Isaac Herzog: l’antisemitismo non è scomparso assume nuove forme

Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha scritto su X: «per noi, popolo ebraico, questo non è altro che un pezzo di carta e lo tratteremo come tale. Con queste parole, esattamente cinquant’anni fa, l’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, mio padre Chaim Herzog, si era presentato davanti alla comunità delle Nazioni e aveva stracciato la risoluzione che dichiarava il sionismo razzismo. Sono trascorsi cinquant’anni da quel discorso storico, annoverato tra i discorsi che hanno cambiato il mondo. Cinquant’anni, eppure l’antisemitismo non è scomparso. Nuovi volti e nuove voci si uniscono alla marcia dell’odio e dell’ignoranza. Ancora una volta, con angoscia crescente dopo il massacro del 7 ottobre, sentiamo chi cerca di negare il diritto del nostro popolo all’autodeterminazione e all’autodifesa nella terra degli avi. Voci che propugnano la visione da incubo di un Medio Oriente ripulito dagli ebrei “dal fiume al mare”. In ogni generazione l’odio antiebraico assume nuove forme, e in ogni generazione siamo chiamati a ergerci con fierezza contro di esso. Il sionismo è un movimento di liberazione nazionale. Il ritorno di un popolo antico nella propria terra, non per conquista straniera, ma come continuità diretta di duemila anni di preghiera e memoria nazionale. Israele non chiede trattamenti speciali, chiede equità. Ci troviamo oggi a un bivio cruciale, davanti a sfide immense. Non dobbiamo mai lasciarci trascinare in una guerra intestina di tutti contro tutti. Non dobbiamo disperdere le forze nel delegittimarsi a vicenda, bensì combattere la delegittimazione che ci colpisce tutti. Dobbiamo restare uniti e continuare a difendere la giustizia della nostra causa, radicata nei valori ebraici e democratici che sono il cuore del sionismo e dello Stato di Israele».







