Lunedì, il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha dichiarato che Canberra sostiene l’attacco degli Stati Uniti contro l’Iran e ha chiesto una de-escalation e il ritorno alla diplomazia. «Il mondo concorda da tempo che non può essere permesso di ottenere un’arma nucleare all’Iran, e noi sosteniamo le azioni per impedirlo», afferma Albanese.
Il primo ministro ha sottolineato che «le informazioni sono chiare»: l’Iran ha arricchito uranio al 60%, e «l’unica spiegazione per raggiungere tale livello è un programma legato all’energia nucleare civile». Il 31 maggio, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica — l’organismo delle Nazioni Unite che ispeziona le strutture nucleari iraniane — ha riportato che l’Iran dispone di uranio arricchito al 60% sufficiente, se ulteriormente arricchito, per produrre 9 armi nucleari. «Se l’Iran avesse rispettato le richieste ragionevoli, tra cui quelle dell’Agenzia, la situazione sarebbe stata diversa», ha aggiunto Albanese.
In una serie di interviste televisive e radiofoniche, il ministro degli Esteri australiano, Penny Wong, ha precisato che l’attacco è stato un’azione unilaterale degli Stati Uniti, e che l’Australia si unisce agli appelli di Regno Unito e altri Paesi affinché l’Iran torni al tavolo dei negoziati. «Sosteniamo l’azione intrapresa dagli Usa per impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare — ha dichiarato Wong in un’intervista al programma Seven Sunrise — Noi non vogliamo un’escalation», ha ribadito.
Circa 2.900 australiani si trovano in Iran e 1.300 desiderano lasciare il Paese. L’Australia ha chiuso la propria ambasciata a Teheran venerdì, dopo che Wong ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri statunitense Marco Rubio. Le evacuazioni via autobus da Israele sono state sospese dopo l’attacco Usa alle strutture nucleari iraniane, ma l’Australia sta preparando piani per le evacuazioni se lo spazio aereo israeliano dovesse riaprirsi, ha spiegato Wong. Il Paese ha inviato due aerei militari in Medio Oriente, per assistere nelle evacuazioni dei civili.
Il ministro degli Esteri neozelandese, Winston Peters, ha dichiarato di stare esaminando le prove relative al programma di arricchimento nucleare iraniano, mentre il primo ministro Christopher Luxon ha chiesto un ritorno al dialogo, secondo quanto riportato da Radio New Zealand.