I negoziatori di Israele e Hamas proseguono a Sharm el Sheikh i colloqui mediati da Egitto e Qatar per definire i dettagli tecnici del piano di pace per la Striscia di Gaza promosso dal presidente statunitense, Donald Trump, in particolare le modalità logistiche per la consegna degli ostaggi israeliani. La delegazione di Hamas, guidata da Khalil al Hayya, ha preso parte a incontri preliminari al Cairo con i mediatori egiziani e qatarioti, prima dell’avvio dei negoziati indiretti con la parte israeliana. La delegazione israeliana include il coordinatore per gli affari dei prigionieri e dei dispersi, Gal Hirsch, insieme a funzionari delle agenzie di sicurezza Shin Bet e Mossad. Non hanno ancora raggiunto la località del Sinai il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer e gli inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, il cui arrivo è previsto qualora vengano registrati progressi significativi nei colloqui.Secondo quanto appreso da Agenzia Nova, Hamas chiede garanzie precise sui meccanismi di controllo e un calendario per il ritiro delle forze armate israeliane da Gaza, oltre all’inclusione del leader di Fatah, Marwan Barghouti, tra i prigionieri da liberare nell’ambito dell’accordo di scambio.
Il movimento ritiene che «il calendario del piano di Trump non sia attualmente applicabile a causa delle difficoltà logistiche». Fonti locali spiegano che il recupero dei corpi dei prigionieri israeliani deceduti, sepolti in diverse aree della Striscia, richiederà assistenza tecnica e scavi di ampia portata, nonché un ritiro delle forze israeliane su linee arretrate e la sospensione completa delle operazioni militari. Hamas avrebbe mostrato apertura sulla questione della consegna delle proprie armi offensive, come previsto dal piano statunitense, mentre Israele insiste nel mantenere una presenza militare in alcune aree dell’enclave per un periodo ancora indefinito.