Caduta Juve, l’importante ora è rialzarsi

Non c’è da preoccuparsi, dicono in tanti: quando mai, per vincere lo scudetto, è servito portare a casa ogni singola partita di campionato? Inoltre, se si guarda all’andamento della Juventus nello scorso anno, ci si accorge che i bianconeri a questo punto della stagione avevano ben 9 punti in meno, ma poi, hanno comunque vinto il titolo. Non c’è da preoccuparsi, continuano gli juventini e i tifosi delle altre squadre, perché la Juventus è la Juventus, ed è chiaro che si trovi una spanna sopra le altre, senza considerare poi il fatto che ha ancora 4 punti di vantaggio sulla seconda.

Queste sono le considerazioni più naturali che verrebbe da fare dopo l’ultima giornata di campionato, dopo la disfatta inaspettata bianconera, contro però, è il caso di dirlo, un grande Genoa. Questo perché dopo una semplice sconfitta, non si può parlare di ‘crisi’, ma solo di un abbaglio temporaneo durante il lungo percorso.

Ma se quella parola è assolutamente prematura e fuori luogo, la caduta della Juventus è senz’altro avvertita dalle inseguitrici come un segnale di cedimento e vulnerabilità, e spoglia la Vecchia Signora di quel mantello dell’invincibilità che lei stessa si è cucita addosso nel corso di questi ultimi anni di calcio giocato.

Una squadra come la Juventus ha sicuramente i mezzi e la mentalità giusta per rimettersi subito in carreggiata e riprendere il suo consueto tabellino di marcia. Quest’ultima affermazione è incontestabile, ma non può essere assoluta. Non si possono infatti, in questo momento della stagione, tralasciare diverse variabili in gioco che potrebbero, il condizionale è d’obbligo, rivelarsi determinanti per il prosieguo della stagione.

Prima di tutto, la Juventus, sicuramente i mezzi ce li ha, ma nell’ultima partita contro il Genoa ha perso due pezzi importanti che l’avrebbero potuta aiutare a recuperare la sbandata il più in fretta possibile, senza neanche toccare i cordoli del curvone. La perdita di Bonucci per due mesi almeno, da una parte, e di Daniel Alves — forse l’acquisto più fruttuoso di questa stagione — per 3 mesi, dall’altra, aggiunto al recupero non ancora completo di Andrea Barzagli, fanno scattare l’allarme in difesa e sono delle tegole che non possono non far prospettare, come minimo, un momento di difficoltà, considerando anche le energie che devono essere impiegate in Europa.

Altra variabile che non può passare inosservata, sono i prossimi impegni in campionato dei bianconeri, che dovranno affrontare in primis l’inarrestabile Atalanta di Gian Piero Gasperini, la squadra attualmente più in forma del campionato: una vittoria contro i nerazzurri allontanerebbe ogni ombra e metterebbe a tacere ogni voce, oltre che chiuderebbe quasi del tutto ogni gioco. Sulla carta è una vittoria facile, ma lo era anche per Napoli, Inter e Roma, che alla fine ne sono uscite con le ossa stritolate. Poi ci sono il Derby col Toro, la Dinamo Zagabria e la sempre pericolosa Roma in agguato.

Già la prossima sfida contro l’Atalanta potrebbe rappresentare infatti nientemeno che il punto di svolta del campionato: qualsiasi risultato diverso dalla vittoria bianconera, rimescolerebbe le carte sul tavolo e renderebbe perlomeno il campionato più avvincente. E proprio quest’ultima possibilità non è delle più remote, perché l’Atalanta di quest’anno non è la squadra di sempre, e la Juve viene da una pesante sconfitta, per come è arrivata e per le perdite subite. Ecco che allora Allegri, per sopperire alle difficoltà sul piano dei mezzi a disposizione per la squadra, dovrà lavorare molto sulla mentalità, anche perché considerati gli impegni e gli infortuni a questo punto della stagione, la pressione che grava sulla testa e sulle gambe dei giocatori non deve essere poca. Le prossime poche partite saranno infatti determinanti e decideranno se la Juventus dovrà affrontare il girone di ritorno di campionato in discesa, in pianura o in salita.

? pur vero che la Juventus ha già una mentalità vincente, quindi l’evolversi della stagione, questa volta e in questo momento, potrebbe anche dipendere dalla voglia di rivincita e di riscatto delle contendenti. Quest’ultima, è quindi un’ulteriore variabile da prendere in considerazione. Ma è proprio nei momenti di difficoltà, che si vede la forza delle grandi squadre.

 

 
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