Ideologia transgender e violenza

di Artemio Romano/Darlene McCormick Sanchez
2 Ottobre 2025 11:40 Aggiornato: 2 Ottobre 2025 16:40

Fattori ideologici, social media, disturbi mentali e uso di farmaci possono spiegare i recenti fenomeni di violenza e radicalizzazione tra chi si identifica come “transgender”. A dirlo sono esperti e scienziati.

«La mia sensazione generale è che questi eventi siano in aumento […] non per un unico fattore, ma per la concomitanza di molteplici condizioni, tutte amplificate dal clima politico», ha spiegato il dottor C. Alan Hopewell – neuropsicologo intervistato da The Epoch Times Usa – che sottolinea come l’assunzione di ormoni prescritti a persone alle confuse sul proprio orientamento sessuale influisca anche sul loro modo di ragionare, insieme a tutto il resto: ormoni, farmaci e forti pressioni esterne provenienti anche dai social possono generare situazioni molto pericolose. La salute mentale di persone particolarmente fragili (per i più disparati motivi) è quindi molto più facile che venga danneggiata dall’estremistica ideologia gender.
Dal 2018, negli Stati Uniti – dove la repentina pressione ideologica del transgenderismo si è manifestata in modo molto più violento che in Europa – sono stati registrati almeno sei episodi di sparatorie gravi in scuole e attività commerciali, a opera di persone che si identificavano come transgender o erano definite «confuse» riguardo alla propria identità di genere.

Da un punto di vista clinico, la psichiatra Lauren Schwartz dice di stare attenti evitare di fare l’equazione transgender = violenza, e ricorda come le persone affette dalla patologia della disforia di genere siano soggette a fragilità psicologiche che il supporto medico non sempre riesce a migliorare. L’uso di steroidi e testosterone, in particolare, può mettere a rischio la salute di questi giovani, pur senza collegamenti diretti con comportamenti aggressivi verso altri.
Il dottor Hopewell paragona la diffusione della disforia di genere a episodi di isteria collettiva, dove gruppi online possono spingere alcuni giovani particolarmente deboli e influenzabili a credere assurdità quali l’essere “nati nel corpo sbagliato”, generando dinamiche di culto e fanatismo in cui chi dichiara una “nuova identità” viene osannato, mentre chi decide “tornare” al proprio vero genere viene messo alla gogna.

Nel 2022, Anderson Lee Aldrich, un uomo “non binario”, è stato condannato all’ergastolo per aver fatto una strage in un locale Lgbt di Colorado Springs, uccidendo cinque persone. Nel 2023, Audrey Hale, 28 anni, donna che si identificava come uomo, ha aperto il fuoco nella Covenant School di Nashville, uccidendo tre bambini di nove anni e tre adulti prima di essere neutralizzata dalla polizia. A Minneapolis, lo scorso agosto Robert “Robin” Westman ha ucciso due bambini e ferito 21 persone prima di togliersi la vita, dopo aver lasciato un “manifesto” in cui dichiarava di essere «stanco di essere trans» e aver scritto sulle proprie armi messaggi antireligiosi e minacce contro Donald Trump. L’indiziato del tentato assassinio del giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Brett Kavanaugh (giudice conservatore particolarmente odiato da diversi ambienti e politici della sinistra americana), è un uomo che si identifica donna.

E non si tratta solo di singoli individui: alla setta dei Zizians, composta prevalentemente da transgender, sono stati attribuiti diversi episodi di violenza, tra cui uno scontro a fuoco nel Vermont in cui un agente di polizia è stato ucciso.
In Texas, Cameron Arnold (alias Autumn Hill) e Bradford Morris (alias Meagan Morris), entrambi membri di un’organizzazione affiliata a Antifa e che identificano come se stessi transgender, sono stati accusati di tentato omicidio di agenti federali in seguito a un agguato contro un altro agente di polizia.

Arrivando al caso più recente: Tyler Robinson, imputato dell’omicidio del noto influencer conservatore Charlie Kirk, è legato sentimentalmente a un maschio che sta facendo la transizione a femmina, il cui ritratto in costume “furry” è finito ovunque su internet. Secondo gli atti del tribunale, i messaggi rinvenuti nelle munizioni usate da Robinson fanno riferimento alla sottocultura internet “furry” e a determinati videogiochi; l’indagine dell’Fbi ha evidenziato l’estremismo di sinistra di Robinson e un orientamento marcato a combattere battaglie sociali filo-omosessuali e per i diritti transgender. L’Fbi, inoltre, sta ancora indagando su eventuali complici dell’indiziato nell’omicidio di Kirk. Organizzazioni come Armed Queers (omosessuali armati) di Salt Lake City, organizzazione anti-fascista che ha cancellato la propria presenza online dopo l’assassinio di Kirk, e Trans Army (il cui nome parla da sé) sono attualmente oggetto di crescente attenzione pubblica negli Stati Uniti. Alcuni sostengono che queste organizzazioni abbiano obiettivi paramilitari; gli affiliati negano qualsiasi intenzione violenta e dicono di voler difendere i diritti delle persone oppresse.

L’analista politico Trevor Loudon, evidenzia i collegamenti fra i giovani fragili vittime di questa ideologia distruttiva e un disegno politico di estrema sinistra: molte organizzazioni di estrema sinistra, da Antifa al Democratic Socialists of America, stanno reclutando attivamente persone transgender, spesso prospettando loro un ruolo da pseudo-martiri. Loudon descrive come queste forze politiche mirino a dividere la società americana su base razziale, di genere e orientamento sessuale, e come il movimento transgender sia solo l’ennesimo stratagemma di una strategia finalizzata a creare nella società una conflittualità e una violenza (verbale e fisica) sempre crescente, con l’obiettivo finale di provocare la distruzione della società stessa. Ci sono diversi casi, documentati negli Stati Uniti, di testimonianze di genitori che segnalano l’azione di insegnanti che si fanno portavoce e propagandisti dell’ideologia transgender, “reclutando” i loro studenti vulnerabili al fine di trasformarli in “piccoli rivoluzionari” pieni di odio cieco verso la società. Un esempio di «vera e propria rivoluzione sociale» osserva Loudon. E la “rivoluzione” è da sempre la realizzazione pratica del progetto marxista.

Ma anni di deriva ideologica stanno trovando un ostacolo nell’azione della nuova amministrazione. Il presidente degli Stati Uniti ha inserito Antifa fra nell’elenco delle organizzazioni terroristiche nazionali e ha firmato un memorandum che ordina l’eliminazione delle reti di violenza politica di estrema sinistra, individuando nella campagna di intimidazione di alcune persone e di “radicalizzazione” di altre, il reale fine di queste organizzazioni: impedire il dibattito democratico e minare alle fondamenta i pilastri dello Stato di diritto. Sempre in nome di una falsa “tolleranza” che in realtà accetta unicamente chi la pensa allo stesso modo, e impone la propria ideologia agli altri con la violenza.

 


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