Direttore immigrazione e polizia delle frontiere: fondamentale il dialogo con i Paesi di partenza

Migranti aspettano di essere assistiti dalla nave di salvataggio "Astral" della ONG Open Arms in acque internazionali a sud di Lampedusa, nel Mar Mediterraneo, 24 luglio 2025. Foto: REUTERS/Ana Beltran/Foto d'archivio
Per quanto riguarda i flussi migratori «per noi la cosa più importante è dialogare con i Paesi non solo di arrivo ma soprattutto di partenza» dove devono essere sviluppate «politiche coerenti con quelle sviluppate nel Piano Mattei». Lo ha detto il direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, intervenuto al seminario Dialogo mediterraneo italo-spagnolo a Roma. «Il 2023 è stato un anno orribile con 157 mila sbarchi, stavamo soccombendo con un sistema di accoglienza al collasso», ha spiegato. «Si è iniziato a lavorare subito, per cercare di capire quali fossero le ragioni di arrivo di così tanti sub-sahariani», con la Tunisia «che era invasa, non proteggeva i propri confini e non scoraggiava gli arrivi». «Nel 2024 gli arrivi sono crollati dell’80% grazie a una azione sinergica, con la messa in sicurezza del confine orientale tunisino, politiche di accoglienza e reintegrazione nei Paesi di origine», ha proseguito. «Lo stesso è avvenuto in Libia, nella Cirenaica, dove i dati sono crollati e si è passati dai 157 mila sbarchi nel 2023 ai 66 mila del 2024. Il vulnus più importante ora rimane in Tripolitania», ha concluso, sottolineando che «la sfida del futuro è un patto di migrazione e asilo europeo».
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