L’Ue spinge Israele all’attuazione degli aiuti umanitari

L'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas.
Photo: foto d'archivio, Reuters/Yves Herman.
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Dopo aver raggiunto l’accordo la settimana scorsa, Saar ha incontrato lunedì i vertici europei per discutere l’aumento dell’ingresso di cibo e carburante nella Striscia di Gaza. «L’intesa con Israele mira a migliorare concretamente la situazione sul terreno, ma non si tratta solo di un documento, bensì della sua effettiva attuazione», ha spiegato Kallas prima del Consiglio Affari Esteri.
La collaborazione tra organizzazioni umanitarie internazionali, come la Gaza Humanitarian Foundation e il Programma Alimentare Mondiale, e le Forze di Difesa israeliane, finalizzata a garantire una distribuzione sicura ed efficiente degli aiuti, punta a superare ostacoli storici quali il furto e la deviazione delle forniture. Anche il ministro degli Esteri israeliano ha scritto su Facebook di aver incontrato a Bruxelles Kaja Kallas, vicepresidente della Commissione europea, aggiornandola sugli sviluppi regionali, tra cui la situazione in Iran e gli sforzi per elaborare un progetto di liberazione degli ostaggi a Gaza.
Tuttavia, le tensioni regionali restano evidenti. Il dialogo tra Israele e Unione europea, continua a essere fondamentale, anche alla luce delle richieste avanzate da alcuni Paesi europei, come Irlanda, Paesi Bassi e Spagna, di rivedere i rapporti bilaterali in risposta al conflitto. L’appello alla fine delle ostilità e alla creazione di uno Stato palestinese emerge con forza da molte voci istituzionali europee, che evidenziano come la pace resti l’unica via percorribile per una soluzione duratura.
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