Zelensky messo all’angolo dal piano Trump

di Artemio Romano
22 Novembre 2025 11:44 Aggiornato: 22 Novembre 2025 13:52

L’Ucraina sta attraversando «uno dei momenti più difficili» della sua storia. Lo ha detto ieri Volodymyr Zelensky parlando alla nazione in un discorso televisivo. Kiev è sottoposta a fortissime pressioni per accettare l’ultima proposta di pace in 28 punti decisa da Donald Trump insieme alla Russia. Il piano – oggettivamente pesantissimo per l’Ucraina – ridisegnerebbe l’assetto di sicurezza dell’Ucraina, modificherebbe i confini territoriali e legherebbe definitivamente le mani al Paese anche dal punto di vista della difesa, impedendone l’adesione alla Nato e limitando a 600 mila il numero di militari in servizio.
Zelensky ha affermato che l’Ucraina si trova sotto «la pressione più pesante che abbiamo mai conosciuto», spiegando ai propri concittadini che si potrebbe essere costretti a accettare un accordo dalle condizioni difficili da digerire pur di fermare la guerra.

«O la perdita della dignità, o il rischio di perdere un alleato essenziale», ha poi detto il presidente Ucraino riferendosi agli Stati Uniti, e facendo capire che l’Ucraina farebbe molta fatica a proseguire la guerra da sola. Evidentemente, l’aiuto dell’Europa continuerebbe a essere irrisorio rispetto alle necessità belliche. «O l’accettazione di un piano difficile» ha anche detto Zelensky «o l’ingresso in un inverno durissimo – il più duro finora – con rischi ancor maggiori. Una vita senza libertà, senza dignità, senza giustizia».
Il presidente ucraino ha poi aggiunto di voler proporre delle alternative su alcuni punti tra i più controversi del piano, impegnandosi in colloqui incessanti con Washington e con i partner europei, e al tempo stesso ha ribadito di non poter venire meno al giuramento di difendere l’indipendenza dell’Ucraina: «Tra tutti i punti, ce ne sono almeno due che non devono mai essere trascurati: la dignità e la libertà dell’Ucraina». E poi: «Dobbiamo fare in modo che a seguire vi sia la fine della guerra, non la fine dell’Ucraina».

Sebbene i dettagli del piano non siano stati diffusi ufficialmente, la sua esistenza è stata confermata dall’amministrazione Trump, che ne ha divulgato ufficiosamente i contenuti girandolo a diverse Testate.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato a Epoch Times Usa che la cornice dell’accordo è stata concepita per offrire «piene garanzie di sicurezza e deterrenza per Ucraina, Europa e Russia» e per creare «opportunità economiche per la ricostruzione ucraina, nonché per il reinserimento della Russia nell’economia mondiale». Il piano, ha spiegato la Leavitt, «è stato elaborato in modo da riflettere la realtà della situazione dopo anni di guerra devastante, e per individuare il miglior scenario possibile, in cui entrambe le parti possano guadagnare più di quanto debbano cedere».

Una delegazione di funzionari statunitensi ha incontrato Zelensky a Kiev il 20 novembre per discutere i prossimi passi. L’ambasciatore americano in Ucraina e il capo della comunicazione dell’esercito, al seguito della delegazione, hanno definito gli incontri con le autorità ucraine un successo, riferendo a Reuters che Washington punta a una «tempistica serrata» per la firma dell’accordo da parte di Kiev.
Rispetto alla scadenza, lo stesso Donald Trump ha confermato tale tempistica in un’intervista radiofonica con Brian Kilmeade, indicando il prossimo giovedì – 27 novembre, il Giorno del Ringraziamento – come data di massima auspicabile ma non tassativa per l’adesione di Zelensky: «Io ho fissato molte scadenze – ha spiegato il presidente americano – ma se le cose procedono bene, uno poi tende a prolungare». Una tecnica di negoziazione, insomma.

Quanto alla Russia, Vladimir Putin è intervenuto ieri, venerdì 21, dichiarando ai propri collaboratori in un incontro trasmesso in televisione che la proposta potrebbe costituire la base per una soluzione al conflitto. «Ritengo che possa essere utilizzata come fondamento per un accordo di pace definitivo» ha detto  Putin; per quel che vale la sua parola, viene da pensare ricordando i precedenti. Zar Vladimir ha poi concluso precisando che l’esercito russo prosegue l’avanzata in territorio ucraino, e che continuerà finché Kiev non accetterà la proposta. E, almeno su questo, si può senz’altro prenderlo in parola.


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