Bruxelles accetta la richiesta di Trump di azzerare le importazioni energetiche russe

di Redazione ETI/Rachel Roberts
18 Settembre 2025 9:03 Aggiornato: 18 Settembre 2025 9:03

L’Unione Europea chiederà agli Stati di accelerare verso l’azzeramento delle importazioni di idrocarburi russi. Lo ha annunciato Ursula von der Leyen al termine di una conversazione con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La presidente della Commissione ha riferito di aver intrattenuto con Trump «una buona telefonata» nel corso della quale si sono esaminate le modalità per un cambio di marcia europeo nelle sanzioni alla Russia.

In un post su X, la von der Leyen ha precisato: «La Commissione presenterà a breve il suo diciannovesimo pacchetto di sanzioni, mirato a colpire le criptovalute, le banche e il settore energetico. L’economia di guerra russa, alimentata dai proventi dei combustibili fossili, sta finanziando le atrocità in Ucraina. Per porvi fine, la Commissione proporrà di accelerare l’abbandono delle importazioni russe di idrocarburi».
La dichiarazione della von der Leyen arriva dopo la “sveglia” di Trump all’Europa che, ha sottolineato alcuni giorni fa il presidente americano, sta continuando (perlomeno alcuni Stati) a effettuare massicci acquisti di gas e petrolio dalla Russia, dopo ben tre anni e mezzo di sanzioni e dopo ormai decine di eventi fra summit, negoziati e discussioni di vario tipo.

«Io sono pronto a imporre sanzioni severe alla Russia, non appena tutti gli Stati della Nato avranno dato il loro consenso e avranno iniziato a fare altrettanto, e quando tutti gli Stati della Nato smetteranno di comprare petrolio dalla Russia» aveva scritto Donald Trump su Truth il 13 settembre, per poi chiosare: «io sono pronto a procedere quando lo sarete voi. Basta dirmelo». L’dea alla base è molto semplice: un embargo totale e unificato a petrolio e gas russi equivarrebbe a strangolare una già agonizzante economia russa, costringendo Putin a fermare la guerra. Almeno questa sembra essere la speranza dell’amministrazione Trump, al netto del sostegno di Cina e India (che pure Trump chiede a Bruxelles di punire con sanzioni e dazi del livello di quelli già imposti dagli Stati Uniti).
Trump aveva scritto il suo post dopo una telefonata del 12 settembre fra i ministri delle finanze del Gruppo dei Sette, nel corso della quale il ministro del Tesoro Scott Bessent e il rappresentante per il commercio Jamieson Greer avevano già sollecitato gli alleati a uniformarsi ai dazi imposti da Washington sui Paesi acquirenti di petrolio russo.

Il dibattito sull’intensificazione delle sanzioni, è emerso in reazione al massiccio attacco russo contro l’Ucraina del 7 settembre, in cui oltre 800 droni e missili hanno sferrato il più violento attacco aereo russo nell’entroterra ucraino, causando quattro morti e decine di feriti (civili, come sempre).
In una serie di post su X, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta chiedendo in tutti i modi all’Europa di incrementare la pressione economica sul Cremlino, invocando «duri dazi e altre restrizioni al commercio».

L’Ue ha vietato le importazioni via mare di greggio russo a dicembre del 2022, estendendo il divieto ai prodotti petroliferi raffinati a febbraio del 2023. Ciononostante, nonostante le sanzioni, alcuni Paesi, tra cui Ungheria e Slovacchia, continuano a ricevere greggio russo attraverso oleodotti in virtù di deroghe comunitarie. Secondo i dati ufficiali, l’Ue in generale ha notevolmente ridotto la propria dipendenza da petrolio e gas russi – Italia prima fra tutti, avendo incrementato le importazioni da Algeria e Azerbagian immediatamente dopo l’invasione dell’Ucraina –  ma la situazione varia notevolmente tra i diversi Stati membri, e Olanda, Francia sono ancora forti importatori di gas naturale russo.

Il primo ministro slovacco Robert Fico ha inizialmente bloccato il diciottesimo pacchetto di sanzioni dell’Ue, definendo «proposta idiota» l’obiettivo di eliminare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia, in quanto lesivo degli interessi nazionali del suo Paese (quasi a sottintendere che la Russia sia l’unico venditore di gas e petrolio al mondo). La Slovacchia ha ritirato il veto dopo che la Commissione Europea ha offerto garanzie per attenuare gli effetti del previsto divieto sulle importazioni di gas russo, ma le tensioni in questo ambito permangono.
Fico ribadisce costantemente che tanto la Slovacchia (che è membro Nato) quanto l’intera Ue avrebbero subito danni maggiori dalle sanzioni sul petrolio russo di quanti ne abbia subito il Cremlino, e ha detto chiaramente che non approverà alcuna misura volta a interrompere o ostacolare le importazioni di combustibile per le centrali nucleari slovacche dalla Russia.

L’adozione di nuove sanzioni, come pure la proroga di quelle vigenti, richiede l’unanimità del Consiglio dell’Unione Europea. La fine della guerra in Ucraina appare ancora molto lontana, purtroppo.

 


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