratta di uno obiettivo per cui si deve lavorare con una mentalità a lungo termine, il cui impatto si estende attraverso i secoli o perfino i millenni. Osservando gli ultimi cento anni, il sistema educativo dei Paesi occidentali è stato danneggiato dall’infiltrazione e dall’influenza dell’ideologia comunista. Genitori e insegnanti hanno le mani legate e non possono dare agli studenti una buona educazione. Le scuole, che avrebbero dovuto coltivare il talento degli studenti, li hanno invece resi bambini viziati e li hanno portati fuori strada. La società è profondamente preoccupata per la mancanza di moralità degli studenti, il basso livello delle loro competenze, le loro fragilità psicologiche e le loro cattive abitudini. A questo vanno aggiunte le tendenze antitradizionali e antisociali in cui sono coinvolti. Siamo testimoni di come le forze del male stiano divorando i giovani, e quindi il futuro dell’umanità.

Nel libro The Naked Communist  [Il comunista nudo], pubblicato nel 1958, sono elencati 45 obiettivi che l’Unione Sovietica avrebe cercato di raggiungere per prendere il controllo, dall’interno, delle società non appartenenti al blocco sovietico. Riguardo all’educazione troviamo i seguenti punti: «Prendere il controllo delle scuole. Utilizzare le scuole come uno strumento per la trasmissione del Socialismo e della propaganda comunista. Semplificare il piano di studi. Prendere il controllo dei sindacati degli insegnanti. Inserire l’ideologia del Partito nei libri di testo»[62].

Guardando all’istruzione americana nello specifico questi obiettivi non solo sono stati raggiunti, ma la situazione sta sempre più peggiorando. Grazie alla forza politica ed economica degli Stati Uniti, il settore della cultura negli USA è oggetto di ammirazione ed emulazione da parte dei Paesi di tutto il mondo. La maggior parte dei Paesi usa gli Stati Uniti come modello per attuare riforme nell’istruzione. I concetti, il materiale didattico, i metodi di insegnamento e le pratiche di gestione delle scuole hanno influenzato molti Paesi. In una certa misura, far deviare il settore l’istruzione americana equivale a far deviare il modello dell’istruzione negli altri Paesi.

Nel periodo iniziale della Creazione, così come nei vari periodi in cui la civiltà umana era moralmente corrotta, apparirono esseri illuminati o santi. Questi individui sono stati chiamati “maestri”: Socrate, il fondatore dell’antica civiltà greca, era un educatore; nei Vangeli, anche Gesù si definì un maestro; Il Buddha Sakyamuni aveva dieci nomi, uno dei quali era “il maestro dei Cieli e dell’uomo”; Confucio era un educatore, mentre Lao Zi era stato l’insegnante di Confucio. I loro insegnamenti sono rivolti a come essere umani, come rispettare Dio, come andare d’accordo con gli altri e come migliorare la moralità.

Questi esseri illuminati e santi sono i più grandi educatori dell’umanità. Le loro parole hanno plasmato le maggiori civiltà e sono diventati i testi classici fondamentali di ogni civiltà. I valori che insegnano e i modi in cui agiscono per migliorare la moralità, permettono ad ogni individuo di raggiungere  un’elevazione spirituale e la salute. Gli individui con tali caratteristiche sono essenziali per avere una società sana ed equilibrata. Non c’è da stupirsi se questi grandi educatori sono giunti a una conclusione simile: lo scopo dell’educazione è coltivare il carattere morale.

L’educazione classica, sia orientale che occidentale è stata praticata per migliaia di anni: è l’eredità della cultura che Dio ha donato agli uomini e conserva quindi esperienze e risorse preziose. Secondo lo spirito dell’educazione classica, sia il talento che l’integrità sono criteri importanti per giudicare il successo dell’educazione. Nel processo di rivitalizzare la tradizione dell’educazione umana, il tesoro rappresentato dall’educazione classica merita che le persone facciano sforzi per conservarlo, esplorarlo e assimilarlo.

Le persone con alti valori morali sono capaci di autocontrollarsi. È ciò in cui i Padri fondatori degli Stati Uniti facevano affidamento come normativa sociale. Coloro che sono moralmente nobili riceveranno le benedizioni di Dio e, attraverso la diligenza e la saggezza, otterranno abbondanza materiale e soddisfazione spirituale. Ancora più importante, le persone con un’alta moralità permetteranno alla società di proliferare ed esistere per generazioni. Questa è la rivelazione degli esseri illuminati e dei santi — i più grandi educatori dell’umanità — su come la gente di oggi possa tornare alla tradizione.


Note bibliografiche 

[1] A Nation at Risk, https://www2.ed.gov/pubs/NatAtRisk/risk.html.

[2] Ibid.

[3] Mark Bauerlein, The Dumbest Generation: How the Digital Age Stupefies Young Americans and Jeopardizes Our Future (New York: Jeremy P. Tarcher/Penguin, 2008), Chapter One.

[4] John Taylor Gatto, Dumbing Us Down: The Hidden Curriculum of Compulsory Schooling (Gabriola Island, BC, Candda: New Society Publishers, 2005), 12.

[5] Charles J. Sykes, Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves but Can’t Read, Write, or Add (New York: St. Martin’s Griffin, 1995), 148–9.

[6] Thomas Sowell, Inside American Education (New York: The Free Press, 1993), 4.

[7] Charlotte Thomson Iserbyt, The Deliberate Dumbing Down of America: A Chronological Paper Trail (Ravenna, Ohio: Conscience Press, 1999), xvii.

[8] Robin S. Eubanks, Credentialed to Destroy: How and Why Education Became a Weapon (invisibleserfscollar.com, 2013), 48.

[9] Ibid., 49.

[10] Ibid., 45–46.

[11] “Ten Most Harmful Books of the 19th and 20th Centuries,” Human Events, May 31, 2005, http://humanevents.com/2005/05/31/ten-most-harmful-books-of-the-19th-and-20th-centuries/.

[12] Mortimer Smith, And Madly Teach: A Layman Looks at Public School Education (Chicago: Henry Regnery Company, 1949). See also: Arthur Bestor, Educational Wastelands: The Retreat from Learning in Our Public Schools, 2nd ed. (Champaign, Illinois: University of Illinois Press, 1985).

[13] John A. Stormer, None Dare Call It Treason (Florissant, Missouri: Liberty Bell Press, 1964), 99.

[14] I. L. Kandel, “Prejudice the Garden toward Roses?” The American Scholar, Vol. 8, No. 1 (Winter 1938–1939), 77.

[15] Christopher Turner, “A Conversation about Happiness, Review – A Childhood at Summerhill,” The Guardian, March 28, 2014, https://www.theguardian.com/books/2014/mar/28/conversation-happiness-summerhill-school-review-mikey-cuddihy.

[16] Alexander Neil, Summerhill School: A Radical Approach to Child Rearing (New York: Hart Publishing Company, 1960), Chapter 3.

[17] Ibid., Chapter 7.

[18] Joanne Lipman, “Why Tough Teachers Get Good Results,” The Wall Street Journal, September 27, 2013, https://www.wsj.com/articles/why-tough-teachers-get-good-results-1380323772.

[19] Daisy Christodoulou, Seven Myths about Education (London: Routledge, 2014).

[20] Diane West, The Death of the Grown-Up: How America’s Arrested Development Is Bringing down Western Civilization (New York: St. Martin’s Press, 2008), 1–2.

[21] Fred Schwartz and David Noebel, You Can Still Trust the Communists… to Be Communists (Socialists and Progressives too) (Manitou Springs, CO: Christian Anti-Communism Crusade, 2010), back cover.

[22] Stein v. Oshinsky, 1965; Collins v. Chandler Unified School District, 1981.

[23] John Taylor Gatto, The Underground History of American Education: A Schoolteacher’s Intimate Investigation into the Problem of Modern Schooling (The Odysseus Group, 2000), Chapter 14.

[24] Diane Ravitch, “Education after the Culture Wars,” Dædalus 131, no. 3 (Summer 2002), 5–21.

[25] Steven Jacobson, Mind Control in the United States (1985), 16, https://archive.org/details/pdfy-6IKtdfWsaYpENGlz.

[26] “Inside a Public School Social Justice Factory,” The Weekly Standard, February 1, 2018, https://www.weeklystandard.com/katherine-kersten/inside-a-public-school-social-justice-factory.

[27] History Social-Science Framework (Adopted by the California State Board of Education, July 2016, published by the California Department of Education, Sacramento, 2017), 431, https://www.cde.ca.gov/ci/hs/cf/documents/hssfwchapter16.pdf.

[28] Ibid., p. 391.

[29] Stanley Kurtz, “Will California’s Leftist K-12 Curriculum Go National?” National Review, June 1, 2016, https://www.nationalreview.com/corner/will-californias-leftist-k-12-curriculum-go-national/.

[30] Phyllis Schlafly, ed., Child Abuse in the Classroom (Alton, Illinois: Pere Marquette Press, 1984), 13.

[31] Herbert Marcuse, Eros and Civilization: A Philosophical Inquiry into Freud (Boston: Beacon Press, 1966), 35.

[32] B. K. Eakman, Cloning of the American Mind: Eradicating Morality through Education (Lafayette, Louisiana: Huntington House Publishers, 1998), 109.

[33] William Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It (New York: Simon & Schuster, 1992), 16–17.

[34] Thomas Sowell, Inside American Education: The Decline, the Deception, the Dogmas (New York: The Free Press, 1993), 36.

[35] Ibid., Chapter 3.

[36] “Death in the Classroom,” 20/20, ABC Network, September 21, 1990, https://www.youtube.com/watch?v=vbiY6Fz6Few.

[37] Sowell, Inside American Education: The Decline, the Deception, the Dogmas, 38.

[38] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 32.

[39] “We Teach Children Sex … Then Wonder Why They Have It,” Daily Mail, August 1, 2004, http://www.dailymail.co.uk/debate/article-312383/We-teach-children-sex–wonder-it.html.

[40] “Focus on Youth with ImPACT: Participant’s Manual,” Centers for Disease Control and Prevention, https://effectiveinterventions.cdc.gov/docs/default-source/foy-implementation-materials/FOY_Participant_Manual.pdf?sfvrsn=0.

[41] Robert Rector, “When Sex Ed Becomes Porn 101,” The Heritage Foundation, August 27, 2003, https://www.heritage.org/education/commentary/when-sex-ed-becomes-porn-101.

[42] Norman K. Risjord, Populists and Progressives (Rowman & Littlefield, 2005), 267.

[43] Madeline Gray, Margaret Sanger (New York: Richard Marek Publishers, 1979), 227–228.

[44] Rebecca Hersher, “It May Be ‘Perfectly Normal,’ But It’s Also Frequently Banned,” National Public Radio, September 21, 2014, https://www.npr.org/2014/09/21/350366435/it-may-be-perfectly-normal-but-its-also-frequently-banned.

[45] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 53.

[46] Maureen Stout, The Feel-Good Curriculum: The Dumbing Down of America’s Kids in the Name of Self-Esteem (Cambridge, Massachusetts: Perseus Publishing, 2000), 1–3.

[47] Ibid., 17.

[48] B. K. Eakman, Educating for the ‘New World Order’ (Portland, Oregon: Halcyon House, 1991), 129.

[49] “Teacher of the Year Ceremony,” C-Span, https://www.c-span.org/video/?39846-1/teacher-year-ceremony

[50] Sol Stern, “How Teachers’ Unions Handcuff Schools,” The City Journal, Spring 1997, https://www.city-journal.org/html/how-teachers%E2%80%99-unions-handcuff-schools-12102.html.

[51] Troy Senik, “The Worst Union in America: How the California Teachers Association Betrayed the Schools and Crippled the State,” The City Journal, Spring 2012, https://www.city-journal.org/html/worst-union-america-13470.html.

[52] Kilpatrick, Why Johnny Can’t Tell Right from Wrong and What We Can Do about It, 39.

[53] Samuel Blumenfeld and Alex Newman, Crimes of the Educators: How Utopians Are Using Government Schools to Destroy America’s Children (Washington D. C.: WND Books, 2015), Chapter 14.

[54] Schlafly, Child Abuse in the Classroom, 14.

[55] Valerie Strauss, “A serious Rant about Education Jargon and How It Hurts Efforts to Improve Schools,” Washington Post, November 11, 2015, https://www.washingtonpost.com/news/answer-sheet/wp/2015/11/11/a-serious-rant-about-education-jargon-and-how-it-hurts-efforts-to-improve-schools/?utm_term=.8ab3d85e9e45.

[56] Stormer, None Dare Call It Treason, 104–106.

[57] Regarding the criticism of “common core,” see Duke Pesta, “Duke Pesta on Common Core – Six Years Later,” https://www.youtube.com/watch?v=wyRr6nBEnz4, and Diane Ravitch, “The Common Core Costs Billions and Hurts Students,” New York Times, July 23, 2016, https://www.nytimes.com/2016/07/24/opinion/sunday/the-common-core-costs-billions-and-hurts-students.html.

[58] There are many such cases. For examples, readers to refer to Zhou Jingwen, Ten Years of Storm: The True Face of China’s Red Regime [風暴十年:中國紅色政權的真面貌], (Hong Kong: shi dai pi ping she [時代批評社], 1962). Web version available in Chinese at https://www.marxists.org/chinese/reference-books/zjw1959/06.htm#2

[59] Luo Pinghan, “The Educational Revolution of 1958,” Literature History of the Communist Party, Vol. 34

[60] Robert Gearty, “White Privilege Bolstered by Teaching Math, University Professor Says,” Fox News, October 24, 2017, http://www.foxnews.com/us/2017/10/24/white-privilege-bolstered-by-teaching-math-university-professor-says.html.

[61] Toni Airaksinen, “Prof Complains about ‘Masculinization of Mathematics,’” Campus Reform, August 24, 2017, https://www.campusreform.org/?ID=9544.

[62] W. Cleon Skousen, The Naked Communist (Salt Lake City: Izzard Ink Publishing, 1958, 2014), Chapter 12.

 
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