Resta l’ombra del ‘No Deal’ sulla Brexit

Dopo due anni e mezzo di tira e molla la Brexit è ancora in bilico. E il ministro Liam Fox ha dichiarato di recente che nel 50 per cento dei casi, qualora il parlamento britannico respingesse l’accordo per la Brexit proposto da Theresa May, il Regno Unito non riuscirà a uscire dall’Unione Europea neanche a marzo del 2019. Tuttavia l’eventuale bocciatura dell’accordo non esclude una Brexit senza alcuna intesa con l’Ue.

Il destino della proposta della May si sarebbe dovuto decidere l’11 dicembre, tuttavia la votazione è stata rinviata quando è diventato chiaro che la proposta sarebbe stata respinta.

Fox, segretario di Stato per il commercio internazionale, ha dichiarato al The Sunday Times che un’eventuale bocciatura dell’accordo sulla Brexit avrebbe degli effetti «disastrosi». Ha poi aggiunto che per i suoi colleghi parlamentari  ̶  che dovrebbero votare la proposta della May a gennaio  ̶  «sostenere l’accordo è una questione d’onore».
«Una cosa è certa: se [noi parlamentari] approvassimo la proposta del primo ministro, l’uscita [dall’Europa] il 29 marzo sarebbe garantita. Mentre, qualora l’accordo venisse respinto, non credo che ci sia più del 50 per cento delle probabilità [di uscire a marzo]».

Il primo ministro britannico Theresa May fuori dalla sua residenza, in Downing Street 10, Londra, 12 dicembre 2018. (Reuters/Peter Nicholls)

«Un grande peccato»

Fox sostiene che alcuni membri della fazione per ‘Restare’ non «vogliano accettare» il fatto che i britannici abbiano votato in favore dell’uscita dall’Ue.
«È triste che ci siano un certo numero di persone che preferirebbero vedere il Regno Unito cadere in disgrazia piuttosto che il successo della Brexit. È un grande peccato, quasi una tragedia, che siano cosi ostili al risultato del referendum».

Fox, che ricopre attualmente la carica di segretario di Stato per il commercio internazionale, ha dichiarato che se la Brexit dovesse fallire, i politici avrebbero «tradito» tutti coloro che hanno votato al referendum.
Infatti, per il ministro, dal momento che è stata concessa agli elettori britannici l’opportunità di esprimere la propria opinione in merito alla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea, «il Parlamento adesso non può, disonorevolmente, rinnegare il risultato della votazione […] Se lo facessero, temo che romperebbero il legame di fiducia tra elettorato e Parlamento. E penso che verremmo spinti in un territorio sconosciuto, con conseguenze impredicibili».

«Fermare l’orologio» per evitare il ‘No Deal’

I commenti del segretario per il commercio sono arrivati poco dopo la pubblicazione di un’inchiesta del The Guardian, secondo cui sarebbero in corso delle iniziative bipartitiche, all’interno del parlamento del Regno Unito, per posticipare la Brexit ed evitare la possibilità che il Regno Unito esca senza aver raggiunto un accordo con l’Ue.

Un parlamentare del Partito conservatore (lo stesso partito della May) ha dichiarato al quotidiano britannico che «qualora fossimo determinati a evitare ‘uno scenario senza accordi’, se la proposta del primo ministro venisse respinta, dovremmo fermare l’orologio, cosi avremmo il tempo per decidere quale strada prendere».

Lasciare l’Ue senza prima aver stipulato un accordo renderebbe sicuramente la transizione piuttosto brusca.

Secondo il The Telegraph, Michael Gove, segretario britannico per l’ambiente, è rimasto «pietrificato» dinnanzi all’eventualità di una Brexit senza un previo accordo con l’Ue. A suo parere infatti l’uscita dall’Unione Europea senza un accordo sarebbe molto problematica, e il Paese rischierebbe addirittura di trovarsi in una condizione di penuria alimentare.

«Mettere da parte le diversità»

Poco prima di Natale la May ha firmato un articolo pubblicato dal quotidiano inglese Daily Express, in cui ha invitato i membri del Partito Conservatore a «mettere da parte le diversità» poiché «gran parte della popolazione» desidera che i politici si occupino anche di altre questioni, e non solo della Brexit. Ha dichiarato che è tempo di «mettere da parte le fazioni ‘Leave’ o ‘Remain’, e ritrovare le nostre fondamenta comuni e concentrarsi su quello che possiamo realizzare insieme».

Il Natale è un momento «per mettere da parte le diversità e concentrarsi su quello che conta davvero. Ora, a due anni e mezzo di distanza dal referendum, è il momento per noi, in quanto Paese, di fare lo stesso».
Ad ogni modo, salvo imprevisti, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è fissata per le 11 di sera del 29 marzo 2019.

 

Articolo originale: Chance of Brexit Down to ’50-50′ If Lawmakers Vote Against May’s Deal

 
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