Crosetto: serve un cessate il fuoco La guerra può travolgere l’intero Medio Oriente

di Agenzia Nova
15 Giugno 2025 14:13 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

«Siamo davanti a uno scenario nuovo, inedito, che può sfuggire di mano a tutti». Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lancia un chiaro allarme in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, nel pieno dell’escalation tra Israele e Iran. Secondo Crosetto, la portata degli eventi è tale da evocare lo spettro di un conflitto globale: «Fa pensare all’inizio di una guerra mondiale in un contesto dove tutto si tiene». Il ministro sottolinea che l’Italia, come il resto dell’Occidente, è coinvolta in modo diretto: «I droni che arrivano in Israele non sono solo un problema israeliano, sono anche un problema nostro». E aggiunge: «Perché nel mondo che si sta delineando, anche un drone può diventare la miccia». Crosetto riflette su un ordine internazionale in frantumi: «L’Occidente, gli Stati Uniti, l’Europa, l’Italia stanno facendo i conti con le conseguenze di scelte compiute decenni fa. La realtà è cambiata e gli equilibri si stanno spezzando». L’elenco dei teatri di crisi è lungo: «Guerra in Ucraina, Iran contro Israele, escalation nel Mar Rosso, Libano, Siria. La Corea del Nord che minaccia il Giappone e la Corea del Sud. Cina e Taiwan. Poi l’Africa, dove si sta saldando un’alleanza russo-cino-islamista che cambia gli assetti geopolitici».

Parlando del sistema di sicurezza europeo, Crosetto è netto: «Abbiamo costruito un’Europa debole. Non solo militarmente. Anche politicamente. In questo quadro siamo esposti. In Italia, come altrove». Sulle scelte fatte in passato, il ministro osserva: «Abbiamo pensato che fosse un mondo pacificato. Ma non lo è. E adesso siamo costretti a rincorrere». Di fronte a questa realtà, la pace «non si invoca: si protegge con la deterrenza», afferma Crosetto, indicando le priorità del suo ministero: «Servono investimenti, credibilità, cooperazione. Per questo stiamo aumentando il budget della Difesa, accelerando i programmi tecnologici, e rafforzando le alleanze industriali con Francia, Germania e Polonia». Un appello che è anche un richiamo alla responsabilità della politica europea e italiana: «Non possiamo più permetterci l’illusione di poter stare a guardare. O ci attrezziamo per il nuovo mondo che sta nascendo, o ne saremo travolti». E conclude: «Se non affrontiamo insieme questa fase storica, a pagare il prezzo saranno i nostri figli».

 

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