La terapia cognitivo-comportamentale rimodella la struttura cerebrale

di Redazione ETI/Cara Michelle Miller
21 Settembre 2025 15:07 Aggiornato: 21 Settembre 2025 15:07

La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, rappresenta un approccio di comprovata efficacia contro la depressione, ma solo di recente emerge con chiarezza il suo impatto diretto sulla struttura neurale. Una ricerca condotta da ricercatori dell’Università Martin Lutero di Halle-Wittenberg e dell’Università di Münster ha fornito le prime immagini che attestano come questo trattamento, affidato unicamente allo sforzo mentale, induca mutamenti tangibili nel cervello, rafforzando aree indebolite dalla malattia cronica.

L’esperienza clinica ha da tempo evidenziato i benefici della terapia cognitivo-comportamentale nel gestire i circoli viziosi del pensiero negativo e nel trasmettere strategie pratiche per fronteggiare stress ed emozioni. Oggi, tuttavia, lo studio pubblicato su Translational Psychiatry rivela un meccanismo più profondo: un incremento misurabile della sostanza grigia in zone cruciali per l’elaborazione emotiva e la regolazione dell’umore, come l’amigdala e l’ippocampo anteriore. Queste regioni, note per ridursi nei pazienti depressi, mostrano un’espansione che segnala un recupero strutturale: diciannove su trenta partecipanti, al termine del ciclo, non soddisfano più i criteri diagnostici della patologia. La ricerca ha coinvolto trenta adulti tra i 18 e i 65 anni affetti da disturbo depressivo maggiore, seguiti per quaranta settimane con venti sedute di terapia cognitivo-comportamentale. Risonanze magnetiche ad alta risoluzione, somministrate prima e dopo il percorso, hanno confermato l’aumento volumetrico in quelle aree neurali, correlato a una maggiore consapevolezza emotiva; competenza spesso compromessa nella depressione e nota come alexitimia, ovvero la difficoltà nel decifrare i propri sentimenti. Questo potenziamento deriva dall’allenamento mirato del metodo, che incoraggia a riconoscere pensieri scomodi, a riflettervi e a rispondere con intenzione, favorendo flessibilità e resilienza.

Infatti, la terapia cognitivo-comportamentale si distingue come l’unica psicoterapia supportata da evidenze scientifiche per un’ampia gamma di disturbi, grazie alla sua capacità di integrare principi stoici di accettazione. Inoltre, ogni principale organizzazione sanitaria ne riconosce il valore, e il suo effetto non si limita a chi assume antidepressivi — circa un terzo dei partecipanti — poiché il nesso tra alterazioni cerebrali e trattamento persiste anche depurandolo da questo fattore. Sebbene l’assenza di un gruppo di controllo non trattato lasci aperta la possibilità di mutamenti spontanei, i risultati rafforzano l’idea che affinare le abilità emotive mediante il dialogo terapeutico modelli letteralmente il cervello, in linea con il principio della neuroplasticità, ovvero l’adattabilità neurale.

A questo riguardo, Ronny Redlich, professore di psicologia biologica e clinica all’Università Martin Lutero di Halle-Wittenberg, ha osservato che i disturbi mentali non costituiscono una debolezza individuale, bensì alterazioni strutturali nel cervello riparabili dalla psicoterapia, offrendo un biomarcatore affidabile per i suoi effetti. Questo approccio, infatti, incoraggia a identificare irrazionalità e rigidità mentali per dissipare il disagio, irrobustendo circuiti legati all’autoregolazione e all’introspezione. In prospettiva, i ricercatori prevedono di monitorare i partecipanti per alcuni anni, per verificare la persistenza di questi cambiamenti e la loro capacità predittiva su remissione o ricadute. L’obiettivo finale è integrare la neuroimaging con l’intelligenza artificiale per personalizzare i percorsi terapeutici. Così, per molti affetti da depressione, la guarigione potrebbe non dipendere da una pillola, ma germogliare da un mutamento nel pensiero stesso.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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