Gabbard: Londra ha accettato di revocare obbligo di backdoor per Apple

di Agenzia Nova
19 Agosto 2025 14:36 Aggiornato: 19 Agosto 2025 14:36

La direttrice dell’Intelligence statunitense, Tulsi Gabbard, ha annunciato ieri che il Regno Unito ha accettato di ritirare l’obbligo per Apple di creare una «backdoor» sui propri dispositivi elettronici per accedere ai dati criptati dei cittadini statunitensi. Gabbard ha scritto sulla piattaforma sociale X di aver lavorato mesi insieme alle autorità del Regno Unito, al presidente Donald Trump e al vicepresidente James David Vance per raggiungere l’accordo. Gabbard ha anche ricordato che gli Stati Uniti stavano valutando se la richiesta britannica violasse il Cloud Act, che vieta di chiedere dati di cittadini statunitensi senza autorizzazione reciproca. Esperti di cybersicurezza hanno avvertito che qualunque «backdoor» costruita per un governo sarebbe inevitabilmente scoperta e sfruttata da hacker.

Lo scorso maggio, alcuni legislatori statunitensi avevano avvertito che il provvedimento del Regno Unito, se applicato, avrebbe potuto essere sfruttato da cybercriminali e governi autoritari. Apple, che ha sempre dichiarato di non voler creare accessi simili nei suoi servizi criptati, aveva contestato l’ordine presso l’Investigatory Powers Tribunal britannico. In seguito all’ordine, la società ha sospeso a febbraio la funzione Advanced Data Protection per gli utenti nel Regno Unito, che consente di proteggere i dati in cloud in modo che solo l’utente possa accedervi, escludendo la stessa Apple. Apple aveva già affrontato controversie simili nel 2016, quando il governo statunitense aveva tentato di obbligarla a sbloccare l’iPhone di un sospetto estremista.


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