Israele attacca per primo l’Iran Netanyahu: non avevamo altra scelta

di Redazione ETI
13 Giugno 2025 7:19 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Israele ha lanciato una serie di attacchi contro L’Iran. Benjamin Netanyahu ha descritto gli attacchi come «un’operazione militare mirata contro la minaccia iraniana alla sopravvivenza di Israele». L’operazione continuerà «per tutti i giorni necessari» ha poi detto Netanyahu. Israele ha dichiarato lo stato di emergenza e i voli da e per Israele sono stati sospesi. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato lo stato di emergenza, dichiarando: «A seguito dell’attacco preventivo dello Stato di Israele contro l’Iran, è atteso nell’immediato futuro un attacco missilistico e con droni contro lo Stato di Israele e la sua popolazione civile». Netanyahu ha poi dichiarato in una nota: «Abbiamo preso di mira i principali scienziati nucleari iraniani che lavoravano alla bomba iraniana. Abbiamo anche colpito il cuore del programma missilistico balistico dell’Iran».

Netanyahu, in un discorso pubblicato sui social media per annunciare gli attacchi, ha giustificato l’attacco come l’inevitabile e per troppo tempo rimandata risposta alla minaccia iraniana: per decenni, gli iraniani «hanno chiesto la distruzione di Israele» ha detto Netanyahu, aggiungendo che negli ultimi anni l’Iran aveva accelerato lo sviluppo di armi nucleari, che sarebbe stato in grado di produrre «in un tempo molto breve». E questo, ha dichirato il Primo Ministro israeliano, «rappresenta un pericolo chiaro e immediato per la sopravvivenza stessa di Israele». Dopo la Seconda Guerra mondiale, ha poi voluto ricordare Netanyahu, «il popolo ebraico e lo Stato ebraico avevano giurato “mai più”. Bene, il “mai più” è ora». E ancora: «Oggi, Israele ha dimostrato di aver imparato la lezione della Storia: quando il nemico giura di distruggerti, credigli».

Il portavoce delle Forze armate israeliane, generale di brigata Effie Defrin, ha confermato in una nota che Israele non aveva altra scelta se non attaccare, per garantire la sua sopravvivenza: «L’Idf ha iniziato attacchi preventivi e precisi mirati al programma nucleare iraniano per impedire al regime iraniano di costruire una bomba nucleare nel breve termine […] Non avevamo altra scelta. noi operiamo contro una minaccia imminente ed esistenziale: non possiamo permettere al regime iraniano di ottenere un’arma nucleare che rappresenterebbe un pericolo per Israele e per il mondo intero». E poi: «Questa operazione è per il nostro diritto di esistere qui, per il nostro futuro e per il futuro dei nostri figli».

L’attacco viene descritto da Israele come preciso, basato su informazioni di intelligence di alta qualità e mirato a danneggiare il programma nucleare, e come una risposta alla costante e seria minaccia costituita del vicino regime islamico.

Il comandante delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran, il generale Hossein Salami, è stato ucciso negli attacchi, insieme ad altri alti ufficiali e scienziati. Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha subito dichiarato che Israele subirà una «punizione severa». Israele «ha aperto la sua mano malvagia e macchiata di sangue per commettere un crimine contro il nostro amato Paese, e ha rivelato definitivamente la sua natura malvagia colpendo delle aree residenziali», ha inoltre accusato Khamenei, contraddicendo la versione israeliana di un attacco “chirurgico” mirato unicamente a siti di interesse militare.

I leader israeliani hanno dichiarato di aver preso di mira siti nucleari iraniani, ma secondo l’agenzia di stampa Irna «le immagini mostrano edifici residenziali danneggiati in diversi punti della capitale», e tra le vittime ci sarebbero donne e bambini. Un conduttore della televisione di Stato ha confermato la morte del generale Hossein Salami e l’agenzia Irna la morte due scienziati nucleari, Mohammad-Mehdi Tehranchi (rettore dell’Università Islamica Azad) e Fereydoun Abbasi ex capo dell’Agenzia per l’energia atomica iraniana.

«Il segretario generale invita entrambe le parti a esercitare la massima moderazione, evitando a ogni costo un’ulteriore spirale di conflitto, una situazione che la regione non può permettersi», ha dichiarato Farhan Haq, portavoce dell’Onu, in una nota diffusa giovedì sera.
Guterres ha inoltre manifestato preoccupazione per le azioni di Israele, «svolte mentre sono in corso negoziati tra Iran e Stati Uniti sullo stato del programma nucleare iraniano».

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato che il sito nucleare iraniano di Natanz è stato uno degli obiettivi colpiti dagli attacchi israeliani durante l’operazione militare israeliana denominata “Leone nascente”. «L’Aiea sta monitorando con grande preoccupazione la situazione in Iran. L’agenzia può confermare che il sito di Natanz è tra gli obiettivi colpiti», ha dichiarato il direttore generale Rafael Grossi in una nota, in cui prosegue: «L’agenzia è in contatto con le autorità iraniane per monitorare i livelli di radiazioni e con i nostri ispettori presenti nel Paese».

Gli attacchi aerei israeliani arrivano a pochi giorni dall’avvio della sesta tornata di negoziati tra l’amministrazione Trump e l’Iran – che erano mirati proprio a convincere Teheran a rinunciare definitivamente a costruire armi nucleari –  in programma per domenica in Oman. Sebbene non sia ancora esplicito come l’azione militare israeliana influenzerà i negoziati, l’emittente del regime iraniano ha trasmesso cori che intonavano «morte a Israele» e «morte all’America». E d’altronde, non è difficile immaginare come un simile attacco militare possa influenzare negativamente una trattativa politico-diplomatica.
Un portavoce delle forze armate iraniane ha rincarato la dose dicendo, in un comunicato pubblicato sull’account X delle forze armate iraniane, che l’Iran risponderà con forza al «regime sionista», e che «il nemico sionista e gli Stati Uniti la pagheranno molto cara».
Il generale di brigata iraniano Abolfazl Shekarchi inoltre sostiene che gli attacchi aerei israeliani siano stati condotti con il sostegno degli Stati Uniti.

MARCO RUBIO: GLI STATI UNITI NON C’ENTRANO

Il ministro degli Esteri degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha ribadito in una dichiarazione alla stampa che il governo israeliano ha agito unilateralmente: «Noi non siamo coinvolti negli attacchi contro l’Iran e la nostra massima priorità è proteggere le forze americane nella regione». Rubio ha poi aggiunto che Israele ha informato gli Stati Uniti che riteneva l’attacco necessario per la propria autodifesa. Rubio ha poi avvisato l’Iran di non prendere di mira interessi o personale statunitense nella regione in rappresaglia all’attacco: «Il presidente Trump e l’amministrazione hanno preso tutte le misure necessarie per proteggere le nostre forze, e rimangono in stretto contatto con i nostri alleati regionali» ha detto Rubio aggiungendo: «Sia chiaro: l’Iran non deve prendere di mira interessi o personale statunitense».

Il senatore repubblicano Ted Cruz ha a sua volta avvisato l’Iran parlando a Fox News: «Voglio inviare un messaggio all’ayatollah in questo momento: se colpite l’America, se attaccate le nostre basi militari, se uccidete anche un solo soldato americano, sono certo che il presidente Donald Trump risponderà con una forza devastante».

Mike Pompeo, ministro degli Esteri della prima amministrazione Trump, ha dichiarato a Fox News che Israele ha colpito per primo perché «il tempo stava finendo» e che anche altre nazioni devono aiutare Israele a distruggere la capacità nucleare iraniana: «Tutte le nazioni che sono state attaccate dall’Iran hanno l’obbligo di fare la cosa giusta e di fornire qualsiasi assistenza necessaria a Israele per condurre gli attacchi, e per completare questa missione, riportando il programma di armi nucleari indietro di decenni, se non azzerandolo del tutto» ha detto Pompeo, aggiungendo che un conflitto nucleare in Medio Oriente «sarebbe stato devastante, non solo per gli israeliani ma anche per gli interessi americani». Sebbene Israele e altri si stiano preparando a una rappresaglia, Pompeo ha osservato che le minacce passate dell’Iran non si sono mai concretizzate, e che le risposte iraniane precedenti sono sempre state «molto deboli e del tutto inefficaci».


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times

Consigliati