Nelle prime ore di sabato Iran e Israele si sono scambiati attacchi aerei e missilistici, in seguito alla più imponente offensiva aerea mai condotta da Israele contro il suo storico nemico, con l’obiettivo dichiarato di ostacolare lo sviluppo di un’arma nucleare da parte di Teheran.
Sirene d’allarme hanno risuonato in tutto il territorio israeliano, comprese Tel Aviv e Gerusalemme, mentre ondate di missili iraniani venivano intercettate dalla difesa aerea. Un uomo e una donna hanno perso la vita e decine di persone sono rimaste ferite in seguito alla caduta di un missile nei pressi di abitazioni civili, secondo quanto riportato dal servizio ambulanze israeliano. Squadre di soccorso hanno operato tra le macerie di edifici distrutti a Rishon Lezion, nei pressi di Tel Aviv.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha accusato la leadership iraniana di aver oltrepassato una linea rossa colpendo civili, annunciando che Teheran «pagherà un prezzo elevato». Un missile lanciato dallo Yemen dal gruppo terroristico Houthi — sostenuto dall’Iran — ha provocato la morte di cinque palestinesi, tra cui tre bambini, nella Cisgiordania occupata, secondo la Mezzaluna Rossa palestinese. Nella capitale iraniana, sono state udite diverse esplosioni nella notte, secondo quanto riferito dall’agenzia semi-ufficiale Tasnim. Due proiettili hanno colpito l’aeroporto Mehrabad, dove sono divampate fiamme, ha riportato l’agenzia Fars. L’aeroporto, adiacente a strutture sensibili del potere iraniano, ospita una base aerea con jet da combattimento e aerei da trasporto.
L’ambasciatore iraniano all’Onu, Amir Saeid Iravani, ha dichiarato che i raid israeliani in Iran hanno causato 78 vittime, tra cui alti ufficiali militari, e oltre 320 feriti, in prevalenza civili. Secondo l’agenzia Fars, l’Iran ha risposto sabato con ondate di attacchi aerei, dopo due raffiche missilistiche nella notte di venerdì. Una di queste ondate ha colpito Tel Aviv prima dell’alba, con esplosioni udite fino a Gerusalemme. Gli attacchi iraniani hanno costituito una ritorsione contro i bombardamenti israeliani di venerdì, che hanno preso di mira comandanti, scienziati nucleari, strutture militari e siti nucleari. Teheran continua a negare che il proprio programma di arricchimento dell’uranio sia destinato a scopi militari.
Le forze armate Usa hanno contribuito all’intercettazione dei missili iraniani diretti verso Israele, secondo fonti del governo americano. L’esercito israeliano ha reso noto che l’Iran ha lanciato meno di 100 missili, la maggior parte dei quali sarebbe stata intercettata o non avrebbe raggiunto l’obiettivo. Gli attacchi israeliani, proseguiti per l’intera giornata, e la conseguente reazione iraniana, hanno sollevato il timore di un’escalation. Tuttavia, gli alleati di Teheran nella regione, Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano, sono stati duramente colpiti da Israele.
L’agenzia di stampa iraniana Irna ha riferito che Teheran ha lanciato centinaia di missili balistici dopo l’attacco israeliano al sito nucleare sotterraneo di Natanz e l’uccisione di alti comandanti iraniani. Secondo fonti israeliane, il sito di Natanz ha subito danni significativi, la cui portata resta da valutare. I Paesi occidentali accusano l’Iran di arricchire uranio a livelli compatibili con la produzione di armi, nonostante le dichiarazioni ufficiali di uso civile. Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che l’impianto pilota sopraelevato di Natanz è stato distrutto. L’agenzia sta ancora valutando i danni a due altri siti: Fordow e Isfahan.
La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha accusato Israele di aver dato inizio a una guerra. Un alto esponente iraniano ha avvertito che nessun luogo in Israele sarà al sicuro e che la ritorsione sarà dolorosa. Teheran ha inoltre accusato gli Stati Uniti di complicità negli attacchi e pienamente responsabili delle conseguenze. Da parte israeliana, l’ambasciatore all’Onu, Danny Danon, ha affermato che i servizi segreti hanno confermato che l’Iran era a pochi giorni dalla produzione di materiale fissile sufficiente per più ordigni nucleari. L’operazione israeliana è stata definita «un atto di autodifesa nazionale». L’Iran ha ribadito che il proprio programma nucleare è destinato a fini civili, ma l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha recentemente rilevato violazioni degli obblighi previsti dal trattato di non proliferazione.
Il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato che è ancora possibile per Teheran fermare l’offensiva israeliana raggiungendo un accordo sul nucleare. L’Iran era impegnato in trattative con l’amministrazione Trump per un’intesa che sostituisse l’accordo del 2015, abbandonato dagli Stati Uniti nel 2018, ma ha respinto l’ultima proposta americana. I negoziati dovrebbero riprendere domenica in Oman. Ora la palla è a Teheran.